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Risposta del ministro Costa ad un interrogazione parlamentare sugli esposti dell’associazione Caponnetto

Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00894

Attiva riferimenti normativi

Atto n. 4-00894

Pubblicato il 21 novembre 2018, nella seduta n. 61

LANNUTTI , PESCO , DI NICOLA , ROMAGNOLI , GRANATO , ROMANO , PIRRO , DE BONIS , LUCIDI , EVANGELISTA , L’ABBATE , TRENTACOSTE – Ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, della salute, dell’interno e della giustizia. –

Premesso che a quanto risulta agli interroganti:

 l’Associazione nazionale illegalità e mafie “Antonino Caponnetto” ha presentato negli ultimi mesi diversi esposti alla Procura nazionale antimafia, alle procure delle province di Napoli e Caserta, di Cassino ed alla Direzione distrettuale antimafia di Campobasso, richiedendo di indagare rispettivamente;

alle procure di Napoli, Napoli Nord, Torre Annunziata, Nola, Santa Maria Capua Vetere: per i reati di strage (art. 422 del codice penale), omicidio (art. 575 del codice penale), in conseguenza del reato di disastro ambientale, in merito all’ubicazione degli interramenti rifiuti tossici e/o sostanze nocive ed eventualmente anche radioattivi nel territorio della Regione Campania (Province Napoli e Caserta) denominata Terra dei Fuochi, o l’Inferno di Gomorra. Una terra distrutta, inquinata, avvelenata, costretta a risucchiare rifiuti per anni e anni dalla criminalità organizzata, con la complicità di politici, imprenditori e parte delle istituzioni che avrebbero dovuto controllare, monitorare, proteggere e garantire la salute pubblica. Si parla oramai di una vera e propria strage di bambini e persone adulte, colpiti da patologie tumorali che hanno una stretta correlazione con le sostanze tossiche interrate in quel territorio;

alla Procura di Cassino, competente per una vasta area del Frusinate e Basso Lazio, per il reato di disastro ambientale e quant’altri ipotizzabili dai fatti, con richiesta di accertamenti in merito a sostanze tossiche e/o radioattive interrate, in particolare nella discarica ubicata in località Nocione, oltre che in altre località sotto la competenza della Procura, compreso il tratto tra Presenzano – S. Vittore – Cassino nelle discariche e nella cave aperte abusivamente da soggetti collegati alla camorra operanti in subappalto nei lavori di costruzione della terza corsia dell’Autostrada del Sole e della TAV; richiesta di accertamento dell’identità e della posizione degli autotrasportatori indicati nei documenti desecretati, che contengono le dichiarazioni di Carmine Schiavone riferite alle Province di Latina e Frosinone e, se utili, alle indagini delle altre province; gli elenchi dei mezzi di trasporto con indicato il numero di targa e relativo intestatario;

alla Direzione distrettuale antimafia di Campobasso è stata prodotta una denunzia per accertare la sussistenza di un presunto traffico illecito di rifiuti speciali e pericolosi legati a residui di incenerimento tramite combustione, che sarebbe avvenuto tra l’inceneritore di Pozzilli, di proprietà di Herambiente, e il cementificio della società Colacem nella Piana di Venafro (ipotesi di reato rientranti nella tipologia prevista dalla legge 13 agosto 2010, n. 136) di competenza delle Direzione distrettuale antimafia. Traffico di ceneri che da una dichiarazione fatta alla stampa dal prefetto di Isernia, dottor Guida, sarebbe avvenuto con mezzi appartenenti a ditte collegate con la criminalità organizzata;

dal quadro illustrato, tratto dai citati dettagliati esposti, si evidenzia che oramai nelle Province del centro Italia sussiste una emergenza criminalità dedita al traffico illegale di rifiuti e conseguente inquinamento ambientale, che sembra sfuggire al controllo delle autorità preposte, che sta creando una preoccupante inquietudine nella popolazione, sia per la salute pubblica, dovuta all’impennata di malattie tumorali, che per l’impunità di cui godono i criminali dell’ambiente. A questo preoccupante quadro vanno aggiunti gli ulteriori atti criminali derivanti dalla miriade di sospetti roghi (tossici) che hanno colpito negli ultimi due – tre anni i centri di raccolta, smistamento e trattamento di rifiuti differenziati in tutta Italia, oltre 200, con un preoccupante aggravamento della situazione ambientale e sanitaria;

