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Lazio, una terra di facile conquista da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso

GENERALE, ANCORA STIAMO A TRIPODO,COPPOLA,BARDELLINO E COMPAGNI.!!!!!!!!! SALIAMO,SALIAMO,SALIAMO. SALIAMO ALLE COMPLICITA’ ED ALLE CONNIVENZE  POLITICHE ED ISTITUZIONALI !!!!

Una terra di facile conquista

16 Settembre 201

di Francesco Gosciu

Il fenomeno della colonizzazione della criminalità organizzata di tipo mafioso fuori dal proprio contesto ambientale, ha origini piuttosto remote. Il primo a trasferire il centro d’interesse per i suoi affari criminali nel Lazio, fu il famoso mafioso Francesco Paolo Coppola, detto “Frank tre dita”, che trasferitosi a Pomezia nei primi anni ’50, dopo essere stato espulso dagli Stati Uniti, dette inizio in quell’area ad un’escalation del metodo mafioso, attraverso il narcotraffico e la realizzazione di affari di ogni genere. Tutti agevolati da una costante opera di penetrazione nel tessuto sociale e nella politica locale, a cui non rimasero indifferenti molti esponenti della malavita locale che ne mutuarono le modalità.
Ad incentivare l’attitudine dei clan a delocalizzare i loro interessi investendo al di fuori dei loro territori di origine è stata, non solo la vastità del territorio, ma soprattutto il fatto che nel Lazio, le organizzazioni mafiose non hanno dovuto contendere spazi operativi ad altri gruppi delinquenziali, che hanno mantenuto i loro interessi criminali localistici.
Le organizzazioni criminali tradizionali presenti sul territorio laziale, hanno nel tempo tra loro stretto una sorta di patto di non belligeranza creando una situazione favorevole allo sviluppo degli interessi criminali di ciascuno, senza alcuna prevaricazione, anche allo scopo di mantenere quel necessario livello di sommersione.
Il territorio laziale rappresenta per la mafia il “terreno” ideale per riciclare il denaro accumulato attraverso traffici illeciti, sfruttando le opportunità offerte dall’economia locale, i cui punti forti coincidono con i settori tradizionalmente da loro appetiti.
Gli ambiti maggiormente interessati da tentativi di penetrazione, restano quelli degli esercizi pubblici e commerciali, il mercato immobiliare, i servizi finanziari e di intermediazione.
In particolare il basso Lazio, Latina e Frosinone, si caratterizza principalmente per l’espansione degli interessi criminali dei clan campani attraverso sia le attività di riciclaggio che la gestione di traffici illeciti, primi fra tutti quelli legati al narcotraffico. Le numerose indagini hanno accertato la presenza, anche in maniera stanziale definitiva, di esponenti dei maggiori clan campani, tra i quali quello dei Casalesi, Mallardo, Bidognetti, Bardellino, Moccia e Zaza. Nella provincia di Latina, da anni è ormai consolidata la presenza a Fondi  di esponenti delle cosche di ‘ndrangheta dei Tripodo di Bovalino e dei Pesce-Bellocco di Rosarno.
Don Micu Tripodo capo dell’omonimo sodalizio, deceduto nel 1976, i figli Antonio Venanzio e Carmelo Giovanni, nel tempo hanno monopolizzato le attività del Mercato Ortofrutticolo di Fondi (uno dei più grandi d’Europa) come evidenziato in diverse indagini che hanno visto il coinvolgimento anche di esponenti della camorra e della mafia siciliania rispettivamente interessati al trasporto e alla produzione dei prodotti ortofrutticoli. La presenza della ’ndrangheta a Latina è stata recentemente documentata dall’indagine su un narcotraffico tra Siderno-Latina-Amsterdam realizzato dai fratelli Crupi, imprenditori del settore florovivaistico, appartenenti alla cosca dei Commiso di Siderno.
Nessun territorio è esente da possibili infiltrazioni di gruppi mafiosi: affermare che in un’area è presente una bassa vulnerabilità criminale significa soltanto che l’introduzione della criminalità organizzata all’interno del tessuto imprenditoriale e sociale è solo parziale.
Questa ultima considerazione vale soprattutto per le province di Viterbo e Rieti che meno si evidenziano sotto l’aspetto dell’infiltrazione mafiosa, ma che comunque presentano caratteristiche di penetrabilità piuttosto rilevanti, nelle quali il fenomeno ad oggi non desta particolare allarme sociale. Per tali province, sono state segnalate nel tempo sporadiche presenze di soggetti riconducibili prevalentemente a gruppi di ‘ndrangheta e camorra che risultano interessati ai settori finanziari degli appalti pubblici e al ciclo dei rifiuti.

fonte:http://mafie.blogautore.repubblica.it/