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Appaltopoli, niente libertà per Marrama e Campanelli

Il Mattino, Giovedì 30 Marzo 2017

Appaltopoli, niente libertà per Marrama e Campanelli

di Viviana Lanza

Appaltopoli: nessuna nuova scarcerazione, almeno per il momento. I lunghi interrogatori, le repliche alle accuse, le spiegazioni e la difesa non devono aver convinto il gip Federica Colucci a cambiare idea sulle esigenze cautelari e sulla posizione, nell’inchiesta sulla presunta Appaltopoli napoletana e casertana, della sovrintendente di Napoli, Adele Campanelli, e del professor Daniele Marrama, il presidente della Fondazione Banco di Napoli finito sotto inchiesta non per questo suo incarico ma per una consulenza esterna in uno degli appalti finiti sotto la lente della Procura.

Restano agli arresti domiciliari, dunque. Così ha deciso il gip. È la stessa misura che il giudice aveva disposto il 15 marzo scorso accogliendo la richiesta dei pm del pool antimafia titolare del fascicolo, coordinato dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. Entrambi, Campanelli e Marrama, nei giorni scorsi avevano dato al gip spiegazioni e la loro versione degli episodi al cuore delle accuse. In particolare Adele Campanelli (assistita dall’avvocato Luigi Sena) si era difesa dall’accusa di turbativa d’asta in relazione all’appalto per i lavori nei padiglioni 7 e 8 della Mostra d’Oltremare che prevedevano la realizzazione di un museo virtuale dei ritrovamenti archeologici dell’area flegrea.

Campanelli aveva escluso di aver voluto favorire l’architetto La Regina (che gli inquirenti indicano tra i personaggi chiave dell’inchiesta) svelando in anteprima dettagli del progetto e aveva spiegato le circostanze dell’incontro che ebbe con l’architetto quando si presentò assieme a un noto archeologo per chiederle il nome di un professionista: «Ho solo dato un consiglio tecnico» aveva puntualizzato la sovrintendente dinanzi al gip, negando di sapere che sarebbe stata bandita una gara d’appalto per l’opera di cui la Sovrintendenza era stata interessata.

Anche Daniele Marrama (assistito dagli avvocati Arturo Frojo e Francesco Melito) aveva avuto un lungo confronto con il gip, tre ore per replicare alle accuse di turbativa d’asta in relazione all’appalto «Le porte dei parchi» del comune di Francolise. Una difesa netta a partire dai suoi rapporti con La Regina: «I nostri figli sono compagni di scuola». L’accusa ha invece ipotizzato che la consulenza privata sia stato un modo per rendere apparentemente legittimo l’accordo per pilotare la gara. «Non avrei potuto condizionare quell’appalto. Non avevo un ruolo nella commissione né poteri decisionali» si era difeso Marrama, spiegando che in quella vicenda era stato consulente del Rup, il responsabile unico del procedimento, e sostenendo la corretta della propria attività.