si tratterebbe di un metodo diffuso tra le aziende, che farebbe ipotizzare un sistema criminale per distruggere con l’incendio, materiali non riciclabili, antieconomici da smaltire. Metodo criminale che dovrebbe essere maggiormente approfondito nelle indagini pur rilevanti degli investigatori e delle Direzioni distrettuali antimafia competenti per territorio,

si chiede di sapere:

se il Governo intenda, per quanto di sua competenza, promuovere un’indagine epidemiologica per valutare nell’insieme il reale stato dei danni provocati alla salute dei cittadini coinvolti;

se disponga di maggiori informazioni in ordine alla infiltrazione della criminalità organizzata nella gestione dei rifiuti, in particolare nelle regioni Campania, Lazio, Molise e se emergano collusioni con la criminalità industriale;

se il Ministro dell’interno intenda sollecitare le prefetture coinvolte per competenza territoriale, affinché vengano attivati i comitati di sicurezza pubblica per i conseguenti provvedimenti;

se il Ministro della giustizia intenda avviare approfonditi accertamenti, anche tramite l’utilizzo dei propri poteri ispettivi, per verificare se a quella che agli interroganti appare come una forma di inattività e di sottovalutazione dei descritti fenomeni criminali da parte dell’autorità preposta, corrispondano mancanze di propria competenza.

 

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Sen. Lannutti Elio

Sen. Pesco Daniele

Sen. Di Nicola Primo

Sen. Romagnoli Sergio

Sen. Granato Bianca Laura

Sen. Romano Iunio Valerio

Sen. Pirro Elisa Sen. De Bonis Saverio

Sen. Lucidi Stefano

Sen. Evangelista Elvira Lucia

Sen. L’Abbate Pasqua Sen. Trentacoste Fabrizio

Senato della Repubblica

Presidenza del Consiglio dei Ministri

Dipartimento Rapporti con il Parlamento Ufficio III

Segretariato Generale

Senato della Repubblica

Servizio Biblioteca Ufficio

Banche Dati Parlamentari

Camera dei Deputati

Oggetto: Interrogazione parlamentare n. 4-00894 presentata dal Sen. Lannutti e altri.

