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L’extravergine Itri, e non sono le olive … un territorio vasto e incontaminato appetito dalla criminalità organizzata.Sud pontino sempre più sotto assedio.Focus su Itri,a confine con Gaeta,Formia,Sperlonga e Fondi,il quadrilatero di fuoco

L’extravergine Itri, e non sono le olive … un territorio vasto e incontaminato appetito dalla criminalità organizzata.Sud pontino sempre più sotto assedio.Focus su Itri,a confine con Gaeta,Formia,Sperlonga e Fondi,il quadrilatero di fuoco

L’extravergine Itri, e non sono le olive … un territorio vasto e incontaminato appetito dalla criminalità organizzata

Mercoledì 03 agosto 2016

di Adriano Pagano

E’ conosciuta per la qualità delle sue olive e quindi del suo olio (lasciamo per un attimo da parte l’infinita querelle con Gaeta). Ma di extravergine, ad Itri, non ci sono solo quelle. Puro, purissimo, incontaminato come Madre Natura l’ha concepito, c’è anche l’immenso patrimonio terriero del Comune incastonato nell’anticamera del Golfo di Gaeta. Basti pensare che la superficie del territorio itrano è la stessa di quella di Formia e Gaeta messe insieme. Poco più di 100 chilometri quadrati. Eppure mentre le due perle del Tirreno contano complessivamente 60mila abitanti circa, Itri è sei volte più piccola, appena 10mila abitanti. Insomma conti alla mano una vastissima area ancora incontaminata e scarsamente antropizzata e urbanizzata. Una condizione che è una virtù per il piccolo Comune laziale, se non fosse però che contemporaneamente purtroppo Itri vive la complicata situazione di essere sempre più spesso frequentata e abitata da personaggi di spicco della criminalità organizzata o comunque borderline. Non ci vuole poi quindi molto a capire che così tanta terra a disposizione può, alla fine, rivelarsi un boomerang, capace di attrarre gli scopi criminali della speculazione edilizia e il riciclaggio di denaro sporco.
IL REGOLAMENTO PER I BENI CONFISCATI, LA LOTTA DI LIBERA A ITRI

Insomma su Itri vanno – mai come ora – accesi i riflettori. E lo ha fatto Libera, venerdì scorso, con un appuntamento che è servito per parlare di beni confiscati e non solo, dopo aver posto il proprio imprimatur sull’introduzione del regolamento comunale, dimostrandosi ancora una volta molto attiva sotto il profilo sociale, pur faticando tuttavia ad attecchire nella comunità dell’oliva pregiata così da incassare i necessari proseliti. Ma non si perdono d’animo i giovani e giovanissimi che ne fanno parte e la cui scelta militante è in qualche modo già una piccola vittoria per tutti. Segno di una coscienza verace e giusta. Con entusiasmo hanno organizzato questa serata dove oltre a noi di h24notizie, c’erano anche il vicepresidente nazionale di Libera Davide Pati e poi – chiamato in causa in un secondo momento – è intervenuto anche il primo cittadino Antonio Fargiorgio. Tuttavia la città, considerata anche la serata estiva, ha dimostrato interesse verso il tema e ha partecipato con buoni numeri.

Lo ha fatto per sapere che da qualche settimana anche Itri si è dotata di un Regolamento per la destinazione dei Beni confiscati alla criminalità organizzata. Un segnale forte che ha voluto lasciare la ex commissaria prefettizia Raffaella Vano che – insieme all’approvazione di altri regolamenti e naturalmente l’ordinaria amministrazione, che in particolar modo compete a un commissario comunale chiamato a gestire l’ente, ha voluto portare a termine l’iter per l’adozione del regolamento il cui input era arrivato proprio da Libera. Un regolamento che tra le altre cose punta principalmente ad intraprendere una ricognizione del patrimonio confiscato di cui dispone il Comune. Patrimonio che per ora consta di una quindicina di beni – tra terreni e fabbricati – che però sono ancora oggetto di sequestro e non già di confisca definitiva. Discorso a parte merita poi la maxi confisca ai danni dei fratelli Ascione di Formia, ritenuti dalla Guardia di Finanza una cellula economica del potente Clan Mallardo di Giugliano. Nell’ambito della maxi confisca da 49 milioni di euro avvenuta nel maggio scorso, ben 15 appartamenti già realizzati e 11 ancora in costruzione, più 34 terreni, sono stati requisiti a Itri.

