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Ecco le nuove tecniche della mafia: tentare di delegittimare chi lotta contro di essa

ECCO LE NUOVE TECNICHE DELLA MAFIA IN PROVINCIA DI LATINA E NEL LAZIO: TENTARE CON TUTTI I MEZZI DI DELEGITTIMARE GLI INVESTIGATORI, I MAGISTRATI E TUTTI COLORO CHE FANNO AZIONE DI CONTRASTO DELLA CRIMINALITA’ E DELLE ILLEGALITA’

Le nuove tecniche delle mafie, quelle storiche e note e quelle, soprattutto, dei cosiddetti colletti bianchi, professionisti, esponenti politici e delle istituzioni.

Anche noi siamo stati sottoposti ad un fuoco di sbarramento a causa di un’incauta nota inviata ad alcuni amministratori pubblici di Forza Italia dalla signora Baldi di Firenze.

Una nota che ha fatto il giro di tutte le piazze del Lazio, da Ss. Cosma e Damiano, a San Felice Circeo, a Minturno, a Fondi, a Civitavecchia, mal usata, strumentalizzata, sbandierata dai palchi elettorali, nelle trasmissioni televisive, sui giornali di tutto il Lazio.

Un martirio che debbono subire tutti coloro che vogliono fare e fanno lotta vera alle mafie e che ha segnato la storia infausta di tante vittime, da Falcone in poi!

Divide et impera. Scredita e vai avanti. Una regola vecchia e sempre attuale, quella usata dalla mafia.

Sotto tiro, anche il Prefetto di Latina Bruno Frattasi, il Questore D’Angelo, l’ex Comandante Provinciale dei Carabinieri di Latina Rotondi e tutti coloro che fanno azione seria di contrasto.

Magistrati del livello di Francesco Curcio, Diana De Martino, Luigi De Ficchy, comandanti delle forze dell’ordine, giornalisti, dirigenti di associazioni antimafia, insultati, dileggiati, a volte minacciati. Querelati. Delegittimati ed il cui lavoro in difesa dello stato di diritto e della legalità viene messo continuamente in discussione.

Quello che provoca un senso di angoscia, però, non è tanto quello che fanno i mafiosi –il che è normale -, ma, soprattutto, quello che ti viene dai cosiddetti “amici “che dovrebbero far fronte comune con te e che non si rendono conto del fatto che, fornendo, anche forse inconsapevolmente, strumenti di offesa alle mafie, le favoriscono.

Un invito alla riflessione, al ripensamento di taluni loro comportamenti ed un appello fraterno a fare rete, perché, se disuniti e, talvolta, nemici, altro non si fa che il gioco dei mafiosi, quelli noti e, soprattutto, i tanti che si nascondono nei partiti ed anche nelle istituzioni!