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Sentenza processo “Anni Novanta”: due ergastoli e cinque assoluzioni

Due ergastoli, cinque condanne, cinque assoluzioni. Queste le sentenze emesse a Roma a carico dei 12 imputati arrestati nell’ambito dell’operazione «Anni Novanta» e processati dalla Corte d’Assise del tribunale di Latina. La sentenza è stata letta nell’aula bunker del carcere di Rebibbia a Roma.

Le pene. Ergastolo per il boss della camorra Michele Zagaria e per il leader del gruppo laziale Ettore Mendico, accusati rispettivamente degli omicidi di Giovanni Santonicola e Rosario Cunto, entrambi avvenuti nel sud pontino nel corso del ’90. Quindici anni a Orlandino Riccardi, per l’estorsione Grassi (il pubblico ministero della Dda di Roma Diana De Martino aveva chiesto l’ergastolo anche per lui); 10 anni per Domenico Buonamano e Antonio Antinozzi; 8 anni per Luigi Pandolfo; 3 anni e 4 mesi per Antonio La Valle. Assolti invece Maurizio Mendico, Luigi Riccardi, Luigi Cannavacciuolo, Giuseppe Sola e Giuseppe Ruggieri.
Quattro giorni per il verdetto.
La sentenza è stata emessa dopo 4 giorni di camera di consiglio. I giudici popolari e togati sono rimasti in isolamento, nel carcere di Rebibbia, senza alcun tipo di contatto con l’esterno.

Le accuse. Gli imputati erano tutti accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio ed estorsione in una indagine eseguita dai carabinieri di Latina nel 2005 in collaborazione con la procura di Napoli e partita dall’uccisione, nel 1990, a Santi Cosma e Damiano dell’imprenditore Giovanni Santonicola. I giudici del collegio, presieduto da Raffaele Toselli, hanno anche deciso che i danni saranno da liquidarsi in separata sede alle parti civili, tra le quali c’è anche la Regione Lazio.

Le richieste del pm. Tre gli ergastoli che erano stati chiesti dal pm Diana De Martino: a carico di Ettore Mendico, Michele Zagaria e Orlandino Riccardi. Chiesti nove anni di reclusione per Antonio Antinozzi, Domenico Buonamano e Luigi Pandolfo. Queste le altre richieste dell’accusa: otto anni per Antonio La Valle; sette per Maurizio Mendico; sei per Luigi Riccardi; cinque anni e sei mesi per Luigi Cannavacciuolo; assoluzione per Giuseppe Sola e Giuseppe Ruggieri.

Le reazioni. «La Corte di Assise di Latina ha condannato a risarcire i danni alla Regione Lazio sei imputati al processo ‘Anni ’90 contro il clan Mendico. È quanto si legge, oggi, dal dispositivo della sentenza nell’aula bunker di Rebibbia. È con soddisfazione che apprendo questa notizia: la Corte ha riconosciuto la sussistenza del danno che il sodalizio mafioso ha causato al nostro territorio. La sentenza conferma ciò che avevamo sostenuto da tempo e cioè che in provincia di Latina, vale a dire alle porte di Roma, sono forti le infiltrazioni delle mafie. Per la prima volta, in quel territorio, un ente come la Regione si è posto al fianco della Procura Antimafia per sostenere, nell’ambito di un processo penale i diritti della nostra comunità». Lo dichiara in una nota la presidente della commissione Sicurezza del Consiglio regionale del Lazio, Luisa Laurelli (Pd).

(Tratto da Latina24ore)