IL PREDILETTO DEL BOSS CHE MUOVE I FILI DA ITRI

Ma Itri come abbiamo detto è un territorio da leggere nelle dinamiche che lo abitano, e queste sembrano assomigliare alle sue stesse caratteristiche geografiche. Arroccato, quasi nascosto, dietro a chi ha già le spalle grosse ma troppo in evidenza, troppo esposte (Formia, Gaeta e Minturno), allora meglio arretrare, ma senza rinunciare a fare affari. Ecco, in due parole, questa è Itri. Sin dal 2011 individuata come il luogo prescelto per la residenza dalla famiglia Bidognetti, da Katia, figlia del Boss “Cicciotto ‘e Mezzanotte” – oggi al 41bis – e dal marito Giovanni Lubello, arrestato nel marzo del 2013 nell’ambito della stessa inchiesta che vide coinvolto il sottosegretario del Governo Berlusconi, Nicola Cosentino, – anche Mario Cosentino, fratello di quest’ultimo vive a Formia – denominata Il Principe e la (scheda) ballerina, per i reati di corruzione, abuso d’ufficio e reimpiego di capitali di provenienza illecita.

Un’indagine che puntava soprattutto a far emergere i rapporti tra politica e camorra nella costituzione di un sistema finalizzato al voto di scambio con il supporto elettorale da parte del Clan dei Casalesi a politici compiacenti. (La scheda ballerina alla quale si fa riferimento è infatti la scheda elettorale consegnata già votata a piacimento dal clan all’elettore compiacente di turno, per essere inserita nell’urna, così da farsene restituire una non votata – quella ritirata nel seggio – e da riconsegnare nelle mani dell’emissario del clan che la darà poi, reiterando il sistema, all’elettore successivo). Al momento dell’arresto Lubello viveva in una villa bunker in località San Giacomo vicino alla stazione ferroviaria di Itri – dopo aver ottenuto i domiciliari, il Riesame riconfermò il metodo mafioso del suo agire -, insieme appunto alla moglie Katia Bidognetti che con lui gestiva un negozio di telefonia a Formia. Nel marzo di quest’anno, inoltre, davanti alla Corte di Appello della Procura Generale è arrivata la richiesta di conferma della pena a 5 anni di reclusione incassata nei precedenti gradi di giudizio per il genero di “Cicciotto ‘e Mezzanotte”.

Ma le aule di tribunale e le condanne non erano nuove a Lubello che già in precedenza era stato condannato a sei anni e otto mesi di reclusione per associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni, dopo il sequestro di un suo cantiere edile sequestrato dal Comune di Formia nella frazione orientale di Penitro a causa di una una serie di irregolarità rispetto al progetto originario.Cemento, business, camorra e politica. Così anche Katia Bidognetti si è mostrata spesso vicino alla politica locale, a cominciare proprio da Itri dove, durante la campagna elettorale per le elezioni del 2011, partecipò attivamente a sostegno di una lista in gara. Eppoi ancora a Formia quando si fece fotografare a pochi giorni dalle elezioni del 2013, sorridente, con il candidato al Consiglio comunale – e già consigliere – di Formia per il Pdl Erasmo Merenna.

