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“Infinito Crimine”, Nicaso e Gratteri: la conoscenza unica arma per combattere la ‘ndrangheta e sconfiggere l’omertà

“Infinito Crimine”, Nicaso e Gratteri: la conoscenza unica arma per combattere la ‘ndrangheta e sconfiggere l’omertà

Domenica, 20 Maggio 2018 11:08

Lamezia Terme – “Che cosa dovrebbe ancora succedere che non sia già successo per scuotere questo paese?” chiede Nicaso. “Nulla – risponde Gratteri – è già successo di tutto e di più. Ma noi non ci arrendiamo”.

Il magistrato Nicola Gratteri, in prima linea nella lotta alla ‘ndrangheta, e lo storico delle mafie, Antonio Nicaso, raccontano la realtà della “più potente holding criminale del mondo” in seconda serata su Rai3 nel programma “Infinito Crimine”. Dal Santuario di Polsi, dove ogni anno si riuniscono i vertici delle cosche, al Porto di Gioia Tauro, il principale punto di accesso del traffico di cocaina nel Mediterraneo, fino all’Aspromonte e ai comuni della Locride insanguinati dalle faide e dove l’omertà è legge.

694 le vittime dei sequestri

L’indagine ha percorso le tappe che hanno portato la ‘ndrangheta a quella che oggi viene definita “la più potente holding criminale al mondo”. 694 le vittime dei sequestri di persona, “nati e inventati nella ‘ndrangheta” sottolinea il Procuratore di Catanzaro, un tempo unica fonte di denaro per i mafiosi. Ad essere sequestrati erano sempre giovani del Nord ma anche bambini: è il caso del piccolo di sette anni Marco Fiora rimasto incatenato per 517 giorni senza camminare e senza la possibilità di lavarsi. Tra i casi eclatanti anche il sequestro di Paul Getty che una volta rilasciato ha detto “questa storia mi ha insegnato ad odiare le persone”, o di Cesare Casella, giovane di 19 anni rimasto prigioniero per 743 giorni e di Carlo Celadon, rapito a 18 anni per 831 giorni (il più lungo sequestro mai avvenuto in Italia). Questi alcuni dei casi trattati nel corso della trasmissione. Solo il blocco dei beni e la pressione forze dell’ordine ha posto fine all’ “emergenza sequestri”.

Altra tappa di questo viaggio per Nicaso e Gratteri, l’Aspromonte: è tra le sue montagne che i giovani sequestrati venivano nascosti tra una “cappa di omertà”. Poi visita a Gioia Tauro dove doveva sorgere il centro siderurgico, mai nato. Dopo i sequestri, raccontano, la ‘ndrangheta inizia ad occuparsi di lavori pubblici dove impiegavano i proventi dei sequestri per finanziare la nuova attività. 

Dopo i sequestri la ‘ndrangheta punta tutto sulla cocaina

Il porto Gioia Tauro ha ancora oggi un ruolo importante per la ‘ndrangheta: è molto utile per i traffici illeciti. Tappa poi, in una delle cattedrali nel deserto: la liquichimica di Saline Jonica. È così la ‘ndrangheta calabrese si fa imprenditrice. Dall’arena di Reggio Calabria Nicaso e Gratteri raccontano delle guerre di ‘ndrangheta nate per i contrasti sulle strategie: 200 gli omicidi avvenuti.

Poi il salto: “si siede nella stanza dei bottoni per partecipare alla cogestione della cosa pubblica” dice Gratteri. È nel 1992 che si conclude la guerra tra cosche e “si punta tutto sulla cocaina”. E, mentre Cosa nostra è in difficoltà la ‘ndrangheta inizia a farsi spazio nel mondo. In tutto il mondo. Dal Porto di Gioia Tauro i protagonisti dell’indagine raccontano il percorso che ha portato il porto a diventare uno dei punti nevralgici per il traffico di cocaina.

Importante anche la costruzione dei buker “un latitante di mafia non si allontana mai dai territori”. E’ proprio dai bunker, che costruiscono nelle abitazioni, che gestiscono la cosa pubblica. “Oggi – prosegue Gratteri – sono i politici che vanno a cercare i capi mafia”. Così si punta a controllare i pacchetti di voti. Sono loro che oggi “danno risposte sociali che la politica non da più” afferma il Procuratore della Repubblica di Catanzaro. 

La ‘ndrangheta è ovunque e va dove domanda e offerta si incontrano”. In Italia sono così stati sciolti 269 consigli comunali dal 1992 al 2017. Importante anche il riferimento alla zona grigia, altro capitolo il denaro sporco e il riciclaggio. Tappa anche davanti la Procura di Catanzaro dove Gratteri parla degli affari della ‘ndgrangheta. “L’élite di ‘ndrangheta ha stanze piene di denaro: l’unico problema è come portarlo alla luce del sole”. Nicaso non esista a definirla “una peste chiamata ‘ndrangheta rinchiusa e protetta da una omertà senza tempo”.

Il viaggio nella ‘ndrangheta si conclude li dove è iniziato, a Polsi, davanti al Santuario dove i capi riunivano e dove “la mafia più ricca del mondo domina la regione più povera d’Europa”. Si parla di un fatturato di circa 52 miliardi di euro l’anno ma “in Calabria restano solo le briciole” dice Nicaso. Non bastano manette e sentenze ma è importante la conoscenza: “andare nelle scuole e parlare ai ragazzi fargli capire che un corriere della droga guadagna quanto un idraulico ma il corriere rischia la morte o il carcere”. Questa la ricetta di Gratteri per debellare la ‘ndrangheta: “La conoscenza è un’arma efficace per combattere le mafie”. E, “Noi non ci arrendiamo” e non ci arrenderemo.

R.V.

Video: https://www.raiplay.it/video/2018/05/Infinito-Crimine-Indagine-sulla-Ndrangheta-8b39d83b-3b03-4657-b8c8-0cdf120b4373.html