Con riferimento all’interrogazione in oggetto, corre l’obbligo di precisare, che stante la sua pluralità tematica, di competenza del Ministero dell’Interno, della Giustizia, della Salute, dell’Ambiente, la fase istruttoria si è rilevata piuttosto articolata e di seguito – 2 – verranno quindi affrontate in dettaglio le questioni, tenuto conto del’attento contributo fornito da ciascuna Amministrazione. 1. La Prefettura di Caserta ha comunicato che secondo quanto segnalato dall’Incaricato per il contrasto del fenomeno, nei comuni dell’area delle province di Napoli e Caserta, conosciuta come “Terra dei Fuochi”, i roghi di rifiuti sono diminuiti. L’andamento dell’ultimo quinquennio (si è scesi dai 3.984 interventi complessivi effettuati nel 2012, ai 1.932 interventi alla fine del 2017), in lieve contro tendenza nel 2017, ha ripreso a decrescere significativamente nel 2018, quando nei comuni napoletani e casertani sono stati effettuati complessivamente oltre 460 interventi di spegnimento in meno rispetto al periodo gennaio-novembre 2017 (pari a circa il 25% in meno). Un ultimo dato scaturisce dall’attuazione del Protocollo d’Intesa per gli interventi di prelievo e gestione di pneumatici fuori uso abbandonati (PFU) nel territorio delle province di Napoli e Caserta (c.d. Protocollo Ecopneus). Infatti, sono state prelevate, gratuitamente, da parte del consorzio Ecopneus, nei primi nove mesi del 2018, 4.755,69 tonnellate di pneumatici fuori uso, rispetto alle 639,58 dell’intero anno precedente. La Prefettura di Caserta riferisce che l’attività di recupero posta in essere trova immediato riscontro negli interventi dei Vigili del Fuoco di Napoli e Caserta che, nello stesso arco temporale, hanno registrato il 56% di roghi di pneumatici in meno rispetto allo scorso anno. Se i roghi al bordo strada sono diminuiti, negli ultimi mesi del 2018 si è dovuto registrare un cambiamento nella tipologia degli incendi che la scorsa estate hanno interessato i siti di stoccaggio, non solo campani. L’azione di contrasto della Sezione operativa della Cabina di Regia, istituita in base al Patto per la Terra dei Fuochi, coordinata dall’Incaricato del Ministero dell’Interno, è stata rivolta anche ai territori dove insistono siti di stoccaggio e trattamento rifiuti e non solo dove si trovano aziende che smaltiscono illegalmente gli scarti della propria produzione, ovvero siti di sversamento abusivo. Il 19 novembre scorso, è stato firmato, a Caserta, il “Piano d’azione per il contrasto dei roghi rifiuti” con l’obiettivo di incidere in maniera profonda e sistematica, tra l’altro, sui fattori che sono all’origine dei roghi e, soprattutto, del fenomeno a monte dell’abbandono abusivo di rifiuti su aree pubbliche e private. – 3 – In questa direzione si muove la Sezione operativa della Cabina di Regia, alla quale, da alcuni mesi, è stata data un’impronta operativa per la programmazione e l’attuazione di dispositivi di vigilanza e di controllo. La linea di intervento è volta al controllo straordinario dei territori in cui è più diffuso il fenomeno dei roghi dei rifiuti, mediante un’azione più incisiva che prevede la maggiore concentrazione (in aree e periodi preventivamente determinati) di militari dell’Esercito, coadiuvati dalle Polizie locali, con il coordinamento delle Forze dell’Ordine. Sono state così attuate azioni di contrasto congiunte, sia per il monitoraggio delle situazioni di criticità, sia per la conseguente attività di prevenzione. Ai dati, già di significativa valenza, delle operazioni straordinarie vanno aggiunti quelli delle Forze dell’Ordine che svolgono, anche singolarmente, attività di controllo, muovendosi sempre nell’ambito del Piano generale di contrasto al fenomeno dei roghi dolosi di rifiuti. E’ stato altresì segnalato che l’attività di controllo, programmata dalla Sezione operativa della Cabina di Regia, rischia di subire un rallentamento quale conseguenza dell’opzione di destinare gran parte dei militari dell’Esercito al pur necessario presidio dei siti di stoccaggio. Infatti, l’impiego di tali risorse a scapito del pattugliamento, in raccordo dinamico con le Forze di