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A Latina mafia a go go

 

A LATINA NDRANGHETA,CAMORRA,COSA NOSTRA A GO GO  E DOV’E’  LA PREVENZIONE ANTIMAFIA DA PARTE DELLA PREFETTURA  ???????????????

 

 

E siamo alle solite.

Un’ulteriore -l’ennesima – conferma.

Se non fosse partita un’inchiesta  dalla Procura di Reggio Calabria e dalla Direzione Nazionale Antimafia su una delle ndrine calabresi fra le più pericolose e potenti d’Italia,la cellula di Latina avrebbe potuto forse  operare, indisturbata,per altri cento anni.

Una maledizione per quella provincia,collocata in una posizione strategica fra la Capitale e Napoli,dove c’é un clima di impunità al punto da far gridare ad un Presidente del TAR che “la legalità é un optional”.

Perché questa é la verità che molti tendono a nascondere : in provincia di Latina la legalità é un optional.

E,quando un Prefetto-Bruno Frattasi – si azzarda a  tentare di rimuovere il muro di omertà e di connivenze che caratterizza la vita pubblica della provincia pontina viene subito rimosso e trasferito altrove.

Una provincia,a ridosso della Capitale e storicamente fra le più belle d’Italia,ridotta ad essere per volontà di qualcuno “zona franca” per tutte le mafie italiane ed internazionali e per tutto il malaffare.

Una provincia fra le prime nelle graduatorie nazionali prima per  “Tangentopoli” e poi per la presenza e le attività mafiose.

Un “disegno” ben pianificato maturato nel tempo ad opera di menti perverse  e che chi scrive ,in altra veste e sedi ,intuì  e denunciò 40 anni e più fa  e che ha preso  sempre più corpo nel tempo  alla luce della vicinanza  alla Capitale d’Italia.

Latina “porta d’ingresso”  nella Capitale di un Paese fra i più corrotti del mondo.

Latina “zona franca” per tutti i traffici , le operazioni,le attività criminali  di gang,gruppi,famiglie di ogni etnia e di ogni lingua,territorio dove nulla deve turbare lo statu quo e dove non  deve esserci  paglia che si muova che la mafia non voglia.

Tutto deve essere funzionale alla salvaguardia di questo” disegno”.

Tutto.

E tutti.

E,allorquando dovesse emergere qualche tentativo di turbativa al sistema,ne andrebbe  subito  eliminato l’autore.

Il “caso Frattasi” considerato  un elemento di turbativa del “sistema”,un “pezzo deviato dello Stato” rispetto non allo Stato -Stato,ma allo Stato-Mafia  o,per meglio dire,alla Mafia-stato,quello stato che qualcuno ha voluto insediare  sul territorio pontino  e che va salvaguardato a tutti i costi.

Non stupisce,a questo punto,il fatto che .in uno scenario del genere ,una delle ndrine più pericolose d’Italia -una ndrina che qualcuno ha voluto  definire “dormiente”- abbia potuto insediarsi a Borgo San Michele,un quartiere periferico di Latina,da una decina di anni e senza che nessuno  del posto sia andato a controllarla .

Non meraviglierebbe nemmeno un’eventuale notizia che la vedrebbe dotata di tanto di timbri e permessi per la sua attività di facciata sul territorio pontino.

La “prevenzione”? 

E cos’é la prevenzione in un territorio dove……..”la legalità é un optional” ?

Fortunatamente ancora una volta ci sono stati i vari Cafiero de Raho,i Gratteri,i Roberti a mettere in movimento la macchina e,scavando scavando,si è arrivati anche a Latina,partendo da Reggio Calabria.

Capita sempre così ,una volta con questi,un’altra volta con i  Pignatone ,i  Prestipino ecc.

Fortunatamente!!!!!!!!!!!!

Ma che teniamo più a fare la Prefettura a Latina se della  prevenzione antimafia nemmeno  c’è  l’ombra ????????