IL SENATORE FAZZONE PALADINO DELL’ANTIMAFIA?
Il Sen. Claudio Fazzone si è sentito in dovere, dopo l’incontro organizzato
dal Partito Democratico di Fondi che ha visto la partecipazione dell’On.le
Walter Veltroni, il Sen. Raffaele Ranucci, il Sen. Achille Passoni, l’Onle Jean-
Leonard Touadì, del Segretario regionale del SILP-CGIL Cosmo Bianchini, di
dichiarare di condividere l’esigenza di un rafforzamento in termini di organico
delle forze dell’ordine in provincia di Latina e l’istituzione di una sede della
DIA in provincia. Ma, subito dopo, dichiara tutto il suo disappunto per quella
che il Sen Fazzone definisce un’azione da campagna elettorale e una chiara
strumentalizzazione politica.
Ci saremmo meravigliati se il Sen. Fazzone avesse fatto dichiarazioni
diverse da queste che dimostrano, ancora una volta, il fastidio che lui prova
quando una intera classe politica di centro-destra da lui guidata a Fondi ed in
provincia di Latina, viene messa sotto accusa per essersi distinta nell’azione
più dura di negazionismo della presenza delle mafie sui nostri territori.
Oggi il Sen Fazzone dice di essere stato sempre in prima linea nel
combattere la criminalità con gli strumenti dello Stato, al fianco delle forze
dell’ordine. Peccato che a noi non manchi la memoria delle sue farneticanti
dichiarazioni, ripetute anche durante la trasmissione ANNOZERO, circa
denunce contro l’allora Prefetto di Latina Bruno Frattasi, reo di essersi
impicciato troppo dei fatti di Fondi, così come del suo amico di partito e
Presidente della Provincia di Latina Armando Cusani che parlava, riferendosi
evidentemente al Prefetto Frattasi ed ai magistrati che conducevano le
indagini sul “caso Fondi” come di “pezzi deviati dello Stato”.
E, allora, per farla breve, diamo un consiglio al Sen Fazzone: prima di
rilasciare dichiarazioni tanto clamorose ed insensate, di contare fino a tre e
di guardarsi per qualche secondo allo specchio, forse riuscirebbe a capire
(ma abbiamo forti dubbi) che sta per dire delle fazzonate, che fa rima con
berlusconate.
Fondi, lì 06 maggio 2011
Rosaria Alfinito, Coordinatrice del Partito Democratico
Bruno Fiore, Consigliere comunale
Alleghiamo al Comunicato stampa le interrogazioni parlamentari che gli On.li
Emanule e Fiano, Walter Veltroni e Maria Teresa Amici, hanno presentato al
Ministro dell’Interno, con richiesta di risposta in Commissione antimafia.
E l’interrogazione, sullo stessa tema, presentata dal Sen. Raffaele Ranucci,
primo firmatario, al Senato.
RANUCCI – Al Ministro dell’interno – Premesso che:
l’azione investigativa che quotidianamente le Forze dell’ordine svolgono con
prodigalità, sollecitudine e grande senso di responsabilità ha confermato in tantissime
operazioni investigative la presenza, in Provincia di Latina ed in tutta l’area del sud
pontino, di attività camorristico-mafiose volte al traffico di stupefacenti, estorsioni,
riciclaggio ed inquinamento degli appalti pubblici;
è unanime l’allarme che le Forze di polizia, in particolare la DIA (Direzione
investigativa antimafia), continuano a segnalare in merito alla forte offensiva che le
mafie stanno realizzando per accaparrarsi ampi segmenti dell’economia del basso
Lazio, in particolare della provincia di Latina, in settori chiave come quello dell’edilizia
e del commercio provocando inevitabilmente un progressivo inquinamento del tessuto
sociale;
nel mese di ottobre 2010, il Questore di Latina dottor Nicolò Marcello D’Angelo,
il Capo della Squadra mobile dottor Cristiano Tatarelli e due ispettori di Formia hanno
ricevuto rispettivamente per corrispondenza intimidazioni mafiose attraverso un plico
contenente proiettili calibro nove;
nel mese di aprile 2011, l’Ispettore di Polizia Pasquale Natissi, organico al
Nucleo di polizia giudiziaria del Commissariato di Fondi, è stato fatto oggetto di
intimidazioni mafiose tramite l’esplosione, nel Comune di Lenola, di quattro colpi di
pistola indirizzati all’automobile di proprietà della moglie;
il 4 maggio 2011 la DIA di Roma, su disposizione del Tribunale di Latina,
ha eseguito nei Comuni di Lenola e Fondi una confisca di beni stimati in oltre 10
milioni di euro, tra cui una lussuosa villa con piscina, 4 fabbricati, 36 appezzamenti
di terreno, numerose quote societarie riferite a 11 imprese ubicate in Roma e
Fondi. Il patrimonio confiscato è riconducibile, secondo fonti di stampa, alla famiglia
