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MINTURNO, BLACK QUEEN: IL “RICICLAGGIO DEI LATTICINI” ALL’OMBRA DEI “NUOVI CASALESI”

16 Gennaio 2020

di Bernardo Bassoli

Operazione Black Queen: il “riciclaggio dei latticini” ha portato all’arresto di Mario Fazzone, già in carcere perché accusato di essere vicino alla “Nuova Gerarchia dei Casalesi”

Ieri è scattata l’operazione Black Queen, condotta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina, ed eseguita dai militari della Compagnia Guardia di Finanza di Formia guidati dal capitano Nicola Maglione. I finanzieri hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal gip del Tribunale di Cassino su richiesta del pm Roberto Bulgarini.

È stato così disposto il sequestro di denaro, beni immobili e mobili nei confronti di una società di Minturno operante nel settore lattiero-caseario, per un ammontare complessivo pari a circa 1,2 milioni di euro, nonché l’applicazione di 2 misure restrittive: per Mario Fazzone il carcere, per Paolo Carnevale gli arresti domiciliari.
Gli altri tre indagati a piede libero sono tra Minturno, Viterbo e Roma.
Gravi i reati contestati: riciclaggio, reimpiego, autoriciclaggio, favoreggiamento e distruzione o occultamento di scritture contabili, in un settore come quello lattiero-caseario da tempo sotto i riflettori degli investigatori di mezza Italia.

Gli amministratori di fatto della società destinataria dei sequestri sono stati individuati in Fazzone e Carnevale che avevano costituito l’impresa utilizzando beni aziendali spoliati da altra società, Filata srl, operante nel medesimo settore dei latticini e oggetto di una bancarotta fraudolenta, sempre riconducibile ai medesimi indagati e per la quale, in primo grado, i due sono stati già condannati.

Tuttavia, il 44enne Mario Fazzone non è nuovo alle cronache, sopratutto recenti. Nel marzo scorso, infatti, fu arrestato dal Nucleo Investigativo del Gruppo di Aversa (Caserta) in ragione di un’ordinanza di custodia cautelare, anch’essa in carcere (ieri, al momento degli arresti, Fazzone era già in carcere), e nell’ambito di un’articolata indagine coordinata da magistrati della Procura della Repubblica di NapoliDirezione Distrettuale Antimafia.

Fazzone, originario di Capua (Caserta), fu arrestato insieme a Francesco Pugliese di Mugnano (Napoli) per estorsione aggravata dalle modalità mafiose.

Il provvedimento scaturiva da una più ampia attività investigativa, grazie anche a due collaboratori di giustizia, arrivata nei confronti del gruppo criminale denominato “Nuova gerarchia del clan dei casalesi” guidata da Massimo Perrone, detto ‘o Parente, fratello di Pasquale Perrone affiliato alla fazione Bidognetti.

Secondo gli inquirenti, già nel marzo del 2018 (da dove si originano gli arresti dei nuovi casalesi trapiantati a Minturno) la struttura della Nuova Gerarchia del Clan dei Casalesi poteva essere ricondotta, oltre che alla figura di Perrone, a Michele Bidognetti, fratello di Francesco alias Cicciotto ‘e Mezzanotte, ora collaboratore di giustizia, ma un tempo boss di primissimo piano e braccio destro di Francesco “Sandokan” Schiavone.

Proprio ieri, a testimonianza di un giro di vite nel lattiero-caseario, è scattata un’altra operazione molto importante, a pochi chilometri dal Basso Lazio, riguardante i Casalesi più classici (sempre che abbia senso scomodare un aggettivo così bello per un gruppo camorristico).
Il gip Leda Rossetti del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, infatti, ha disposto gli arresti domiciliari per due dirigenti di Parmalat, Lorenzo Vanore e Antonio Santoro, e per due prestanome, Giuseppe Petito e Teresa Zazzaro, cui si contesta il trasferimento fraudolento di valori. Secondo gli inquirenti, l’imprenditore di Castellammare di Stabia, Adolfo Greco, i nipoti del boss Michele Zagaria, i fratelli Nicola e Filippo Capalbo e i manager di Parmalat avrebbero preso parte ad alcuni incontri tra Castellammare di Stabia e la Penisola sorrentina per un affare illegale nel settore lattiero. La ditta Euromilk, che era finita al centro della prima indagine che aveva coinvolto nel 2018 Greco, sotto altre forme societarie, avrebbe avuto rapporti con Parmalat, azienda che però non risulta coinvolta in alcun modo nell’inchiesta napoletana (solo ieri 7 misure cautelari in carcere). Greco (accusato di concorso esterno in associazione camorristica con i Casalesi) avrebbe consigliato ai nipoti di Zagaria, figli di sua sorella Beatrice, di costituire una cooperativa di lavoratori per prendere tutti i contratti che Euromilk aveva con Parmalat. Per agevolarli, Greco avrebbe concesso loro il latte da distribuire praticamente a prezzo di costo, per un paio di mesi.

Latticini e camorra, riciclaggio e reati tributari/fiscali. Un quartetto che, a monte, ha il vero obiettivo dei mafiosi di tutto lo Stivale: reimpiegare i soldi illeciti, entrare nell’economia legale e tentare la via dell’istituzionalizzazione. E scurdammoce ‘o passato.

fonte:www.latinatu.it

 

 

 

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