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Ora basta. Prepariamoci ad una manifestazione di protesta contro l’inerzia e le complicità di coloro che hanno ridotto la provincia di Latina a prateria di tutte le mafie

Parole pesanti come un macigno, quelle pronunciate dall’avvocato Arnaldo Faiola, consigliere comunale di opposizione al Comune di Fondi, e riportate dal quotidiano “La Provincia “ del 26 novembre u. s. , parole che disegnano un quadro oltremodo inquietante.

“Per chi ha seguito le vicende politiche di questi ultimi anni, ha detto l’avv. Faiola al cronista, a Fondi si è iniziato a parlare di mafia prima ancora che si insediasse la commissione d’accesso: Per anni poi si è continuato a negare che ci fossero infiltrazioni. Il risultato è che adesso la situazione è molto più grave di come era allora”.

E poi, continua l’avv. Faiola, ”la mafia non è solo chi va in giro con coppola e fucile. La mafia è molto più sottile, la mafia è fare il lavaggio del cervello, è negare i diritti. Chi vive a Fondi e nel sud pontino può rendersi conto come ci sono forme di condizionamento” ed aggiunge, commentando il perché l’amministrazione comunale non abbia ritenuto di costituirsi parte civile nel processo “Damasco 2 “, ”l’amministrazione comunale non si è voluta costituire parte civile perché è probabilmente complice e vuole coprire le proprie magagne”.

Un giudizio duro, definitivo, espresso da un consigliere che, peraltro, è anche un legale, che vive sul territorio e conosce bene genesi e sviluppi dei fenomeni, a cominciare da quello che riguarda un radicamento mafioso che si è sviluppato nei decenni, complici la disattenzione ed il negazionismo delle istituzioni e delle classi dirigenti.

Un tessuto malato che sarà difficile ricostruire nelle sue componenti etiche e morali, oltre che culturali e politiche e che impone radicali mutamenti che al momento non si vedono.

Parole pesanti, quelle dell’avvocato Faiola, che fanno il paio, passando da Fondi alla vicina Formia, con quelle pronunciate dal collaboratore di giustizia Raffaele Piccolo, riportate sempre dallo stesso quotidiano in altra pagina che tratta dell’operazione “Golfo” sui Bardellino: ”Angelo Bardellino aveva molte influenze sul comune di Formia, nel senso che riusciva ad avere l’attribuzione degli appalti pubblici a favore delle ditte a lui riconducibili, come ad esempio una ditta che gestisce i parcheggi in Formia nel 2004”

E, sempre a proposito dei Bardellino e di Formia, lo stesso quotidiano cita l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Napoli nella parte che recita, a proposito  dei Casalesi che operavano “ un massiccio controllo del territorio con la sottoposizione ad estorsione di tutte le attività economiche, un controllo sistematico del sistema degli appalti ed il tentativo, spesso riuscito, di controllare le attività politiche ed istituzionali, infiltrandosi anche nelle forze dell’ordine e nelle amministrazioni pubbliche”.

Questo è il quadro drammatico che viene proposto all’attenzione pubblica e che richiede urgentemente una radicale verifica di tutte le situazioni e di tutte le posizioni, amministrative, politiche ed anche interne alle forze dell’ordine.

Controllo del territorio significa controllo di tutto e di tutti, diretto o indiretto, oggettivo o soggettivo, ma pur sempre totale.

D’altro canto abbiamo le intercettazioni telefoniche della “Formia Connection” fra soggetti appartenenti alla famiglia Bardellino e noti esponenti politici, intercettazioni per le quali la Procura di Latina non ha ritenuto di procedere; abbiamo le dichiarazioni a Il Sole 24 Ore di un consigliere comunale che si dice orgoglioso dell’amicizia con i Bardellino; abbiamo ancora i procedimenti giudiziari a carico di numerosi appartenenti alle stesse forze dell’ordine.

Cosa manca?

Una sfida allo Stato ed al senso morale e civico di tutti i cittadini perbene che assistono attoniti, purtroppo senza parlare e ribellarsi per mettere fine ad una deriva che sconvolge e demolisce gli assetti etici, culturali, politici, istituzionali di un territorio, il Basso Lazio, che non meritava per la sua storia, le sue bellezze antiche, la sua fecondità, questa invasione barbarica di gente proveniente dalla Campania che ha trovato accoglienza e conforto da parte anche di alcuni individui locali.

Per non parlare, poi, delle vicende dolorose di cui siamo costretti a prendere atto e che vedono un Presidente della Camera di Commercio e della Confcommercio di Latina subire, non denunciandole, minacce da parte di individui implicati nell’operazione “Golfo” e di un assessore di Formia che, nella sua veste di avvocato, assume la difesa di qualcuno di quegli individui.

Cose dell’altro mondo, direbbe qualcuno, che avrebbero dovuto indurre il Prefetto di Latina ed il nuovo Ministro dell’Interno a sciogliere immediatamente l’amministrazione comunale.

Quando diciamo che siamo stufi delle ipocrisie e di un’antimafia parolaia che agisce, quando agisce, solamente per fini propagandistici ed effimeri.

Chiacchiere su chiacchiere quando la patria è in fiamme e Sagunto viene conquistata.

Aspettiamo lunedì, giorno in cui il Prefetto di Latina ha convocato il Comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico, per conoscerne gli esiti della riunione.

Ma non siamo disposti ad aspettare oltre perché delle due una:

-o il Prefetto D’Acunto, rompendo ogni indugio, si decide a proporre al Ministero dell’Interno lo scioglimento immediato dell’Amministrazione comunale di Formia e la rivisitazione e la riorganizzazione di tutto l’impianto statale repressivo formiano;

-o scenderemo in piazza contro i vertici istituzionali e politici pontini che hanno consentito tutto ciò.

Non intendiamo più farci prendere in giro con dichiarazioni, interrogazioni parlamentari e quant’altro che non servono a niente.

Aspettiamo fatti, non chiacchiere, fatti, fatti ed ancora e solo fatti.

Questo vale anche –ci dispiace dirlo perché ormai la misura è colma –per i vari Veltroni, Ranucci, Picierno, Amici, Pedica e quanti altri. , che invitiamo ad andare subito ed in delegazione al Viminale a chiedere una svolta immediata con provvedimenti radicali.

Via da Latina gli incapaci e coloro che intendono la permanenza nella provincia di Latina come una villeggiatura.

I cittadini onesti della provincia di Latina non meritano di essere trattati come degli scemi e delle pezze da piedi.

Se lo mettano bene in testa tutti!