A margine dell’incontro, oggi a Roma, con i Testimoni
di Giustizia…
A giudicare dal numero dei partecipanti e dall’esito
degli incontri, dovremmo dichiararci soddisfatti.
Ma è dura, ragazzi, veramente dura.
In certi momenti di scoramento ti viene voglia di
cominciare a fare, alla stregua di tanti altri,
tanti, un’antimafia solamente di facciata, di chiacchiere
, alleata peraltro con il potere e che dal potere si fa
pagare vivendo, così, felice e tranquilla.
Oppure sei tentato di dire:
andata al diavolo tutti ed arrangiatevi da soli..
Poi i principi in cui credi ed i valori che ti hanno
insegnato i tuoi genitori te lo impediscono.
Come pure lo sguardo tenero e supplichevole di tanti
poveri disgraziati vittime di un sistema mafioso che li
ha distrutti economicamente ed umanamente, a dirti
“non te andare, non ci abbandonare”.
E tiri avanti, continui a combattere in difesa delle
persone oneste, delle vittime di mafia, di coloro che un
sistema di merda ha ridotto a larve umane.
E ti compenetri, vivi in sintonia con loro, partecipi alle
loro sofferenze, quasi fossero le tue.
Ma quanta amarezza, ragazzi, e non tanto per il
comportamento di tanti che rappresentano le
istituzioni perché si sa ormai dell’esistenza di due
stati, lo Stato-Stato e lo stato-mafia ed hai messo nel
conto il fatto che sono ormai pochi coloro che stanno
dalla parte nostra, di chi combatte veramente e non a
chiacchiere le mafie, soprattutto quelle politiche ed
istituzionali.
Trovi sempre il disturbatore che viene ai tuoi incontri
cercando di crearti difficoltà.
Ma anche questo è nel conto in quanto, oltretutto, è
anche utile che ciò avvenga perché serve ad aprirti gli
occhi su chi è sincero e chi eventualmente venisse
per conto di altri a sabotarti le iniziative e a spiare chi
c’è e cosa si dice. In modo da emarginarli ed
allontanarli uno dopo l’altro.
Perché capita anche questo.
Addolora, invece, quando qualcuno ti dice: “Eh ma
anche voi dell’Ass. Caponnetto fate le tessere ed
invitate le persone a tesserarsi”.
A chi dice queste cose noi rispondiamo che
l’Associazione Caponnetto ha fatto sin dalla sua
nascita, 15 anni fa, una scelta radicale che la differenzia
dalla maggioranza degli altri sodalizi:
niente convenzioni, accordi, finanziamenti dalle
istituzioni.
Noi non gestiamo beni, non ci facciamo pagare se ci
chiamano nelle scuole, non abbiamo chiesto
l’assegnazione di case, terreni, proprietà.
Non ci finanziano partiti, sindacati, assicurazioni e
quanti altri perché non vogliamo essere legati a
nessuno.
Non siamo l’antimafia del potere perché è nel potere
che si annidano le mafie.
Anche il tesseramento è selezionatissimo e ristretto al
minimo perché temiamo le infiltrazioni di mafiosi, di
gente disonesta e di coloro che vorrebbero entrare
nella nostra Associazione per indurla a fare business
come fanno taluni o a piegarla agli interessi di un
partito.
Fra un pò di tesseramento ed il 5 per mille abbiamo
un bilancio annuo che sì e no ruota intorno ai 2000
euro.
Bastano per fare due-tre convegni, manifesti, diritti di
affissione, assicurazioni.
Tutto il resto -costi delle visure camerali, spese di
viaggi ed altro ancora – lo prendiamo dalle nostra
tasche, quelle personali e familiari di pochi di noi.
La persona che ci ha detto quelle parole che ci hanno
veramente ferito sappia che un’Associazione che non
prende soldi da partiti ed istituzioni, per essere
democratica e soprattutto libera da condizionamenti di
ogni sorta, DEVE avere una sua base, pur ristretta e
selezionatissima di iscritti, altrimenti da chi è
composta? dal vento?
Ma- e concludiamo con il colpo più duro – una cosa è
quando sono uomini del potere a dire alla gente “vai a
tesserarti a quell’associazione” (e non siamo di certo
noi!!!), altra e quando
siamo noi- e non uomini del potere – a sollecitare le
persone sensibili ed oneste ad iscriversi alla nostra
Associazione ed a combattere insieme a noi le mafie.
Avete capito la differenza che c’è fra i due
inviti???
O dobbiamo ritornarci ancora su?