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Mafia e politica. Chiesti 6 anni di carcere per ex sindaco di Ventimiglia

Le richieste del pm Arena al processo La Svolta: Scullino e l’ex city manager Prestileo (per lui chiesti 7 anni) avrebbero favorito aziende vicine alla ‘ndrangheta

 

Sei anni di reclusione per Gaetano Scullino, ex sindaco di Ventimiglia, comune sciolto per

infiltrazioni mafiose proprio quando lui, già consigliere regionale Pdl, ne era alla guida;

sette per l’ex city manager del comune della città di frontiera Marco Prestileo, a processo

presso il tribunale di Imperia con l’accusa, pesantissima, di concorso esterno in

associazione mafiosa. Una richiesta fatta dal pm Giovanni Arena che sottolinea i legami

tra la politica e la ’ndrangheta nell’estremo ponente ligure, nell’ambito del processo “La

Svolta” sulle presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nella provincia di Imperia.

Si chiude così una lunga requisitoria dell’accusa durata tre giorni dove si sono ripercorse

le tappe principali del processo, iniziato nel dicembre scorso. Gli elementi raccolti dagli

investigatori dopo mesi di pedinamenti e intercettazioni avrebbero rilevato la certezza di

come l’ex sindaco di Ventimiglia e Prestileo abbiano favorito la società Marvon, (nell’avere

appalti presso la Civitas, società in house del comune di Ventimiglia) e di come

quest’ultima fosse vicina alla famiglia Marcianò.

Dure le richieste di pena anche per Giuseppe Marcianò e il figlio Vincenzo con l’accusa di

associazione di tipo mafioso: 24 anni il primo, 22 il secondo con una multa di 18 mila euro.

Secondo l’accusa, Giuseppe Marcianò, detto “Don Peppino” gestiva ed amministrava la

locale di Ventimiglia, fulcro della attività criminose della Provincia di Imperia.

Chiesti anche 22 anni e mezzo per Antonio Palamara ritenuto dall’accusa uno degli altri

esponenti della locale della ‘ndrangheta di Ventimiglia. Ha chiesto 24 anni anche per

Giuseppe Gallotta e 22 anni e mezzo per Vincenzo Marciano’ e per Maurizio Pellegrino.

Per gli altri imputati le pene richieste variano da quattro a 15 anni. Il pm ha poi chiesto

l’assoluzione per Michele Pellegrino, Antonio De Marte e Jason Allavena.

In tre giorni di requisitoria il pubblico ministero ha illustrato ai giudici le circa 900 pagine in

cui ha motivato le accuse nei confronti degli imputati. Il quadro probatorio è costituito da

circa diecimila intercettazioni, documentazione varia e testimonianze avvenute durante

l’incidente probatorio espletato dopo l’esecuzione delle misure cautelari nel dicembre 2012

varie persone tra le quali due collaboratori di giustizia già condannati per associazione a

delinquere di stampo mafioso e per omicidio. Le indagini, nell’ambito dell’inchiesta “La

svolta”, sono state condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Imperia.

Daisy Parodi
(Tratto da Repubblica)