polizia, potrebbe compromettere i risultati finora conseguiti. Per colmare tale deficit, la Sezione operativa della Cabina di Regia sta coinvolgendo alcuni Comuni nella predisposizione di accorgimenti che conferiscano maggiore e rinnovata incisività al sistema di sorveglianza. In questa prospettiva, è stata, tra l’altro, promossa la stipula di Accordi tra le Polizie della Città Metropolitana e della Provincia di Caserta e tra alcuni Comuni del territorio per la gestione associata dei servizi in materia di contrasto degli illeciti ambientali. La Prefettura di Caserta riferisce che l’A.R.P.A. Campania ha reso noto che sul territorio provinciale sono presenti diversi siti con importanti criticità dal punto di vista ambientale, ma nessuno di essi versa in condizioni tali da essere definito “Area di disastro ambientale” alla luce della vigente normativa. Quanto al ruolo degli Organi di controllo, è stato sottolineato che l’ARPA denuncia sistematicamente tutte le irregolarità riscontrate durante l’attività di controllo, eseguita d’iniziativa o a supporto degli Organi di P.G. L’ASL di Caserta ha altresì comunicato che con delibera n°1275 del 20.07.2011 del Commissario Straordinario della ASL Caserta, è stato istituito il Registro Tumori di – 4 – popolazione dell’ASL Caserta che si è sviluppato nell’ambito dell’Unità Operativa Complessa “Monitoraggio Ambientale e Registro Tumori”. Il Registro, che è afferente al Dipartimento di Prevenzione dell’ASL, è deputato alla raccolta, codifica, elaborazione ed analisi delle informazioni relative a tutti i casi di tumore diagnosticati alle persone residenti nella Azienda Sanitaria Locale di Caserta. Dal 25.02.2014 la struttura è parte integrante del “Registro Tumori di popolazione della Regione Campania” (L.R. n. 9, BURC. N. 14/2014 – Modifiche a norme della legge regionale 10 luglio 2012, n. 19 – Istituzione del Registro Tumori di Popolazione della Regione Campania). Ad aprile 2016, il Registro ha ottenuto l’accreditamento scientifico presso l’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM). Al riguardo, la Prefettura sottolinea come gli indicatori epidemiologici prodotti dal Registro sono di tipo eminentemente descrittivo, mirando a definire il fenomeno oncologico, anzitutto in termini di incidenza di nuovi casi/anno e di mortalità (indicatore di esito, essenzialmente correlato alle attività di prevenzione primaria/secondaria e ai percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali offerti agli ammalati). In funzione dell’accuratezza di queste misure risulta possibile formulare, nonché testare, ipotesi sul peso che i diversi determinanti comportamentali, ambientali ecc. hanno nello sviluppo delle patologie oncologiche. Tuttavia, la formulazione e la verifica di tali ipotesi esulano dalle principali mission del Registro, ricadendo nell’ambito dell’epidemiologia analitica, branca precipuamente deputata a stabilire associazioni tra i diversi fattori di rischio e l’insorgenza di un evento patologico. Peraltro, vista la relativa bassa frequenza dell’evento “tumore maligno” (si parla di valori complessivi di incidenza intorno a cinque casi ogni mille abitanti/anno), i dati di un solo triennio non permettono ancora di testare ipotesi di correlazione mediante studi di epidemiologia analitica, specialmente per le patologie oncologiche a più bassa frequenza. La generazione di una Banca dati numericamente più consistente (periodo 2008/2013), consentirà di effettuare iniziali studi di epidemiologia analitica e spaziale. Alla luce di quanto sopra la Prefettura di Caserta sottolinea comunque come i dati emersi dal Registro Tumori sono relativi a “tutti i tumori”. Da un punto di vista clinico ed epidemiologico, le peculiarità di ciascuna neoplasia per fattori di rischio, modalità di sviluppo, fisiopatologia, comportamento, possibilità terapeutiche, ecc. impongono che, alla fotografia di insieme, segua una accurata analisi sede-specifica. – 5 – Tutto quanto premesso, sui dati complessivi viene osservato che nel sesso maschile i tassi standardizzati dimostrano che esiste un eccesso di incidenza statisticamente significativo