dell’imprenditore di Fondi Franco Peppe in sodalizio malavitoso con la più ben nota
famiglia mafiosa dei Tripodo di origine calabrese; sempre dalle informazioni diramate
a mezzo stampa, sembrerebbe che lo scopo del sodalizio criminoso fosse quello di
controllare le attività economiche di alcuni settori del MOF (mercato ortofrutticolo di
Fondi);
l’imprenditore Franco Peppe, operante nel MOF, era stato arrestato nel luglio
del 2009 con altre sedici persone nell’abito dell’inchiesta denominata Damasco con
cui l’antimafia metteva in evidenza i condizionamenti della criminalità nel contesto
amministrativo ed imprenditoriale di Fondi;
considerato che:
le Forze dell’ordine, in particolare la DIA, hanno più volte evidenziato i rischi di
infiltrazioni camorristiche, con particolare riferimento al clan dei Casalesi, nel territorio
della provincia di Latina, definita “colonia” dei camorristi del nord Casertano, che
incontrastati si espandono in tutto il territorio, vista anche la contiguità con la Regione
Campania;
i clan camorristico-mafiosi, presenti sul territorio del sud pontino, agiscono
con sempre maggiore spregiudicatezza per il controllo del territorio, rendendosi
protagonisti di efferati episodi di cronaca nonché di atti intimidatori e di ritorsione nei
confronti di appartenenti alle Forze dell’ordine, giornalisti, imprenditori, commercianti
e per ultimo anche nei confronti di singoli cittadini come sta trapelando dalle ultime
inchieste che vedono la pratica del “prestito a strozzo” sempre più stringente;
da molto tempo a viva voce i rappresentanti sindacali di categoria chiedono,
al fine di arrestare l’avanzata della criminalità organizzata nel sud pontino,
un’intensificazione della presenza dello Stato, attraverso l’aumento dell’organico
delle Forze dell’ordine e la creazione in loco di una sede distaccata della Divisione
investigativa antimafia;
si chiede di sapere:
se e quali provvedimenti urgenti il Ministro in indirizzo intenda intraprendere al
fine di intensificare l’attività di repressione della criminalità organizzata nella provincia
di Latina anche in considerazione della gravità dei fatti su esposti;
se non ritenga di intervenire tempestivamente al fine di garantire nella
provincia di Latina e nel sud pontino l’incolumità di Forze dell’ordine, giornalisti,
imprenditori, commercianti e comuni cittadini, vista la pericolosa situazione
d’emergenza criminale che si è venuta a creare;
se e quali provvedimenti urgenti intenda assumere al fine di dare una risposta
ferma e concreta per contrastare il continuo aumento di infiltrazioni malavitose nelle
pubbliche amministrazioni della provincia di Latina.
(4-05137)
FIANO, VELTRONI, AMICI. – Al Ministro dell’Interno. – Per sapere – premesso che:
nel sud pontino permane una grave situazione in riferimento alle infiltrazioni delle organizzazioni
camorristiche e mafiose;
nell’ottobre 2010 furono recapitate al Questore di Latina Dott. Nicolò D’Angelo e al Capo della
Squadra Mobile Dott. Cristiano Tatarelli e a due Ispettori di Polizia proiettili calibro 9X12;
nell’aprile di quest’anno un altro Ispettore di Polizia, in servizio presso il Commissariato di Fondi,
è stato vittima di un grave atto intimidatorio con spari rivolti contro l’autovettura della moglie
parcheggiata sotto la propria abitazione;
immediata, in entrambi i casi, è stata la denuncia delle organizzazioni sindacali di categoria (SILP-
CGIL e UIL Polizia) che hanno evidenziato gravissime carenze nei mezzi e negli organici in un
territorio in cui la criminalità organizzata è fortemente radicata in settori come l’edilizia, il traffico
di stupefacenti e di armi, la gestione di rilevanti investimenti di capitali in attività turistico-ricettive
sul litorale da San Felice Circeo a Sperlonga;
a questo riguardo è di queste ore la notizia di un’azione delle forze dell’ordine tesa al sequestro di
beni per molti milioni di euro relativi al presunto boss che operava con attività parallele al Mof;
le Forze dell’Ordine sul territorio si sentono abbandonate e chiedono al Governo di farsi carico di
questa gravissima situazione -:
quale sia il giudizio del Ministro dell’interno sull’aggravarsi della situazione sul territorio in
oggetto;
quali saranno le misure concrete che il Ministro dell’Interno vorrà adottare a tal riguardo nei
prossimi giorni.