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A proposito del documento dell’Associazione CODICI su Aprilia

A PROPOSITO DEL DOCUMENTO DELL’ASS. CODICI SULLA PRESENZA MAFIOSA AD APRILIA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ogni atto che documenti in tutta la sua gravità la situazione della presenza mafiosa è apprezzabile. 

 

Noi, perciò, riteniamo lodevole la sforzo fatto dal Codici nel disegnare l’attuale stato di cose ad Aprilia e nel circondario. 

 

Ciò, soprattutto, perché esso smentisce ancora una volta le spudorate affermazioni fatte da taluni vertici istituzionali e politici pontini che si ostinano a non voler prendere atto di una realtà che è drammatica e sotto gli occhi di tutti. 

 

Nell’ultima relazione della Direzione Nazionale Antimafia c’è un passaggio su Aprilia e sui centri ad essa vicini che questi signori dovrebbero mandare a memoria. La riportiamo: 

 

“Sempre più evidente risulta la diffusione della criminalità nelle zone di Ardea, Aprilia, Anzio e Nettuno in cui le radicate presenze di soggetti appartenenti a gruppi criminali di origine meridionale hanno rappresentato un fattore importante nella crescita della capacità criminale di aggregazioni locali dedite alle estorsioni e al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Da alcuni anni soggetti locali vengono individuati quali intermediari internazionali tra le grandi organizzazioni operanti nel traffico degli stupefacenti. 

 

Sempre più inquinato risultano in particolare il territorio di Aprilia ed Ardea dove si nota una sinergia tra esperienze criminali di matrice camorristica, calabrese e siciliana. 

 

Significativo è l’omicidio di Di Grazia Michele, nativo di Catania, che è stato ucciso con modalità mafiose ad Ardea in data 17.6.2007 “. 

 

Ma la relazione della DNA non dà in maniera esaustiva il quadro della drammaticità della situazione reale esistente ad Aprilia e sul territorio circostante. Un territorio sul quale sono state riversate montagne di capitali di origine “sospetta”, sulla cui “provenienza non si è mai indagato in maniera approfondita. 

 

Oggi molti, anche a livello investigativo e giudiziario, continuano a guardare le mafie più con un’ottica da ordine pubblico che non nelle loro vesti di soggetti economici. 

 

Si aggiunga a ciò un’altra considerazione. 

 

Fino a quando avremo in provincia di Latina una Procura della Repubblica che, pur ammettendo, in parte, la presenza di soggetti mafiosi sul territorio, esclude che vi sia stato un processo di radicamento e, quindi, di colossali investimenti tesi ad impossessarsi sempre di più del nostro impianto economico e, di conseguenza, politico, alle forze dell’ordine non giungono quegli input necessari per imboccare la strada giusta. 

 

Ci sono stati in passato episodi, come l’assassinio dell’avv. Maio, gli attentati ad esponenti dell’Amministrazione Comunale ecc. , che meriterebbero un’attenzione particolare. 

 

Non dimentichiamo che l’Amministrazione della confinante Nettuno è stata sciolta per infiltrazioni mafiose e che le mafie-sia cosa nostra, che la ‘ndrangheta, la camorra e le mafie straniere –non hanno confini. 

 

Allora, limitarsi a fare un’elencazione dei clan operanti sul territorio e non sforzarsi, al contrario, di indicare i “perché” di tali insediamenti –la debolezza e l’inerzia della classe politica, la mancanza di tecniche investigative adeguate o di una reale volontà di contrasto, l’impreparazione di chi è chiamato a svolgere ruoli di investigazione, un’informazione carente, l’insensibilità dei cittadini ecc. –ci appare alquanto riduttivo. 

 

Il “caso Aprilia”, che è poi “caso” di tutto il basso Lazio, del litorale romano e della Capitale, va affrontato con alcuni cambi ai vertici di talune istituzioni pontine (Procura della Repubblica, Comando provinciale della Guardia di Finanza ecc. ), con un coinvolgimento della società civile e, soprattutto, con un rafforzamento di tutto il sistema dell’informazione, come è avvenuto per Fondi. 

 

Un’informazione serrata, completa e corretta avrebbe un ruolo fondamentale in un processo di coscientizzazione e, quindi, di soluzione del problema. 

 

Associazione “A. Caponnetto”