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Mafia, infiltrazioni nel mercato ortofrutticolo di Fondi: 5 agli arresti. “Cinque euro a pedana per i trasporti effettuati dalle altre ditte”

Il Fatto Quotidiano, 2 MARZO 2020

Mafia, infiltrazioni nel mercato ortofrutticolo di Fondi: 5 agli arresti. “Cinque euro a pedana per i trasporti effettuati dalle altre ditte”

Stando all’indagine della Dda di Roma, coordinata dal procuratore facente funzioni Michele Prestipino, i cinque – uno finito in carcere e quattro ai domiciliari – avevano continuato a esercitare mediante intimidazioni il controllo del Mercato, anche grazie a radicati collegamenti con i clan camorristici casertani. Sequestrate le quote di due società di trasporto, la Anna trasporti S.r.l. e la D’Alterio trasporti S.r.l.s

di F. Q.

Cinque arresti e sequestri di quote di due società riconducibili a un gruppo criminale attivo nel Mercato ortofrutticolo di Fondi, in provincia di Latina. Stando all’indagine della Dda di Roma, coordinata dal procuratore facente funzioni Michele Prestipino, i cinque – uno finito in carcere e quattro ai domiciliari – avevano continuato a esercitare mediante intimidazioni il controllo del Mercato anche dopo gli arresti disposti nell’inchiesta Aleppo 2, che aveva fatto emergere il condizionamento ambientale imposto con il metodo mafioso dalla famiglia d’Alterio sull’indotto, ottenuto grazie anche a radicati collegamenti con i clan camorristici casertani.

Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di estorsione ed illecita concorrenza con minaccia o violenza, commessi con l’aggravante del metodo mafioso. Le misure sono state eseguite tra Fondi, Formia, Pontecorvo e Caivano. Il gruppo familiare capeggiato da Giuseppe d’Alterio, detto Peppe ‘o marocchino, ha esercitato, secondo le indagini, una potere intimidatorio di tipo mafioso per monopolizzare i trasporti da e per il Mof, in particolare nelle tratte della Sardegna e per Torino, imponendo una vera e propria provvigione, cinque euro a pedana, per i movimenti effettuati dalle altre ditte.

La Dda di Roma ha inoltre accertato che il sodalizio criminale aveva costituito una nuova ditta, fittiziamente amministrata da prestanomi, ma di fatto gestita dallo stesso Giuseppe d’Alterio benché all’epoca ancora sottoposto agli arresti domiciliari, con la quale si stava gradualmente assicurando il controllo delle fette di mercato già appannaggio della società Suprema Srl, già sottoposta a sequestro. I D’Alterio avevano avviato una campagna minatoria che puntava ad estromettere dal mercato la ditta in amministrazione giudiziaria, ostacolandone l’attività e arrivando a minacciare gli autotrasportatori. Ad essere sottoposte a sequestro sono state le quote di due società di trasporto, la Anna trasporti S.r.l. e la D’Alterio trasporti S.r.l.s.