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A proposito dell’asta giudiziaria per la vendita dell’Hotel Mirasole di Gaeta

A PROPOSITO  DELLA VICENDA RELATIVA ALLA VENDITA ALL’ASTA DEL NOTO ALBERGO  “MIRASOLE” DI GAETA  ABBIAMO RICEVUTO DAL DR.  ORESTE VALENTE,ATTUALE GESTORE,LA NOTA CHE SOTTO PUBBLICHIAMO.

L’OCCASIONE CI E’ UTILE PER RICONFERMARE LE NOSTRE PIU’ VIVE PREOCCUPAZIONI PER LE SORTI DI UNO DEI  ” GIOIELLI ” DELLA STORIA E DELL’ECONOMIA  DEL SUD PONTINO .

“Senza motivo sono stato chiamato in causa da Guido Santullo con dichiarazioni a dir poco inesatte e non corrispondenti alla realtà.

Ritengo ,pertanto ,giusto ed opportuno replicare in onore della verità,  a salvaguardia della mia persona e della mia famiglia, distinta, quest’ultima da quella di origine dalla quale ho preso le distanze ancor prima che fosse dichiarato il fallimento della Mirasole Spa.

Innanzitutto sono rimasto molto colpito per l’animosità del suo attacco nei mie confronti, oltre ai toni e modi perentori nel dettare le sue condizioni.

Non riesco a capire come  il  predetto si sia potuto sentire chiamato in causa dalle dichiarazioni del Sindaco di Gaeta .

Il   Sindaco, nel rappresentare le sue preoccupazioni, non mi sembra abbia fatto il nome di Guido Santullo.

Guido Santullo accomuna indebitamente la Givap srl alla precedente gestione quando invece nel 2002 e stata dichiarata fallita la Mirasole Spa, società distinta e diversa totalmente  dalla  Givap srl che gestisce l’albergo dal 2002 in virtù di un regolare contratto stipulato con la curatela, per il quale esiste giudizio pendente innanzi la Corte d’Appello e  a fronte del quale viene mensilmente versato il canone di affitto, di gran lunga superiore a quello dichiarato da Santullo.

Non si comprende la finalità degli articoli di giornale pubblicati in data 19 gennaio 2010 ed anzi si invitano le competenti autorità a valutare quanto dichiarato  dal Santullo nell’imminenza dell’asta.

Allo stato lavorano in albergo decine di persone, tutte del comprensorio del sud pontino che con il relativo stipendio mantengono le loro famiglie.

Oreste Valente