rispetto al Centro e al Sud, ma non rispetto al Nord, situando la provincia di Caserta in una posizione di rischio intermedio. Analoga considerazione può essere fatta per il sesso femminile, sebbene, in questo caso il tasso standardizzato sia più basso anche rispetto al Centro. L’analisi dei dati conferma, altresì, un eccesso di mortalità, nei maschi per il complesso delle patologie oncologiche rispetto a tutte le macroaree, mentre la mortalità per le femmine mostra una sostanziale sovrapponibilità rispetto al dato nazionale e un eccesso rispetto al Sud. E’ chiaro, dunque, che la popolazione dell’area è esposta a numerosi fattori di rischio ambientali e comportamentali che meritano un accurato e continuo monitoraggio ed approfondimenti di epidemiologia analitica cui già si è fatto cenno. I dati pongono l’accento sull’importanza dei necessari miglioramenti da attuarsi nell’ambito della prevenzione e dei percorsi terapeutico-assistenziali sulla popolazione dell’intera provincia. In relazione agli esposti presentati dall’Associazione Caponetto, le Forze dell’Ordine hanno evidenziato che, allo stato, non sono pervenute deleghe d’indagine da pare dell’A.G. La Prefettura di Caserta rappresenta che in materia di roghi di rifiuti e delle ricadute sulla sicurezza e sulla salute dei cittadini, tutte le volte che ne ricorrono i presupposti, si svolgono riunioni alle quali vengono invitati a partecipare i vertici delle Istituzioni o degli Uffici in ragione delle loro competenze. Da ultimo, in data 18 febbraio 2019, si è tenuta un’ulteriore seduta del C.P.O.S.P. dedicata alla verifica dei risultati conseguiti in applicazione del “Protocollo d’intesa per un’azione urgente nella Terra dei Fuochi”, sottoscritto in seno al Consiglio dei Ministri, tenutosi presso la Prefettura il 19 novembre 2018. Nella predetta riunione, è stato trattato, dal rappresentante del Ministero della Salute, anche l’aspetto delle possibili ricadute che il fenomeno dei roghi di rifiuti può avere sulla salute dei cittadini. E’ stato inoltre firmato il 3 maggio scorso l’Accordo per l’esercizio congiunto delle attività della Polizia Metropolitana di Napoli e della Polizia Provinciale di Caserta per il contrasto al fenomeno degli abbandoni e degli incendi dolosi di rifiuti, sottoscritto dal Sindaco della città Metropolitana e dal Presidente della Provincia di Caserta, unitamente al – 6 – Prefetto di Napoli, al Prefetto di Caserta e all’Incaricato per il contrasto al fenomeno dei roghi di rifiuti 2. La Prefettura di Campobasso, per quanto riguarda il territorio della provincia di Isernia, ricompreso nelle aree dei Comuni di Venafro, Sesto Campano e Pozzilli, riferisce quanto segnalato dalla Prefettura di Isernia. Nel territorio sono presenti aziende che per il ciclo produttivo comportano una potenziale emissione di diossine dagli effluenti gassosi. In particolare la Società H-ierambiente S.p.A.. con sede legale a Bologna (BO) è localizzata nella zona di Pozzilli con un termovalorizzatore dichiarato impianto di coincenerimento. che produce energia elettrica dalla combustione di CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti), di CSS (Combustibile Solido Secondario) e di altri rifiuti combustibili per i quali la Società medesima è autorizzata. La predetta Società ha ottenuto, in data 14 luglio 2015. l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), tuttora in corso di validità, rilasciata dalla Regione Molise. con delibera n. 15. Nel territorio di Sesto Campano (IS) è, invece, presente la Società Colacem S.p.A., con sede legate a Gubbio (PG), ove produce cemento anche attraverso l’utilizzo di CDRCSS, quale combustibile nelle fasi intermedie della produzione del clinker. La medesima Società è in possesso dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, rilasciata dalla predetta Regione in data 21 luglio 2015, con delibera n. 16. In relazione alla vicenda del presunto traffico illecito di rifiuti nell’area compresa tra l’inceneritore in Pozzilli di proprietà della citata Società Herambiente S.p.A. e il cementificio della predetta Società Colacem, la Prefettura rappresenta che