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.Prefettura di Caserta.Rivelazione di segreto d’ufficio indagato il viceprefetto Palmieri

Il Mattino, Domenica 25 Settembre 2016

Caserta, rivelazione di segreto d’ufficio indagato il viceprefetto Palmieri

di Marilù Musto

Caserta. Il viceprefetto Luigi Palmieri è indagato per rivelazione di segreto d’ufficio. Scoppia il caso sulla presunta talpa in Prefettura a Caserta, all’indomani delle nuove dichiarazioni del testimone-chiave Alberto Di Nardi, imprenditore «double face», indagato pure lui e buono per tutte le inchieste, Dda e ordinarie: da un lato accusato, dall’altro accusatore dell’ultima ora. È stato lui, trentacinque anni e un curriculum di tutto rispetto, a fare fortuna prima con il riciclo di pneumatici usati e poi con gli appalti nel settore dei rifiuti nei comuni del Casertano. E ora tira in ballo il funzionario della prefettura di Caserta che deve difendersi da un’accusa gravissima. L’apertura del fascicolo è un atto dovuto, per la guardia di finanza e i carabinieri che indagano su Palmieri, a garanzia del viceprefetto.  Le sue dichiarazioni sono state messe nero su bianco dai magistrati della Dda Alessandro D’Alessio e Maurizio Giordano in un verbale del marzo scorso, depositato in udienza due giorni fa durante il processo stralcio all’ex consigliere regionale del Pdl, Angelo Polverino con imputati Angelo Grillo e Giuseppe Gasparin.

Di Nardi, l’uomo-chiave dell’inchiesta sugli appalti al Comune di Maddaloni, ascoltato per la prima volta sul «caso Maddaloni» dai pubblici ministeri Carlo Fucci e Massimo Urbano per poi rilasciare dichiarazioni-fiume anche sulle gare «controllate» a Piedimonte Matese ai sostituti Alessandro Di Vico e Giorgia De Ponte, a marzo ha «dipinto» il faccendiere e consulente Antonio Scialdone, sette anni fa legato al consigliere regionale Nicola Ferraro, come un dirigente ancora influente nelle amministrazioni locali. «Scialdone aveva anche amicizie con la prefettura di Caserta, in particolare con una funzionaria madrina di battesimo della figlia di Scialdone e con un altro viceprefetto, Luigi Palmieri, anche lui padrino di uno dei figli di Scialdone», spiega Di Nardi. «Scialdone sapeva in anticipo delle procedure di interdittiva antimafia eseguite dalla Prefettura per alcune imprese».