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Roma. E’ giunta l’ora che Alemanno si svegli e che non continui a minimizzare il radicamento delle mafie nel tessuto economico, sociale e politico della Capitale

Se non sono omicidi sono ferimenti. A quando il prossimo scontro a
fuoco in città? Alemanno e i suoi sembrano voler minimizzare, ripetono
ogni volta la medesima litania: si tratta di scontri tra bande per lo
spaccio della droga. Come se ciò bastasse a tranquillizzare, a
ridimensionare il problema. E parlano periodicamente di nuovi patti
per la sicurezza che dovrebbero sottoscrivere col Ministero
dell’Interno e dell’arrivo imminente di agenti a rinforzo.
Come si fa a non capire che oltre all’ordine pubblico per le strade
c’è anche da affrontare un pericolo più nascosto e più subdolo? Come
si fa a non capire che questi continui episodi criminali a Roma
rappresentano soltanto la punta dell’iceberg, le ultime propaggini di
una infezione che si è andata sempre più estendendo nel tessuto
romano, a opera delle mafie tradizionali e della quinta mafia,
autoctona? Si pensa forse che sia inutile allarmismo quello delle
denunce e degli appelli che associazioni come la “Caponnetto” non si
stancano di portare all’attenzione della pubblica opinione e delle
autorità? E si che adesso anche magistrati e prefetti impegnati
dichiarano apertamente che siamo passati, nel Lazio e a Roma, dalle
infiltrazioni al radicamento delle mafie, che trovano linfa e supporto
nelle insospettabili connivenze intrecciate nel mondo imprenditoriale,
in quello finanziario, negli studi professionali. E se il sindaco vuol
parlare di droga si vada a vedere i dati che evidenziano un business
sempre più in espansione, che abbisogna di un contrasto ad alti
livelli. Quando ci si sveglierà, pretendendo che ci si attrezzi con
uomini e mezzi per una seria risposta investigativa al crimine, per un
lavoro di intelligence?
Non vogliamo attendere ancora, chiamiamo le associazioni cittadine, la
politica cittadina (quella con la P maiuscola di cui ha parlato
recentemente Antonio Ingroia), a reagire con forza, a intrecciare le
competenze e le esperienze acquisite, per una lotta senza quartiere
che smascheri illegalità e corruzione, che liberi la città dalla
criminalità mafiosa.

Associazione antimafia “Antonino Caponnetto” Regione Lazio
– Gruppo romano –