il Comando Provinciale Carabinieri di Isernia, nel mese di settembre dell’anno 2016 ha avviato una attività investigativa per monitorare i mezzi in ingresso e in uscita da entrambi gli impianti. In data 16 novembre 2016, a seguito di segnalazioni in merito alle emissioni provenienti dai predetti impianti, la Polizia Giudiziaria ha svolto una attività ispettiva presso il cementificio Colacem S.p.A. i cui esiti hanno portato al sequestro di due rimorchi intenti a scaricare ceneri pesanti prodotte dall’inceneritore in Pozzilli, poiché le ceneri stesse sono state ritenute sospette e catalogate quali rifiuti pericolosi in difformità del codice CER alle stesse attribuito. Per la campionatura e le successive analisi di quelle ceneri, la Procura della Repubblica di Isernia ha incardinato il procedimento penale n. 2061116. mod. 21. delegando a tanto l’ARPA Molise che, a conclusione delle espletate attività tecniche, ne ha certificato la non pericolosità. In relazione a tali accertamenti, la Polizia Giudiziaria incaricata nella predetta attività ispettiva ha evidenziato una serie di anomalie procedurali commesse dalla citata Agenzia sia nella fase di campionamento e sia in quella di analisi vera e propria. A fronte di tali anomalie, il Pubblico Ministero ha richiesto al Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Isernia un incidente probatorio per lo svolgimento di una definitiva analisi delle ceneri in questione. Il predetto Tribunale ha, pertanto, fissato l’udienza per l’incidente probatorio in data 8 settembre 2017, volta ad evidenziare i risultati delle analisi svolte dal consulente nominato dal G.l.P.. nei giorni 27, 28 e 29 giugno 2017, mediante nuovi campionamenti delle ceneri sottoposte a sequestro. All’inizio del mese di ottobre dell’anno 2017 il P.M., in considerazione dei risultati delle ulteriori analisi effettuate dal medesimo consulente, ha provveduto ad inviare gli atti di indagini e al G.P.P. con richiesta di archiviazione del procedimento penale. L’archiviazione è stata poi disposta con decreto in data 14 febbraio 2018. 3. Il Ministero della Giustizia, per quanto concerne la lotta alla criminalità organizzata, ha fatto presente che il problema “ecomafie” coinvolge le attività investigative di tutti gli uffici giudiziari italiani direttamente interessati dal fenomeno. Avuto riguardo alle notizie acquisite dalle Procure delle Corti d’Appello di Roma, Napoli e Campobasso, il Ministero della Giustizia evidenzia che sono stati aperti diversi filoni d’indagine, a seguito degli esposti presentati dalla associazione nazionale illegalità e mafie “Antonino Caponnetto”. Per quanto attiene alle segnalazioni fatte dalla suddetta Associazione alla Direzione distrettuale antimafia di Campobasso, il Ministero della Giustizia precisa che le indagini effettuate non hanno evidenziato condotte penalmente rilevanti nell’attività di gestione dei rifiuti oggetto dell’ipotizzato traffico illecito di residui da incenerimento, provenienti dall’inceneritore di Pozzilli e il cementificio di Piana di Venafro, inchieste chiuse con decreto di archiviazione. Per quanto riguarda invece gli esposti presentati nei distretti di Corte d’Appello di Roma e di Napoli, e dunque dinanzi le Procure territorialmente competenti, quali Napoli, e Santa Maria Capua Vetere, sono pendenti numerosi procedimenti, molti dei quali in fase di indagine, il cui contenuto allo stato, non è lecitamente divulgabile. – 8 – Pertanto, il Ministero della Giustizia, non ha rinvenuto alcun elemento tale da indurre ad attivare procedure ispettive e/o conoscitive. 