Non finiremo mai di esaltare l’opera instancabile del Questore di Latina D’Angelo e dei suoi collaboratori contro i clan sul territorio pontino.
Saremmo felici se anche gli altri corpi di polizia presenti sul territorio, a cominciare dalla Guardia di Finanza, facessero altrettanto, perché, purtroppo, non è così.
Ciò premesso, non vorremmo, però, che passasse una linea riduzionistica e minimalista in virtù della quale, viste la mole e l’importanza delle operazioni fatte- e che continueranno sicuramente- anche per quanto attiene ai sequestri ed alle confische dei patrimoni illeciti, qualcuno ritenesse esaurita l’opera contro le mafie in provincia di Latina.
Mafie, ripetiamo sempre e ripeteremo all’infinito, perché, se è vero che si sta colpendo bene il livello militare di queste, non altrettanto si sta facendo per quanto riguarda i livelli economico e, soprattutto, politico.
Non per colpa della Polizia di Stato, ovviamente.
Imputati ed inquisiti per reati associativi o meno, o comunque sospettati e non ancora attenzionati in maniera adeguata, presenti in pubbliche amministrazioni, comuni, province, regione, sono stati individuati ad iosa.
E ce ne sono ancora altri.
Tanti.
Tantissimi.
A Roma, a Latina, a Fondi, Sabaudia, Formia e così via.
I “casi “ Nettuno, Fondi ed altri ancora.
Gli inquirenti sanno di cosa stiamo parlando.
Se non si colpisce a quel livello si possono arrestare mille camorristi, mafiosi, ndranghetisti, ma saremo sempre punto ed a capo perché è la “politica”, certa politica, che alimenta le mafie.
La mafia dei “colletti bianchi”, dei fiancheggiatori, di coloro che vedono e tacciono, i “cretini” come li ha definiti Nando dalla Chiesa, oltre a quella rozza, di analfabeti e di delinquenti conclamati.
Debbono essere quelli ancora non conclamati che debbono incutere paura.