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Sui cantieri edili le mani delle mafie.Un allarme della CGIL sempre attuale a causa di una situazione che si va sempre più aggravando

Non è la prima volta che la Cgil punta il dito contro le mafie in provincia

La situazione, però, sta peggiorando e la relazione fatta dal segretario generale della Fillea di Roma e Lazio, Roberto Cellini, pesa come un macigno. «Abbiamo pensato all’organizzazione di questo incontro – ha esordito Cellini – motivati da una profonda preoccupazione per il clima decisamente peggiorato nei cantieri edili del Lazio riguardo a legalità e trasparenza e abbiamo utilizzato il rapporto dell’Osservatorio tecnico-scientifico per la sicurezza e la legalità nella Regione Lazio». «Durante la crisi – specifica Cellini – le imprese vedono inaridirsi i propri flussi di cassa ed erodere il valore di mercato del proprio patrimonio. Entrambi i fenomeni rendono le imprese più facilmente aggredibili da parte della criminalità organizzata. Anzitutto, ma non solo, attraverso l’esercizio dell’usura nelle sue diverse configurazioni». E guardando al caso pontino i «prestiti a strozzo» stanno rappresentando un incubo per gli imprenditori, come testimoniano i numerosi arresti. Il segretario della Cgil ha elencato una serie di episodi raccolti «sul campo», dagli stessi sindacalisti, che sempre più spesso verrebbero intimiditi per l’azione che portano avanti a difesa degli operai edili. Cellini cita tre storie pontine, come esempio di quanto la situazione nell’edilizia stia peggiorando. «Due funzionari della Fillea di Latina – ha dichiarato Cellini – visitano un cantiere nel centro storico di Gaeta. Ci sono quattro lavoratori di cui tre immigrati. Sono tutti senza DPI. Da un controllo fatto presso la Cassa Edile non risultano iscritti all’Ente. I lavoratori chiamano il titolare che si presenta immediatamente sul cantiere. È il Sig. Enrico Amelio, originario di Napoli e titolare a Gaeta di due aziende edili. Ai funzionari dice che il giorno successivo sarebbe dovuto andare a Napoli per alcune questioni e che, appena rientrato, avrebbe regolarizzato il tutto presso la Cassa edile di Latina. Nella zona di Quarto, a Napoli, il giorno successivo, gli hanno sparato alle gambe e leso l’arteria femorale. È morto quasi sul colpo. Gli inquirenti – dice il sindacalista – propendono per un regolamento di conti tra cosche camorristiche». Ed ancora: «Appalto edilizia residenziale privata a Fondi per circa un milione di euro. Committente Immobiliare L’Arcobaleno di Latina dell’Ing. Raffaele Carlino, legata con un’altra immobiliare, la Lgm Impresit di Napoli, titolare di un appalto a Terracina, anch’esso privato, di circa diciotto ml. di euro. L’Azienda esecutrice, per entrambi gli appalti – dichiara sempre il sindacalista – è la C&D Costruzioni srl di Sezze, che occupa circa cinquanta lavoratori. Per motivi mai chiariti dai due committenti non vengono più erogati i SAL alla società esecutrice che a sua volta non paga i lavoratori. Sul cantiere di Fondi si riesce a trovare un accordo con la C&D Costruzioni. A convocare le parti Fillea-CGIL e Filca-CISL di Latina, in nome e per conto sia dell’Immobiliare Arcobaleno sia per la C&D Costruzioni è l’avvocato fondano Riccardo Izzi, già assessore ai lavori pubblici di Fondi ai tempi dell’operazione antimafia “Damasco”. In data 21 aprile 2009 viene siglato un verbale di accordo tra le parti in cui la C&D è rappresentata dall’avvocato Izzi. Dei 30.000 euro di credito che vantano i lavoratori la metà dovrebbe essere erogata entro il 31 maggio e il restante entro il 30 giugno. Viene erogata una prima tranche di 5.000 euro. Il 6 luglio 2009 l’avv. Riccardo Izzi viene arrestato nell’ambito dell’operazione “Damasco” per concorso in associazione mafiosa. Naturalmente i lavoratori non hanno più visto un euro». Per concludere con Latina: «Presso la centrale nucleare di Borgo Sabotino – afferma Cellini – verso l’estate del 2007, apre uno dei cantieri più grandi della provincia di Latina. Il committente è Terna Spa, l’Impresa appaltatrice è l’Acmar di Ravenna. L’impresa subappaltatrice per le opere in cemento armato è la Treton Spa di Pero (MI). Sul sito lavorano circa sessanta edili, di cui 54 romeni. Una parte dei lavoratori romeni provengono da vari cantieri della stessa Treton. Il restante, la maggioranza, provengono direttamente dalla Romania attraverso un non meglio identificato personaggio romeno dipendente della Treton che gestisce tale traffico. Sia il Committente che L’Appaltatore, invece di esercitare i dovuti controlli di legge, sembrano ignorare il fatto che nella busta paga risulta una sola voce «trasferta interna»: 42.9 euro per 25 giorni con evidente evasione contributiva e fiscale. I lavoratori denunciati in Cassa Edile di Latina sono 20 su 60 e i denunciati hanno una media di 80 ore mensili. Invece gli operai lavorano 11 ore al giorno senza pagamento degli straordinari. Dopo la denuncia agli organi ispettivi la Treton sparisce e viene sostituita dalla S&C di Caserta che rispetta contratto e leggi, a dimostrazione anche che la provenienza geografica non è sempre sinonimo di malaffare». La Cgil lancia quindi un appello alle istituzioni, per combattere compatti contro le mafie, adeguando la normativa e adottando una serie di accorgimenti utili ad arginare le infiltrazioni del crimine organizzato nei cantieri.

(Tratto da Il Tempo – Latina)