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Torino, annuncio shock del boss della ‘ndrangheta in aula: “Basta con i reati, cambio vita”

Torino, annuncio shock del boss della ‘ndrangheta in aula: “Basta con i reati, cambio vita”

La Repubblica, Domenica 18 Dicembre 2016
Torino, annuncio shock del boss in aula: “Basta con i reati, cambio vita”
Al processo Big bang, addio alla ‘ndrangheta di uno dei fratelli Crea

di SARAH MARTINENGHI

“CHIEdo scusa. Ho sbagliato, ho commesso tanti reati, ma per me finisce qui”. Sono dichiarazioni choc quelle rese in aula da Aldo Cosimo Crea, inaspettate e sconvolgenti. È successo all’udienza preliminare per l’operazione Big Bang, in cui a gennaio i carabinieri e i magistrati della Dda avevano sgominato la ‘ndrangheta nel cuore di Torino arrestando 22 persone e chiudendo il bar “Gran Galà” di piazza Sabotino. Aldo e suo fratello Adolfo Crea sono stati considerati negli ultimi anni i boss del Piemonte, tra i padrini con il grado più alto. Entrambi, giovedì, davanti al giudice Giorgio Potito hanno chiesto la parola, per esprimere tuttavia posizioni molto diverse tra loro. Mentre Adolfo Crea, assistito dall’avvocato Giuseppe Del Sorbo, ha sostanzialmente negato ogni addebito, spiegando di “aver fiducia nella giustizia” ma di non aver commesso le estorsioni contestate, bensì di aver solo compartecipato al recupero di denaro prestato, suo fratello ha invece spiegato di voler prendere le distanze da un passato di crimini e reati. “Ho commesso molti sbagli, ma ho deciso di cambiare vita. Voglio liberarmi da ogni peso” ha infatti spiegato, raccontando anche alcuni episodi estorsivi di cui la procura non era a conoscenza, negandone tuttavia altri. Come ad esempio la famosa “testa di maiale”: quella mozzata e recapitata a una vittima con il biglietto “La prossima sarà la tua”. Aldo Crea ha disconosciuto quel gesto eclatante affermando che l’iniziativa sarebbe stata di un coimputato, e che lui con questo fatto non c’entra nulla.
È la prima volta che Aldo Cosimo Crea rende dichiarazioni confessorie: “Questo non significa la volontà di cominciare un percorso da collaboratore di giustizia, tantomeno quello di addossare colpe ad altri — spiega l’avvocato difensore Daniela Rossi — solo l’intenzione di cambiare vita”, chiudendo quindi, una volta espiata la condanna, i suoi conti con la giustizia.
Diversa invece la posizione del fratello. “Adolfo Crea aveva già parlato in altri processi — spiega l’avvocato Del Sorbo — non era la prima volta. Le sue dichiarazioni sono state volte a spiegare semplicemente la sua estraneità alle contestazioni”. Nel suo discorso ha spiegato anche che era inutile che la procura gli chiedesse se facesse parte della ‘ndrangheta, “Ho accettato la mia condanna per Minotauro senza presentare ricorso per Cassazione” ha sottolineato. Era infatti stato condannato a 10 anni e 4 mesi di carcere.
Sia lui che Aldo erano stati arrestati per quell’operazione nel giugno del 2011. Adolfo era tornato libero nel febbraio del 2014, suo fratello nel giugno del 2015. Il sostituto procuratore Paolo Toso contesta loro di aver ricominciato a organizzarsi già dal carcere. Adolfo ha raccontato che invece proprio perché era detenuto non avrebbe avuto modo di partecipare ai reati. Ha quindi spiegato che nei circoli spesso si prestava denaro a chi non aveva soldi, e di essere intervenuto in casi di litigi ma di non aver mai commesso le estorsioni contestate.
L’udienza proseguirà il 12 gennaio. La parola dagli imputati (tutti hanno scelto l’abbreviato tranne D’Onofrio) passerà all’accusa del pm Toso che ricostruirà i fatti emersi dalle indagini. L’operazione “Big bang”, dopo Minotauro e San Michele, era stata eclatante, proprio perché aveva fatto emergere la presenza della ‘ndrangheta a Torino: erano stati messi sotto sequestro, oltre al bar di piazza Sabotino, anche una lavanderia in piazza Gran Madre, un ristorante alle Porte Palatine e alcune case da gioco. Entrambi i fratelli Crea hanno ora intenzione di lasciare Torino quando usciranno dal carcere.