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Corruzione: per il Viminale solo il Molise peggio della Calabria

Secondo l’ultimo report del Ministero dell’Interno qui si commettono il doppio dei reati corruttivi rispetto alla media nazionale. I numeri dell’analisi del Viminale

Vincenzo Brunelli

3 Gennaio 2023

Reati corruttivi, la Calabria seconda regione in Italia per denunce e reati commessi secondo il report del Viminale relativo al 2022. Parlando del fenomeno sarebbe, ovviamente, riduttivo analizzare solo lo specifico delitto definito dal legislatore come “corruzione”. Come spiegano gli esperti del Viminale, meglio fare riferimento ad una pluralità di reati che vengono considerati come espressione di atti corruttivi o, comunque, rientranti nel concetto della corruzione.

Non solo corruzione: le 4 categorie nel report

Il dossier del ministero dell’Interno, a cura del Servizio analisi criminale, ha preso in considerazione dodici fattispecie di reato che ruotano intorno a 4 aree principali: corruzione, abuso d’ufficio, peculato e concussione.  Il Servizio analisi criminale elabora studi e ricerche sulle tecniche di analisi, sviluppa progetti integrati interforze. Utilizza inoltre gli archivi elettronici di polizia e li pone in correlazione con altre banche dati. Monitora, infine, i tentativi di infiltrazione mafiosa nelle procedure di appalto di lavori attinenti la realizzazione di grandi opere, grandi eventi, attività di ricostruzione e riqualificazione del territorio.

Corruzione et similia: la Calabria ai vertici nazionali

L’analisi prende in considerazione un periodo di tempo ampio, che va dal 2004 al 2021La media nazionale di reati corruttivi commessi ogni 100mila abitanti è pari a 10,03. La Calabria ne registra più del doppio – 23,32 – e nella classifica generale si piazza così al secondo posto. Peggio fa solo il Molise, mentre dal gradino più basso del podio in giù troviamo Basilicata, Lazio e Campania.

Anche nelle sottoclassifiche la Calabria tiene purtroppo alto il suo nomignolo, risultando sempre ai primi posti (in negativo). Nel capitolo concussione (articoli 317, 319 quater del codice penale) la Calabria è terza, dietro a Basilicata e Campania. In quello che si riferisce alla corruzione (articoli 318, 319, 319 ter, 320, 321, 322, 346 bis, del codice penale) la Calabria risulta terza, dietro a Molise e Umbria. Per quanto riguarda il peculato (articoli 314, 316 del codice penale) la regione Calabria è quinta, dietro a Molise, Toscana, Sicilia e Lazio. E infine per l’abuso di ufficio (articolo 323 del codice penale) la Calabria è seconda, dietro alla Basilicata. I dati si riferiscono, come detto, a reati e denunce per ogni 100mila abitanti monitorati.

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Numero di delitti commessi e segnalazioni riferite a persone denunciate e/o arrestate nella regione Calabria in violazione delle norme contro la Pubblica Amministrazione previste dal Codice Penale

Qualcosa di positivo c’è

Ci si può consolare, forse, con le conclusioni del report. Secondo lo studio del Viminale – salvo il peculato e l’abuso d’ufficio, sostanzialmente stabili da quasi vent’anni –  siamo di fronte a «una generale tendenza alla diminuzione della specifica delittuosità». Certo, «tali risultanze non possono essere considerate definitive», anche perché non si può sottovalutare la «indubbia rilevanza della parte sommersa del fenomeno». Ma resta comunque un «andamento tendenzialmente decrescente nel tempo per i vari indicatori».
La strada verso tassi di legalità maggiori, in Calabria più che altrove, appare ancora lunga e complessa, insomma, ma qualche segnale positivo c’è.

Fonte:https://icalabresi.it/fatti/corruzione-per-il-viminale-solo-il-molise-peggio-della-calabria/