Civitavecchia, Delrio riconferma commissario all’autorità portuale indagato per falso
Monti e Iavolella, questa l’altra contestazione della procura, avrebbero consentito che si svolgessero le opere di dragaggio della cosiddetta darsena traghetti “senza le autorizzazioni paesaggistiche o comunque in violazione delle prescrizioni imposte dal ministero dell’Ambiente”. Da ultimo ai due viene contestato anche l’attività di gestione dei rifiuti non autorizzata per aver consentito, secondo la Procura, “lo smaltimento non autorizzato di materiale di dragaggio stimato in 10 mila metri cubi, tratto dalle attività di escavazione oltre il limite di 10 metri, attraverso il riversamento in vasca di colmata”.
Il commissario Monti al fattoquotidiano.it replica così: “Le contestazioni mi vengono mosse come rappresentante legale, non c’è stato alcun onere aggiuntivo per l’autorità portuale rispetto al dragaggio superiore che la Procura contesta. L’opera strategica alla quale si fa riferimento è stata finita. Sul reato ambientale io potrei pagare un’oblazione per passarlo a reato amministrativo, basterebbe pagare 3200 euro, ma non pago nulla perché non ho commesso alcun reato e lo chiarirò nella relazione che presenterò in procura entro fine maggio”.
Tra gli indagati figurano anche Edgardo e Guido Azzopardi della Rogedil così come l’architetto Franco Portoghesi, direttore dei lavori su indicazione della Rogedil, che hanno secondo la Procura, in combutta con Ievolella, consentito la messa in opera di materiale deteriore rispetto a quello previsto nel contratto di appalto. L’avvocato Edgardo Azzopardi è stato condannato a 9 mesi, pena sospesa, lo scorso novembre, per concorso in rivelazione in segreto d’ufficio, in un filone dell’indagine sulla cricca dei grandi eventi. Contro la sentenza di primo grado è stato presentato ricorso in appello. Torniamo al porto di Civitavecchia. La Rogedil detiene il pacchetto di maggioranza di Port Mobilty, società che si occupa di gestire mobilità e parcheggi nel porto, dopo averne acquistato il 77% nel 2014.
La Corte dei Conti, elencando alcune variazioni nella convenzione sottoscritta, aveva criticato in merito alcune scelte dell’autorità portuale: “Gli elementi fin qui elencati – si legge nella relazione dei giudici contabili – si qualificano come importanti novità rispetto all’originaria concessione, di portata tale da potersi configurare l’opportunità di effettuare una nuova gara ad evidenza pubblica, tenuto anche conto delle modifiche intervenute nell’assetto societario”. Il commissario Monti risponde: “La Corte dei Conti parla di opportunità e non di obbligo, l’autorità portuale ha chiarito che vi è stata una diminuzione dell’onere pagato dai passeggeri e quindi rimanendo dentro la concessione e non andando oltre”. Dopo la vicenda Corte dei Conti, ora c’è l’indagine penale, un altro scoglio da superare per il commissario inamovibile.
(ha collaborato Rocco Vazzana)