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A Gaeta… la mafia non esiste (malgrado il sequestro di ben 21 beni mafiosi, l’accertata presenza di elementi riconducibili a Riina, all’ex Banda della Magliana, ecc. ecc. )

E’, questa, una nota che abbiamo scritto appena una decina di giorni fa.

Abbiamo ritenuto utile ritrascriverla integralmente per descrivere un “quadro” che dagli elementi che raccogliamo giorno dopo giorno si sta facendo sempre più inquietante.

Ma, al di là dei singoli fatti, delle operazioni economiche sospette, delle costituzioni di “cordate” e degli investimenti economici in programma, quello che inquieta maggiormente è il comportamento di apparente, assoluta indifferenza a queste tematiche da parte del ceto politico tutto intero.

Si vola basso a Gaeta, attaccati alle piccole cose, senza una visione generale dei problemi, mentre tutto l’impianto economico, sociale, culturale sta subendo un processo di metamorfosi che sta cambiando l’identità di un intero territorio.

Non abbiamo, ad oggi, elementi per affermare che è in corso un processo di criminalizzazione assoluta, ma la sensazione è che comincino ad esserci i prodromi, senza che ci sia, al contempo, uno sforzo di analisi, di lettura di quanto sta succedendo o, comunque, si teme che possa succedere.

Il Sindaco più volte ha gridato “al lupo al lupo” e di questo gliene abbiamo sempre dato atto.

Ma quando lo invitiamo al confronto, allo scambio di informazioni e giudizi, all’operare “insieme”, per fronteggiare una situazione di cui lui stesso si dichiara allarmato, inspiegabilmente si sottrae. Così, tutti gli altri.

Non ne capiamo le ragioni.

Come non abbiamo capito le ragioni della vera e propria… fuga di tutti gli amministratori comunali ed esponenti politici, di destra, di sinistra (ad esclusione, per essere onesti intellettualmente, dei dirigenti di Sinistra Ecologia e Libertà, che sono stati presenti e partecipi dall’inizio alla fine), di centro, al convegno da noi promosso, con la partecipazione di ben 3 Magistrati di punta nella lotta alle mafie, il 4 giugno u. s. presso l’Hotel “ Mirasole” a Gaeta, un hotel venduto, com’è noto, all’asta proprio il giorno prima del convegno.

Oltre al Sindaco, la cui presenza almeno come atto di omaggio ai 3 Magistrati ed ai partecipanti venuti da fuori era quanto meno opportuna se non doverosa, nessun assessore, nessun consigliere comunale, nessun segretario di partito politico, hanno ritenuto di prendere parte ad un convegno in cui per la prima volta a Gaeta si è parlato pubblicamente della presenza mafiosa e del modo come contrastarla.

Evidentemente a Gaeta, città invasa dalla mafia, non piace che si parli di mafia.

Non ne parla la “politica”, non ne parla la stampa locale (ad eccezione di LazioTV e Latina Oggi), non ne parla, quindi, la città.

Una situazione ideale per la camorra per completare l’occupazione del territorio, comprando tutto.

Ed è quanto si sta verificando, lentamente, grado a grado, nel commercio, nel tessuto immobiliare, negli altri settori dell’economia.

Gaeta ha il più alto numero in provincia di Latina di beni finora sequestrati ai mafiosi: ben 21.

Malgrado ciò, essa è anche la città dove… meno si parla di… mafie.

Questo è quanto ci preoccupa di più e ci stimola a porci degli interrogativi.

Ed ora ripubblichiamo la nota cui abbiamo fatto riferimento sopra, sottolineando il fatto che NESSUNO, ad oggi, ha ritenuto di rispondere alle domande da noi poste:

“Nell’ambito delle polemiche insorte a Gaeta fra il Sindaco ed un consigliere comunale di opposizione a proposito della vendita all’asta di un noto albergo, quest’ultimo, in una dichiarazione al quotidiano “La Provincia”, fa riferimento a un antico “pranzo” che sarebbe avvenuto fra l’ex Presidente della Guinea Contè – deceduto nel 2008 – e lo stesso Sindaco, ad “ un cambiamento di atteggiamento”, ad un “cambio di destinazione d’uso” del predetto albergo e a “sottocategorie alberghiere dell’AVIR”.

Qualcuno ci può spiegare, per cortesia, di cosa si tratta???

Lo stesso Sindaco, inoltre, durante una recente riunione del Consiglio Comunale di Gaeta, stando a notizie riportate da “Il Messaggero”, avrebbe fatto riferimento al… rischio di “perdita della dignità e della libertà”.

Parole, queste, dal contenuto misterioso, di cui non sarebbero state fornite ulteriori specificazioni.

Secondo voci non controllate, poi, sarebbe in atto, sempre a Gaeta, la costituzione di una sorta di santa alleanza fra elementi che sarebbero vicini, al contempo, ad ambienti massonici e… – diciamo – della “napoletanità” , santa alleanza interessata a significative operazioni economiche nella città del Golfo.

Qualcuno ci può spiegare se tutti questi spezzoni facciano parte o meno dello stesso puzzle, quale significato attribuire alle parole misteriose del Sindaco e se le notizie che costituiscono l’impianto del puzzle medesimo siano tutte fondate o meno?”