Cerca

A Bari è allarme usura: «Poche denunce e il fenomeno cresce nell’ombra»

Preoccupante il sovraindebitamento di famiglie e imprese. C’è pure chi si rivolge agli strozzini per pagare le spese sanitarie

REDAZIONE ONLINE

04 MARZO 2023

BARI – «La situazione di usura e racket al momento è allarmante, le operazioni di polizia giudiziaria ne danno dimostrazione. Quello che non corrisponde a questo sforzo sono le denunce delle vittime». L’allarme lo lancia Maria Grazia Nicolò, commissario straordinario del governo per il coordinamento delle iniziative anti racket e anti usura, durante il convegno «L’azione delle fondazioni anti usura per promuovere la dignità umana in questo tempo di crisi», in corso a Bari.

Troppo poche le vittime che denunciano, dice eppure «solo chi denuncia ha accesso alle facilitazioni che la legge riconosce in favore delle vittime di usura ed estorsione e per rompere il circuito perverso che inevitabilmente lega la vittima alla criminalità».  I dati danno una dimostrazione concreta di quanto accade. Nel corso del 2019 in Puglia ci sono state 43 denunce di estorsione, 67 nel 2020, 62 nel 2021 e 26 nel 2022. Per quanto riguarda l’usura, le istanze presentate sono state 40 nel 2019, 28 nel 2020, 27 nel 2021 e 16 nel 2022».

Per le estorsioni in questi quattro anni sono stati erogati dalle fondazioni 8 milioni 500mila euro e quasi due milioni per l’usura», ha spiegato la commissaria. A livello nazionale «le denunce per estorsioni nel 2019 sono state 314, nel 2020 sono state 284 e nel 2022 sono state 195. Per l’usura sono state 418 nel 2019, 255 nel 2020, 217 nel 2021 e 134 nel 2022. Sono stati erogati 67 milioni per le estorsioni e 11 milioni 400mila per l’usura». Poi è stato tracciato una sorta di identikit del cittadino che più spesso si rivolge ad associazioni e fondazioni che fanno parte della Consulta nazionale anti usura San Giovanni Paolo II: hanno fra 48 e 57 anni o sono pensionati, sono per lo più uomini coniugati con famiglie molto numerose. 

 

A preoccupare di più è «il fenomeno del sovraindebitamento di famiglie e imprese, per il quale quale abbiamo strumenti adeguati per intervenire. Dietro però c’è l’usura – ha spiegato Luciano Gualzetti, presidente della Consulta nazionale anti usura – che cerchiamo di prevenire con ascolto, accompagnamento e strumenti economici per le persone sovraindebitate in modo patologico e irreversibile». «Il presupposto – ha proseguito – è che se agiamo in tempo le persone in difficoltà non si rivolgono al credito illegale, che è una realtà concreta». «Occorre evitare che si usino strumenti finanziari in modo indiscriminato – ha detto – perché quella situazione di sovraindebitamento può portare a rivolgersi all’usura, un fenomeno nascosto e difficile da intercettare perché le persone fanno fatica a denunciare, pensando che chi presta soldi in modo facile sia un salvatore».

«Percepiamo un aumento del fenomeno dell’usura, tuttavia le denunce sono ancora limitate. Abbiamo avuto alcune inchieste giudiziarie che dimostrano questa crescita, che spesso si accompagna al fenomeno dell’estorsione», ha confermato il prefetto di Bari, Antonella Bellomo. «Sul nostro territorio ci sono diverse categorie a rischio – ha aggiunto – le famiglie che ricorrono all’usura per sostenere anche le spese sanitarie, ma anche i commercianti, compresi gli ambulanti, sui quali la crisi del Covid ha inciso in modo profondo». «Gli strumenti che ci sono vanno bene – evidenzia Bellomo – ma l’opinione pubblica andrebbe sensibilizzata sul tema delle denunce anche attraverso le associazioni di categoria». 

«Occorre favorire le denunce introducendo un codice rosso, ovvero un canale preferenziale delle denunce più veloce e snello per evitare che le persone che hanno denunciato gli usurai restino troppo tempo in un limbo», dice Antonella Sciarrone Alibrandi, direttrice dell’Osservatorio sul debito privato dell’università Cattolica. «Bisogna fare in modo che le persone in difficoltà economica restino nel circuito legale del credito, favorendo l’accesso alle banche attraverso il meccanismo del fondo di prevenzione, strumento utilizzato dalle fondazioni – ha aggiunto – occorre incrementare la collaborazione fra il settore bancario e il no profit e ammettere che queste associazioni possano erogare direttamente i prestiti di piccolo importo».

«Il nuovo protocollo di intesa per il contrasto dell’usura vede un ruolo prioritario delle banche a presidio della legalità. E’ continuo il dialogo con le federazioni, anche all’interno dell’Osservatorio antiusura. E’ importante un’azione preventiva e che coinvolga tutti gli attori per contrastare il sovraindebitamento. Le banche svolgono questo ruolo preventivo già quando istruiscono le pratiche di prestito».

Lo ha detto il vicedirettore generale vicario dell’Abi, Gianfranco Torriero, a margine del convegno ‘L’azione delle fondazioni anti usura per promuovere la dignità umana in questo tempo di crisì che si è tenuto oggi a Bari.
Per Torriero è inoltre «importante una maggiore diffusione dell’educazione finanziaria». Nel momento in cui si manifestano i primi sintomi di difficoltà è «necessario – ha evidenziato – avere a disposizione tutti gli strumenti per agevolare la sostenibilità dei debiti, prevedendo anche un adeguamento delle normative di vigilanza definite a livello europeo che rendono difficile utilizzare la ristrutturazione dei debiti».

Fonte:https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/bari/1386143/da-bari-parte-l-allarme-usura-poche-denunce-e-il-fenomeno-cresce-nell-ombra.html