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Ritorna la strategia stragista

Le cosche di Gela erano pronte a uccidere l’ex sindaco Rosario Crocetta, ora parlamentare europeo del Pd, e una cugina del Gip del tribunale di Caltanissetta, Giovanbattista Tona, che i mafiosi credevano fosse la sorella del magistrato. L’agguato sarebbe dovuto avvenire entro breve. Cinque le ordinanze di custodia cautelare ad altrettanti esponenti di spicco della mafia di Gela, già in stato di detenzione per altri reati

Avevano progettato attentati a un magistrato del tribunale di Caltanissetta e all’ex sindaco di Gela, Rosario Crocetta. Sono stati arrestati cinque esponenti del clan Emanuello dalla squadra mobile di Caltanissetta, al termine di una serie di indagini coordinate dalla direzione distrettuale antimafia dello stesso capoluogo.
Erano già in carcere i cinque per i quali è scattato stamattina il nuovo provvedimento di custodia cautelare. Si tratta di Francesco Vella, Nicola Casciana, Massimo Carmelo Billizzi, Paolo Portelli e Domenico Vullo. Le indagini hanno consentito di accertare che gli esponenti del clan Emanuello erano in grado di preparare azioni anche da dietro le sbarre.

Nel mirino del gruppo era finito l’ex sindaco di Gela, Rosario Crocetta, attualmente eurodeputato, contro il quale stavano studiando un agguato. Crocetta avrebbe dovuto pagare per il suo impegno istituzionale contro la mafia e la sua attività continua contro il clan. Ma l’obiettivo era anche (sia pure attraverso suoi familiari) Giovanbattista Tona, magistrato del tribunale di Caltanissetta, “colpevole” di aver comminato pene agli affiliati del clan in molti processi negli ultimi anni e di seguire attualmente, come giudice dell’udienza preliminare (Gup), una tranche importante di un processo a carico di tutto il gruppo di fuoco del clan Emmanuello, che ha, alla fine degli anni ’80 e durante parte dei ’90, scatenato la guerra di mafia con la stidda di Gela.

Alle indagini ha dato un contributo l’ex reggente del clan Emanuello, Crocifisso Smorta, attualmente collaboratore di giustizia, che ha confermato la frenetica attività del clan anche all’interno delle mura carcerarie e il pericolo imminente per l’ex sindaco e il magistrato.

Quattro carcerati, poi, sono stati denunciati anche per l’aggressione dietro le sbarre a un altro detenuto, Giuseppe Cassarino, arrestato nel luglio 2009 nell’ambito dell’operazione “Cerberus”, coordinata sempre dalla direzione distrettuale antimafia nissena, che aveva chiesto di essere interrogato dal magistrato. I quattro lo hanno colpito selvaggiamente, rompendogli la mascella, e lo hanno minacciato davanti ad altri detenuti durante l’ora d’aria, allo scopo di fargli riferire quanto aveva dichiarato al pubblico ministero e di non farlo più collaborare con la stessa Procura.

Crocetta chiede la scorta anche in Belgio. “La mafia dimostra che non ‘babbia’ e, quando si sente minacciata, vuole fare sul serio”. Lo sa bene l’eurodeputato del Pd ed ex sindaco di Gela Rosario Crocetta, che però continua a dichiararsi sereno e assicura che continuerà nella battaglia contro la mafia. “E’ chiaro che la mia azione contro Cosa nostra non l’ho fatta da solo – spiega -, ma anche con la gente comune, gli industriali, l’Antiracket. E’ stata una grande mobilitazione”. Certo, nota Crocetta, “ci sono anche fatti personali dietro questa vicenda, come per esempio l’aver licenziato la moglie del boss. Pago la mia battaglia per la giustizia, ma trovo assurdo che in Francia e in Italia godo della scorta e in Belgio invece non ho nessuna protezione. Le autorità italiane dovrebbero intervenire. Continuerò la mia lotta alla mafia anche a livello europeo perché la mafia non è solo una questione italiana Spero che questi mafiosi paghino il loro conto con la giustizia”.