4. Il Ministero della Salute ha riferito che, in particolare, per quanto riguarda le aree della Regione Campania ricadenti nelle Province di Napoli e Caserta, nel 2014 l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) provvide ad effettuare un aggiornamento dello studio SENTIERI, ovvero della situazione epidemiologica, nei Comuni allora definiti “Terra dei Fuochi” dalla Legge 6/2014. I risultati furono consegnati al Ministro della Salute e al Presidente della Regione Campania, nel maggio 2014. Successivamente, i risultati furono pubblicati in un Rapporto dedicato (Rapporti ISTISAN 15/27). Al fine di una valutazione dei rischi per la salute associabili con le situazioni di contaminazione ambientale, furono selezionate specifiche patologie da analizzare, definite di interesse a priori, in base alle conoscenze allora disponibili. Per queste patologie sono stati considerati i seguenti esiti: mortalità e ricoveri e, per la patologie oncologiche, l’incidenza. L’analisi sulla mortalità ha riguardato il periodo 2003-2011, escluso il biennio 2004- 2005, dati allora disponibili. L’analisi delle ospedalizzazioni è riferita al periodo 2005-2011. Questa tipologia di analisi è stata effettuata per ognuno dei 55 Comuni e, separatamente, in due gruppi per i 32 Comuni della “Terra dei Fuochi” (TdF) della Provincia di Napoli e per i 23 Comuni della TdF della Provincia di Caserta. L’analisi dell’incidenza delle patologie oncologiche si è resa possibile in soli 17 Comuni della Provincia di Napoli, tra i 55 Comuni della TdF, considerati nel Registro Tumori dell’ASL Napoli 3 Sud, l’unico Registro Tumori dell’area allora accreditato presso l’Associazione Italiana dei Registri Tumori (AIRTUM) e l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC). Il Rapporto conclude evidenziando che la presenza di elementi di criticità per la salute delle popolazioni adulte ed infantili residenti nella Terra dei Fuochi (come definita dalla Legge 6/2014) concorre a giustificare l’urgente attuazione di piani di risanamento ambientale e l’immediata cessazione delle pratiche non a norma e di quelle illegali di smaltimento e combustione dei rifiuti. Inoltre, viene raccomandata l’implementazione di interventi preventivi, diagnostici, terapeutici e più in generale, assistenziali, per specifiche patologie (Rapporto ISTISAN 15/27). Attualmente è in corso di pubblicazione l’aggiornamento del Progetto SENTIERI, oggetto del Progetto CCM Azione centrale “Un sistema permanente di sorveglianza epidemiologica nei siti contaminati: implementazione dello studio epidemiologico SENTIERI” (2016-2017), finanziato dal Ministero della Salute e coordinato da ISS, che include, tra i Siti indagati, il Litorale Domizio-Flegreo (LDF). Il Rapporto conclusivo del Progetto fu consegnato al Ministero della Salute, nel dicembre 2017, data di chiusura del Progetto stesso. Per quanto riguarda le aree del Frusinate e del Basso Lazio, il Ministero della Sanità fa presente che l’aggiornamento del Progetto SENTIERI (2016-2017) include, tra i Siti oggetto d’indagine, il Sito di Interesse Nazionale per le bonifiche (SIN) “Bacino del Fiume Sacco” (BFS), per i quale sono disponibili i risultati dell’analisi di mortalità e di ospedalizzazione nel periodo 2006-2013. Il Ministero della Salute fa presente che la Regione Lazio con Delibera n.228 del 9 maggio 2017 ha approvato il “Programma di valutazione epidemiologica” della popolazione residente nel Sito di Interesse Nazionale SIN – Valle del Sacco – DM. N.321/2016. Tanto premesso, il Ministero della Salute, come del resto la Prefettura di Caserta, fa presente che la messa a punto di indagini epidemiologiche per la stima dei possibili effetti sanitari di esposizioni ambientali richiede una valutazione per ogni singolo territorio, in base alle specifiche caratteristiche ambientali e geografiche dello stesso. Affinché gli studi possano riportare informazioni esaustive circa il possibile contributo che esposizioni a fattori di rischio ambientali hanno sullo stato di salute delle popolazioni, è necessaria l’integrazione tra dati ambientali e sanitari secondo metodologie accreditate dalla più recente letteratura scientifica internazionale. Tali indagini richiedono la partecipazione e collaborazione di Istituzioni nazionali, regionali e locali, con competenze in ambito ambientale e sanitario. 