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Non se ne può più. Basta con l’antimafia parolaia, festaiola, narrativa, commemorativa e speculativa. Le persone e le associazioni pulite passino alla fase più alta e più concreta, quella dell’ INDAGINE E DELLA DENUNCIA.

Suvvia, facciamolo tutti questo benedetto SALTO DI QUALITA’.
Passiamo da un’antimafia parolaia, narrativa, commemorativa, festaiola ed inconcludente ad un’antimafia seria, dell’indagine e della DENUNCIA, quell’antimafia che auspicava Paolo Borsellino quando davanti ad una platea di studenti in una città del nord disse che… è un errore imperdonabile pensare che la lotta alle mafie debba gravare sulle sole spalle di magistratura e forze dell’ordine.
La società civile, la parte sana di questa, ha l’obbligo di collaborare con la magistratura e le forze dell’ordine e questo non tanto e solo per ragioni morali e giuridiche ma soprattutto perché se non c’è l’apporto delle forze sane del paese la guerra contro le mafie è ormai persa e andremo tutti a finire nel baratro.
A cominciare dai nostri figli e dalle giovani generazioni.
Bando, quindi, alle chiacchiere che non servono a niente.
E’ un appello a tutti che rivolgiamo, a tutte quelle persone ed associazioni pulite che non agiscono per fini speculativi o politici
e che hanno a cuore seriamente le sorti del nostro sfortunato Paese:
le mafie si combattono facendo arrestare i mafiosi, soprattutto quelli nascosti nei partiti e nelle istituzioni, e facendo levare ad essi i beni illecitamente accumulati sul sangue della povera gente.