I magistrati con Tona. La Giunta distrettuale di Palermo dell’Associazione Nazionale Magistrati, manifesta “piena e convinta solidarietà al collega Tona, da sempre impegnato, con eccezionale professionalità e dedizione, in innumerevoli e gravosissimi processi di criminalità organizzata”. E’ quanto scrive in una nota il Presidente distrettuale dell’ Anm di Palermo Antonino Di Matteo dopo la notizia dello sventato attentato alla cugina del gip di Caltanissetta, Giovambattista Tona.
“Le preoccupanti notizie, emerse da recenti acquisizioni investigative, concernenti progetti omicidiari in suo danno, rappresentano l’ennesimo “segnale” della concretezza del rischio di un ritorno delle organizzazioni mafiose alla strategia di attacco violento nei confronti dei Magistrati più esposti, auspichiamo che si garantisca al meglio la sicurezza e la serenità del lavoro di chi è quotidianamente impegnato in prima linea.

Si mobilita anche il mondo politico. Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd del Senato ricorda: “Ieri magistratura e Forze dell’Ordine hanno sventato un piano criminale per l’omicidio dei magistrati Lari, Paci, Ingroia e Gozzo titolari di inchieste di prima linea a Caltanissetta e Palermo contro la mafia. Oggi sono arrivate 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere per altrettanti boss mafiosi colpevoli di aver pianificato l’assassinio dell’ex sindaco di Gela, ora eurodeputato, Rosario Crocetta e della sorella del Gip Giovanbattista Tona, anche loro accomunati dall’impegno quotidiano contro la criminalità organizzata. E’ chiaro a tutti che siamo di fronte a un rigurgito delle mafie contro la magistratura, a un ritorno alla strategia della strage come colpo di coda di una criminalità organizzata che in questi anni ha subito un attacco durissimo da parte dello Stato. Uno Stato che anche oggi, come ieri, ha dimostrato di esserci e di saper reagire con forza e tempestività”.
“E’ proprio in un momento come questo – prosegue Anna Finocchiaro – che le istituzioni e le forze politiche devono stringersi con solidarietà e vicinanza attorno a questi magistrati e a questi uomini politici che sono l’avanguardia della lotta contro la mafia e alle loro famiglie. Anche rasserenare il clima tra politica e magistratura può giovare a sostenere concretamente questa battaglia di civiltà e legalità di primaria importanza per lo sviluppo dell’Italia e in particolare del Mezzogiorno”.

Il presidente della commissione regionale antimafia, Lillo Speziale commenta : “Ancora la notizia di un piano criminale pensato per fermare l’azione di chi si impegna nella lotta contro la criminalità organizzata”.
“La notizia dello sventato attentato – prosegue il parlamentare – è un segnale allarmante che deve richiamare l’attenzione sul lavoro degli amministratori locali e dei magistrati impegnati in un percorso, spesso difficile, di affermazione della legalità e del buon governo. A Crocetta ed al dottor Tona va piena solidarietà e l’auspicio che nel territorio nisseno si possa lavorare in un ambiente sereno e privo di qualunque tentativo di condizionamento”.
Per il governatore siciliano Lombardo l’attentato in preparazione nei confronti dell’ex sindaco di Gela e di parenti del magistrato di Caltanissetta “conferma il ritorno ad una preoccupante strategia del terrore da parte della mafia, come già le notizie di ieri avevano fatto comprendere. Oggi più che mai – prosegue il presidente della Regione – occorre che tutte le istituzioni facciano quadrato contro la malavita organizzata per sancire il primato dello Stato. A Crocetta e Tona va, naturalmente – conclude Lombardo – la solidarietà mia e dell’istituzione che rappresento”.

(Tratto da AprileOnline)