La Repubblica,Giovedì 12 Ottobre 2017
La corruzione tocca 1,7 milioni di famiglie. Il picco nel Lazio
La richiesta di denaro e favori è più frequente sul posto di lavoro, poi quando si ha a che fare con la giustizia e nel caso di necessità di accedere a prestazioni assistenziali. A 2,1 milioni di famiglie è stato chiesto di fare una visita medica a pagamento prima di accedere al pubblico. Solo il 2,2% denuncia. La mappa
MILANO – Per la prima volta l’Istat domanda della corruzione direttamente ai cittadini e scopre che quasi otto famiglie su cento (il 7,9% per la precisione corrispondenti a 1,74 milioni) almeno una volta nella vita hanno ricevuto richieste di denaro, favori, regali o altro in cambio di servizi o agevolazioni di vario tipo (la mappa). Un numero che scende al 2,7% negli ultimi 3 anni e ancora all’1,2% se si guarda agli ultimi 12 mesi. Il dato complementare è che la quota di famiglie che hanno avuto richieste di corruzione denunciando l’episodio è solo del 2,2%, la quasi totalità non lo ha fatto (95,7%), il 3,3% preferisce non rispondere e l’1,9% non sa o non ricorda.
Dove avviene la corruzione? Nella maggioranza dei casi al lavoro (3,2% delle famiglie), soprattutto nel momento della ricerca di lavoro, della partecipazione a concorsi o dell’avvio di un’attività lavorativa (2,7%), dice l’Istituto. Ma è frequente che gli episodi avvengano anche quando si ha a che fare con la giustizia: “Tra le famiglie coinvolte in cause giudiziarie, si stima che il 2,9% abbia avuto nel corso della propria vita una richiesta di denaro, regali o favori da parte, ad esempio, di un giudice, un pubblico ministero, un cancelliere, un avvocato, un testimone o altri”.
Seguono poi (al 2,7%) i casi dei benefici assistenziali (cioè nel momento in cui si chiedono contributi, sussidi, alloggi sociali o popolari, pensioni di invalidità o altri benefici) e ancora l’ambito sanitario (quando le famiglie hanno bisogno di visite mediche specialistiche o accertamenti diagnostici, ricoveri o interventi). In aggiunta, l’Istat stima che al 9,7% delle famiglie (più di 2 milioni 100mila) sia stato chiesto di effettuare una visita a pagamento nello studio privato del medico prima di accedere al servizio pubblico per essere curati. Infine, le famiglie che si sono rivolte agli uffici pubblici nel 2,1% dei casi hanno avuto richieste di denaro, regali o favori. Più in fondo le forze dell’ordine e il mondo dell’istruzione. La stima più bassa di corruzione riguarda le public utilities: sono soltanto 0,5% le famiglie che al momento di richiedere allacci, volture o riparazioni per energia elettrica, gas, acqua o telefono hanno avuto richieste di pagamenti in qualsiasi forma per ottenere o velocizzare i servizi richiesti.
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La contropartita più frequente nella dinamica corruttiva è il denaro (60,3%), seguono il commercio di favori, nomine, trattamenti privilegiati (16,1%), i regali (9,2%) e, in misura minore, altri favori (7,6%) o una prestazione sessuale (4,6%). Tra le famiglie che hanno acconsentito a pagare, l’85,2% ritiene che sia stato utile per ottenere quanto desiderato.
A livello regionale, l’indicatore complessivo (7,9%) raggiunge il massimo nel Lazio (17,9%) e il minimo nella Provincia autonoma di Trento (2%), ma la situazione sul territorio è molto diversificata a seconda degli ambiti della corruzione.