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Processo “Grande Muraglia”

Incardinato, nella mattinata di ieri a Roma, il processo nei confronti di tre imprenditori del cassinate finiti a luglio dello scorso anno nell’inchiesta “Grande Muraglia”. Le indagini, coordinate dall’Antimafia, portarono dietro le sbarre 7 persone, appartenenti a diverso titolo ad un sodalizio camorristico al cui vertice vi era il pentito di Forcella, Salvatore Giuliano. A finire in manette, il 15 luglio 2008, furono gli imprenditori di Cassino, Vincenzo e Luigi Terenzio, padre e figlio, e Mario De Falco, di Gallinaro. I Terenzio sono gli unici dei sette arrestati che oggi sono fuori dal carcere. Padre e figlio dovranno rispondere di associazione a delinquere: secondo gli inquirenti avrebbero favorito le attività illecite del sodalizio, mettendo a disposizione loro strutture dove venivano stoccati capi di abbigliamento contraffatti, proveniente dalla Cina. Ieri mattina, i tre imputati, accompagnati dai legali di fiducia, sono comparsi per la prima volta davanti al collegio della Prima sezione penale. L’udienza è servita per effettuare le costituzioni delle parti e per le ammissioni dei mezzi di prova. Il presidente del collegio ha stabilito che il processo riprenderà il 24 novembre, per conferire ai periti gli incarichi per effettuare le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche. I magistrati hanno stabilito che il 2 febbraio, in videoconferenza, si terrà l’interrogatorio del boss pentito Salvatore Giuliano.

(Tratto da Il Messaggero)