TRITOLO PER FONDI, PALLOTTOLE A LATINA
E tutta la provincia di Latina vittima del crimine.
Si spara, si spara ed ancora si spara.
E si parla di far saltare per l’aria strutture e persone.
Sembrava che, dopo un periodo di pace, il fuoco si fosse fermato e, invece, si ricomincia.
Alla grande, con un chilo di tritolo.
Mai verificatosi in maniera così virulenta ed eclatante.
Non sappiamo se in entrambi i casi si tratti di “mafia” o di “pizzo” di qualche banda comune.
Forse a Fondi, sì.
Ci rimettiamo comunque alla bravura del nuovo Questore De Matteis, che ha avuto, così, il suo battesimo di fuoco.
Ben arrivato, Dr. Matteis.
Una storia lunga che si snoda negli anni, nei decenni passati e che si srotola attraverso omicidi anche eccellenti come quello del Parroco di Borgo Montello.
Un omicidio di camorra, quello.
Anche se non sono mai stati individuati mandanti ed esecutori.
Latina, una città ed una provincia opulente e civili, con forti connotazioni del nord, ridotte dalla criminalità mafiosa e comune, indigena e non, in uno stato di disagio economico, civile, politico e culturale da orde selvagge che ne hanno sconvolto l’intero assetto.
Decine e decine di banche, grattacieli che svettano in ogni dove, decine di grandi centri commerciali, centinaia di Ferrari e di SUV, un aspetto da grandi metropoli americane ed un’attività edilizia privata di lusso che ignora la richiesta di quella popolare.
Quasi tutta, quest’ultima, nelle mani di imprese che vengono da fuori regione, per lo più da quelle del sud.
Una volta un grande Comandante provinciale della Guardia di Finanza di una provincia del Lazio vicina a quella di Latina ci disse:
“Io, appena insediatomi al comando, ho cominciato nella maniera più elementare. Ho studiato il tenore di vita della popolazione e sono andato in giro per la città da solo ed in borghese. Ho notato subito il gran numero di Ferrari e SUV che circolavano. Ho chiamato i miei ed ho richiesto ad essi l’elenco dei proprietari di quelle macchine. Ho scoperto di lì a poco cose incredibili. Ecco, è facile risalire alle ricchezze improprie”.
Bisognerebbe fare così dovunque.
Molto dipende dai Prefetti, i quali, presiedendo i Comitati Provinciali per la Sicurezza e l’ordine pubblico, possono stabilire le “priorità” negli interventi da fare.
E dai Procuratori Capo della Repubblica.
Ma fino a quando si corre dietro gli scontrini e si assegnano alla CO appena 2-3 persone, non si va da nessuna parte.
Latina da questo punto di vista, fatta qualche eccezione, è stata sempre sfortunata.
E così essa raccoglie i frutti di quanto ha saputo seminare.
Zero, o quasi.
Con un impianto investigativo e giudiziario locali così così al punto da esigere quasi sempre l’intervento di corpi ed organismi di altre regioni e di altre province e distretti, con un tessuto sociale frammentato, variegato ed omertoso, con un tessuto politico impreparato e, a volte, colluso, piange in continuazione le sue vittime.
D’altra parte cosa ci si può aspettare nella “provincia di Casale”?