5. Il Ministero dell’ambiente, nell’ambito delle proprie competenze e al fine di poter ridurre il rischio di nuovi eventi di potenziale pericolo per la salute umana e per l’ambiente, ha lavorato, sinergicamente con le autorità competenti del Ministero dell’interno, alla predisposizione di una Circolare, pubblicata il 15 marzo 2018, recante “Linee guida per la gestione operativa degli stoccaggi negli impianti di gestione dei rifiuti e per la prevenzione dei rischi”. Successivamente, anche per provvedere all’aggiornamento del testo delle stesse Linee Guida, è stato costituito, con decreto n. 271 del 19 novembre 2018 del Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, un Gruppo di lavoro composto da funzionari dei Vigili del Fuoco e del Ministero dell’ambiente finalizzato all’elaborazione di una norma tecnica di prevenzione degli incendi per depositi temporanei e stoccaggi dei rifiuti, così come definiti dal d.lgs. 205/2010, anche non soggetti alle procedure di prevenzione incendi di cui al DPR 151/2011. Inoltre, nella conversione del decreto legge 113/2018 c.d. Sicurezza, con la legge 132/2018 è stato inserito nell’ordinamento l’art. 26-bis recante “Piano di emergenza interna per gli impianti di stoccaggio e lavorazione dei rifiuti” che introduce l’obbligo per i gestori di impianti di stoccaggio e di lavorazione dei rifiuti, esistenti o di nuova costruzione, di predisporre un piano di emergenza interna. Sempre in fase di conversione del decreto legge 113/2018, è stato inserito l’art. 26- ter che prevede l’adozione di un piano di emergenza esterno, a cura del Prefetto e di intesa con le Regione e gli Enti locali interessati, finalizzato a mettere in atto le misure necessarie a prevenire gli incidenti e a minimizzarne gli effetti in caso di incidente rilevante attraverso forme di specifica cooperazione nelle attività di soccorso con l’organizzazione della Protezione Civile. A seguito delle consultazioni e delle richieste delle Regioni si è, altresì, giunti all’aggiornamento delle Linee Guida pubblicate nel marzo del 2018. Con la circolare n. 1121 del 21 gennaio 2019 sono state, pertanto, pubblicate le nuove Linee Guida per la gestione operativa degli stoccaggi negli impianti di gestione dei rifiuti e per la prevenzione dei rischi. Inoltre, tenuto conto degli ultimi incendi avvenuti alla fine del 2018 nella Regione Campania, il Ministero dell’ambiente si è fatto promotore di un’azione sperimentale di coordinamento delle diverse autorità competenti sul territorio, per far attivare una serie di azioni sinergiche finalizzate alla prevenzione e al monitoraggio degli incendi. A tale scopo, in data 19 dicembre 2018, è stato siglato a Caserta, tra il Ministro dell’ambiente, dello sviluppo economico, dell’interno, della difesa, della giustizia, della coesione, ed il Presidente della Regione Campania, il primo Protocollo sperimentale per la realizzazione di azioni per la tutela della salute, dell’ambiente e della popolazione e per l’attivazione di un presidio e di un controllo del territorio per la prevenzione degli incendi. Da questa esperienza potrà discendere una best practice nazionale da poter replicare nelle diverse aree del Paese, trattandosi, come è noto, di una problematica che non interessa la sola Regione Campania ma tutti i territori regionali ad alta concentrazione di impianti di gestione dei rifiuti. Secondo le previsioni del predetto Protocollo, è stata data un’impronta operativa per la programmazione e l’attuazione di dispositivi di vigilanza alla Cabina di Regia istituita in attuazione del “Patto della terra dei Fuochi”. Nell’ambito delle attività ordinarie di vigilanza attribuite al Ministero dell’ambiente dall’articolo 206-bis del D.Lgs. n. 152/2006, rientrano anche le funzioni dell’Osservatorio nazionale dei rifiuti. In particolare, con le Regioni Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Liguria, Comune di Roma/Regione Lazio e Abruzzo, è stato avviato un percorso collaborativo atto a superare le criticità territoriali, quali il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata, l’adozione del Piano di gestione dei rifiuti urbani e speciali, l’utilizzo corretto dello strumento dell’ordinanza ex art. 191 del D.Lgs. n. 152/2006 e, più in generale, il corretto trattamento dei rifiuti, con particolare riferimento all’assetto impiantistico per il pretrattamento del rifiuto indifferenziato e del rifiuto organico.

 

Sergio Costa

Ministero dell’ambiente

03.07.2019