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Sanità malata

Sanità malata. Raccogliere i cocci… e, riscoprire le dignità vere Una Procura, quella di Velletri, finalmente ci mette le mani. Il miracolo degli Angelucci, il profondo dissesto della sanità in regione. Dalle cliniche delle Madonne al San Raffaele di don Verzé. Dalla Rosy Bindi al banditismo della signora Sanità, alle propaggini locali. Chi non parla, chi non ha visto e chi, dagli atti dell’anagrafe ditte, ha moltiplicato il patrimonio facendo sacco delle risorse pubbliche.

Quando trenta anni fa qualcuno gridava che alla sanità, la mancanza di controlli e la interpretazione delle norme, almeno, se non trucchi vari, si abusava nella richiesta di rimborsi, se non altro, percorrendo la strada, troppo gesuitica, di una compensatio occulta, si riteneva che qualcuno fosse fuori di testa tanto che un sostituto di allora, ciò contestò. E, l’allora appena uscito dai ranghi Badalì, immesso nella consorteria di massa a creare la dignità ed il consenso, ci chiamò e, lo visitammo presso la sua abitazione e poi, in merito, decise sul suo fatto privato. E qualcun, nei verbali della struttura, illustrava quel… Ora, dopo 30 anni, con eclatanza appare il fenomeno. E, già a quei tempi, atti di allora, c’era chi poneva in evidenza che i rimborsi ai medici di famiglia per la gran parte, allora, incomparati ad arte, ricevevano rimborsi per pazienti defunti e, i quadri e le dirigenze di allora, pur con la cosa denunciata, ricevevano incentivi alla loro opera. Ricordate il Gen. Dalla Chiesa… ! Quando fu immesso a Prefetto di Palermo, già colonnello dell’Arma in quei luoghi, avendo conosciuta l’umana fauna del luogo, con i suoi collaboratori prospettò la ricerca delle evoluzioni patrimoniali dei soggetti, nell’arco del tempo, dal Palermo di anni prima al suo ritorno in Sicilia qual Prefetto. Ciò non potè poi fare per le note vicende forse anche derivanti dal suo piano di lavoro, essendo solo poiché, per ciò ed altro, forse, proprio isolato e, direbbe qualcuno, per gli effetti di quella realtà… Nel caso specifico emerso, dall’inserviente UIL della sanità romana, 35 anni fa, a re del… trucco. Ma, dov’erano i poteri istituzionali quando la “più bella che intelligente” chiamò Don Verzè al Ministero per avvisarlo: “ Don Verzé, lei deve lasciare la Capitale!”… e tutto quel che seguì. E la Corte dei Conti a quel tempo più volte adita per i fatti locali, dov’era? Or, giustamente si accorge di un malaffare diffuso a tal punto da soffocare le istituzioni stesse e la società. I patrimoni cresciuti, dal nulla a miliardi e oltre… Ebbene il Presidente Napolitano, di fronte a tanta capacità, altro che Berlusconi..! per la capacità di costoro, dimostrata nel tempo, li chiami a salvare la nazione ma, prima gli faccia fare le radiografie dovute e le TAC di rito alle fortune accumulate ed al modo di accumularle! E’ pur vero, che oramai c’è rimasto ben poco da sottrarre..! Nella tragedia della nazione che va approssimandosi, allorché il 40, 50 % della forza lavoro, non avrà più reddito, c’è l’effettivo pericolo di una aggressione al maltolto, senza peraltro risultato alcuno poiché, tolto o maltolto, accumulato legittimamente o meno, è la attività produttiva mancante, che produrrà disoccupazione. Altro che il rilancio dello sviluppo!, si leggano i testi del Latouche el altri, si va necessariamente verso l’economia della decrescenza, per un riequilibrio sull’indispensabile e massimo il necessario. E allora, questi dei dell’accumulo, con l’invisa se non complice inattività istituzionale, potrebbero fare il bel gesto di organizzare almeno una ulteriore caritas, privata, per, smobilizzato almen in parte il loro accumulo, farne mense e dare la sussistenza ai necessitanti che diversamente saranno costretti, comunque, all’”esproprio proletario”.

(continua)

A due mani Irina Fox e Luciano Gottardo

P. S. Caro Maurizio, bancario, sarebbe stato il caso…