IL CEMENTO SI FA SPAZIO TRA LE COLLINE

Nelle ultime settimane questi lembi di terra sono tornati in auge agli occhi di chi si occupa di scovare gli appetiti criminali, non a causa di ciò che c’è ma a causa di ciò che potrebbe esserci. E lo spiega bene un passaggio di una interrogazione parlamentare presentata dal senatore Giarrusso del Movimento 5 Stelle, redatta dai meetup locali in collaborazione con le associazioni antimafia – come la Caponnetto – e che recita testualmente: “inquietante fenomeno che andrebbe urgentemente monitorato e da cui si potrebbero intravedere forme di riciclaggio, è quanto starebbe accadendo nei territori sulla direttrice Itri-Sperlonga dove si hanno notizie da parte di associazioni, come l’Associazione Antimafia A. Caponnetto molto impegnata sul territorio, della svendita di beni immobili causa la crisi economica, a personaggi di origine campana, una situazione in particolare colpisce, registratasi nel territorio del Comune di Itri, vi sarebbe stato una incetta di terreni e manufatti edili da rifinire (all’incirca cinquanta unità) da parte di solo soggetto di origine campana …”.

Va aggiunto che proprio nell’ambito di tale segnalazione alcuni dei soggetti coinvolti da questi maxi operazione imprenditoriale di compravendita di unità terriere – che lascia forse presupporre a una maxi lottizzazione in quell’area – sono già stati protagonisti di una analoga operazione poi fortunatamente scoperta e sventata dalla Guardia di Finanza. Si trattava anche in quel caso di una maxi lottizzazione e anche in quel caso di terreni in località Santo Stefano – proprio tra Itri e Sperlonga – avvenuta nell’agosto del 2012, dove le Fiamme Gialle misero i sigilli a un complesso residenziale in costruzione del valore di circa 4 milioni di euro. Dieci le persone denunciate, tra le quali figurano coloro che sarebbero tornati all’attacco in questi mesi per comprare e, forse, costruire.

Ma da Lubello alla lottizzazione a Santo Stefano, il rapporto tra il cemento dell’edilizia e l’extravergine Itri non finisce qui. Infatti storia analoga è accaduta, o meglio sta accadendo, proprio con la vicina Gaeta. Gli avamposti più conosciuti e meglio utilizzati nell’ambito dei soggiorni – obbligatori o meno – sono Formia e Gaeta dove se non si conoscono quasi quotidianamente operazioni, arresti e sequestri alla criminalità organizzata è solo perchè nessuno li ha ancora scoperti. E allora in un territorio così sovraesposto e saturo – ma ancora con un elevato potenziale – strategica è la posizione ma anche l’orografia di Itri. Non a caso le indagini e le perquisizioni tra uffici comunali e domicili di alcuni funzionari del Comune di Gaeta – in particolare dell’ufficio urbanistica – muovono da una indagine della Procura di Cassino della quale abbiamo già riferito tempo fa. C’è infatti una ditta edile, la A. & P. P. Group con sede legale a Itri – come il suo proprietario residente a Itri ma di San Cipriano D’Aversa, Arcangelo Purgato, finiti nelle indagini prima dei carabinieri e della Procura e ora anche della Guardia di Finanza.

PUNTA CETAROLA E’ SALVA … ALMENO PER ORA
Ma Itri tiene duro, e prima con Libera e l’approvazione del regolamento voluto dal commissario prefettizio e poi anche con le parole del sindaco, cerca di mantenere la rotta nel mare della legalità. Infatti il sindaco Fargiorgio ha preso un impegno molto importante, sottolineando la necessità di riprendersi quella terra di mezzo nell’area di Punta Cetarola così da sottrarla alla speculazione edilizia e al cemento, come recentemente stava accadendo, tramite l’omonima lottizzazione per la realizzazione di un enorme residence turistico di lusso. Più in generale mentre c’è una Itri che cresce per numero con le molteplici richieste di residenze – che si registrano specie provenire dalla Campania – dall’altra c’è una Itri che nella sua vocazione ambientale, agroalimentare e più propriamente “paesana” – nel senso più genuino della parola – vuole tenere duro e non mollare alle lusinghe, alle violenze e al crimine.

link video:https://youtu.be/o0LiESwPVsM

fonte:www.h24notizie.com