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Una riflessione profonda e le decisioni della prima riunione del nuovo nostro Consiglio Direttivo svoltasi ieri a Formia, nel Lazio ed a confine fra questa regione e la Campania. Un messaggio all’Italia democratica e sana.

Manca, in generale-non capiamo se in maniera volontaria od inconsapevole, il che sarebbe ancor più grave- una riflessione profonda ed informata sulla gravità del “caso Fondi”.

Un “caso” che non riguarda affatto solamente l’ambito geografico cui si riferisce direttamente, ma che travalica i confini territoriali fino ad assurgere al ruolo, le dimensioni e simbolo di un Paese avviluppato e piegato a e da un “sistema politico-massonico-mafioso”, che, se non affrontato con armi adeguate ed una volontà politica ed istituzionale di ferro da parte di quell’Italia non ancora inquinata, riuscirà fra non molto a trasformare il nostro Stato di diritto in stato criminale.

E’ inutile organizzare manifestazioni generiche per la legalità, manifestazioni che dicono al contempo tutto e niente, continuare a parlare di Falcone e Borsellino in termini storici ed emotivi senza dare continuità e contenuti giornalmente all’impegno contro i mafiosi, mafiosi che si annidano nei nostri territori, nelle nostre stesse case, nei partiti, nelle istituzioni, fra i professionisti e gli imprenditori della nostra stessa terra, scovandoli uno per uno e DENUNCIANDOLI, nome e cognome.

Non solo loro ed i loro sodali politici ed istituzionali, ma anche quegli eventuali pezzi di organi dello Stato infedeli e legati ai mafiosi, direttamente od indirettamente, che non fanno il loro dovere, insabbiano le pratiche, depistano, rallentano e così via.

Il nostro convincimento, fatte le opportune riflessioni tenendo conto del “quadro”generale – partendo dallo strano suicidio dell’ex Comandante della Compagnia della Guardia di Finanza Capitano Fedele Conti e mettendo in fila tutti i fatti, anche quelli apparentemente meno significativi finora verificatisi a Fondi e nel vicino territorio, da Sperlonga a Terracina – e dalle notizie che solo –scusateci l’apparente presunzione, ma noi andiamo orgogliosi di queste nostre specificità e singolarità che ci danno titolo per definirci un’associazione antimafia VERA e non fatta di bla bla e di chiacchiere e questo è il motivo per il quale i mafiosi o ci blandiscono e ci chiedono anche di aderire alla nostra Associazione, come è avvenuto e ben sanno gli inquirenti autorevoli da noi puntualmente tenuti informati, o ci denunciano perché ci considerano i loro veri nemici. – chi indaga giorno dopo giorno e veramente non finisce mai di acquisire.

Sul “caso Fondi” –che è, ripetiamo, il “caso” simbolo di un’Italia composta di due facce -l’Italia che ci hanno lasciato come il paese del diritto i nostri nonni che hanno combattuto e molti di loro ci hanno rimesso la vita contro il fascismo e le mafie e l’Italia dei massoni e dei mafiosi-mancano conoscenza, riflessione vera ed approfondimenti continui.

Il nostro convincimento, formatosi non solo sulla base di intuizioni, è che gli stessi cittadini onesti di Fondi -che sono la maggioranza anche se sono comunque responsabili oggettivamente per i loro silenzi e la loro inerzia-non sanno dell’”autorevolezza” di taluni personaggi politici “autorevoli” (ci si scusi la ripetizione), non locali, che hanno le ville, non sappiamo ancora a chi intestate, nel tratto che va da Sperlonga a Terracina.

Una rete, un mix di presenze e di possibili interrelazioni, che potrebbero stare alla base, o costituirne addirittura le fondamenta e l’ossatura di quel “sistema” di cui parlano molti ma del quale nessuno si occupa di individuarne contorni e contenuti.

Quel “filo scoperto”, nel momento in cui si parla tanto in questi giorni e spesso a vanvera, sul quale saltarono le vite di Falcone e Borsellino e di tanti, tantissimi altri, non rinomati come loro, ma altrettanto onesti e coraggiosi in questa Italia di corrotti e di mafiosi.

Fatte le debite eccezioni, ovviamente.

L’Italia democratica e del Diritto ha perso la battaglia sul “caso Fondi”-che, lo ripetiamo, è un “caso nazionale e non solo riferibile alla città di cui stiamo parlando- perché non ha saputo, per imbecillità ed inerzia, e NON SA mettere in campo le energie investigative migliori.

E la prima e la principale battaglia da condurre riguarda proprio lo smantellamento totale di quelle parti di apparati locali non adeguati che sono preposti alla vigilanza ed alla repressione.

Punto.

Se non si cambiano anche i gradini di quegli apparati, si rischierà sempre di togliere dall’oceano il classico bicchiere di acqua.

Chi vuole ed è in grado di capire, capisca.

Tutto il resto è chiacchiera, bla bla.

Per Fondi, per il Basso Lazio, per il Lazio e per l’Italia intera!

Si è volato E SI VOLA troppo, troppo basso…

E’, questo, il punto centrale della riflessione della riunione del nostro nuovo Consiglio Direttivo che si è svolta ieri a Formia e che da oggi in avanti si svolgerà ad una SCADENZA FISSA DELL’ULTIMO SABATO MATTINA DI OGNI MESE.

Ovviamente abbiamo deciso di attrezzarci al meglio con la costituzione di un organismo interno specializzato alla bisogna e composto dalla migliori intelligenze della nostra Associazione.