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L’attacco alla libertà d’informazione. Berlusconi indagato dalla Procura di Trani e riparte l’offensiva contro la Giustizia

Il premier è indagato dalla procura di Trani per concussione e per “violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario” (articoli 317 e 338 del Codice penale), reati compiuti ai danni dell’istituzione del Garante per le comunicazioni. Riparte il refrain: “La sinistra ha armato le procure contro di noi e usa le intercettazioni e la giustizia a orologeria per la sua campagna di insulti”. Slitta a domani ispezione a Trani. Togati e laici chiedono che Csm indaghi su ispezione e apra pratica su caso Ferri

Da fonti di agenzia, il Premier Silvio Berlusconi è indagato dalla procura di Trani (nell’ambito dell’inchiesta sulle intercettazione per le presunte pressioni sulla Rai a proposito delle trasmissione “Annozero” e “Parla con me”) per concussione e per “violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario” (articoli 317 e 338 del Codice penale), reati compiuti ai danni dell’istituzione del Garante per le Comunicazioni.

Indagato anche il commissario dell’Agcom Giancarlo Innocenzi per favoreggiamento personale nei confronti di Silvio Berlusconi.

Innocenzi avrebbe infatti negato, durante un colloquio con i magistrati pugliesi, di aver avuto alcune conversazioni con il premier che avevano per oggetto la trasmissione Annozero.

Il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, sarebbe invece indagato dalla stessa procura per rivelazione del segreto istruttorio. Il giornalista avrebbe infatto violato il divieto impostogli di non rivelare a terzi il contenuto di un interrogatorio subito 17 dicembre 2009 nel quadro di un’inchiesta sulle carte di credito American Express.

La notizia è giunta al temine dell’ennesima giornata avvelenata, con tutti i legali del premier in pista a svolgere un ‘triplo’ incarico: far terra bruciata attorno alla procura di Trani per “l’irrilevanza penale dei fatti”, sostenere la “totale e assoluta incompetenza territoriale” e denunciare la “reiterata e continuata violazione del segreto di indagine”. Tutto questo, appunto, proprio alla vigilia di un decisivo appuntamento elettorale.

“Ma qual è il reato, dov’è?”, continua a chiedersi Berlusconi, secondo il quale quelle intercettazioni non porterebbero ad altro che alla scoperta dell’acqua calda. Anche se l’alleato Umberto Bossi gli manda a dire (e non è la prima volta) che dovrebbe utilizzare il cellulare con più accortezza e parsimonia.

Intanto però il cavaliere non intende tapparsi la bocca, e in una intervista al Giornale Radio Rai, probabilmente già al corrente della sua iscrizione nel registro degli indagati, è partito al contrattacco facendo peraltro eco a quanto già affermato dai suoi legali: nella inchiesta si registrano “pesanti violazioni di legge”, e quindi più che preoccupato – ha ripetuto – sono “scandalizzato”. “Le mie posizioni – ha rivendicato – non soltanto sono lecite ma doverose, le mie sono le posizioni di tutte le persone perbene e di buonsenso. C’è un diritto del presidente del consiglio a parlare al telefono con chiunque senza essere intercettato anche surrettiziamente come invece avviene qui”.

Intanto, a Bari, il ministro della giustizia, Angelino Alfano, tranquillizza i magistrati della procura di Trani: “Gli ispettori non interferiranno” con l’inchiesta su Rai-Agcom che “deve andare avanti”. Ma avverte: sulle fughe di notizie ci vuole maggiore “serietà” e devono essere gli stessi magistrati a cercare le “talpe” responsabili della pubblicazione di notizie segrete. La rassicurazione, accolta dal procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo, che non si sente “turbato” dall’invio degli ispettori, non convince però la maggioranza dei consiglieri del Csm che hanno chiesto al comitato di presidenza di accertare se vi siano interferenze nelle indagini in corso che riguardano “personaggi politici di rilievo nazionale”. Secca la replica di Antonio Di Pietro: “E’ inconcepibile che il Governo voglia andare a vedere gli atti di un’inchiesta che riguarda esponenti del Governo -tuona illeader IdV-. Soltanto in un Paese in cui c’è un regime assoluto, il Governo vuol controllare pure il suo controllore. Per questo noi diciamo che i magistrati di Trani non devono far vedere alcuna carta a quei signori perché sono loro a dover dare giustificazioni ai magistrati e non viceversa”

E’ poi bufera al Csm per il consigliere Cosimo Ferri, finito nelle intercettazioni dell’inchiesta di Trani per i suoi colloqui con il commissario dell’Agcom Giancarlo Innocenzi incentrati sulla trasmissione ‘Annozero’. Mentre lui si dice “serenissimo”e chiede che siano rese pubbliche le conversazioni che lo interessano non avendo “nulla da nascondere”, 13 suoi colleghi hanno chiesto al Comitato di presidenza – che deciderà domani – l’apertura di una pratica sul caso che lo ha investito per “scongiurare che il Consiglio Superiore venga, anche solo strumentalmente coinvolto nelle polemiche in atto”; e in questa stessa ottica hanno posto il problema della sua permanenza alla presidenza della Settima Commissione di Palazzo dei Marescialli. Un’iniziativa giunta al termine di una giornata convulsa per il consigliere, che nel pomeriggio aveva avuto un colloquio con il vice presidente del Csm, e prima ancora una riunione con i colleghi del gruppo e con i vertici della sua corrente, Magistratura Indipendente. Sempre domani, il Comitato di presidenza del Csm, che dovrà valutare anche un’altra richiesta, stavolta sottoscritta anche da Ferri e dai colleghi di Magistratura Indipendente: l’apertura di una pratica sull’ispezione ordinata dal ministro Alfano a Trani per verificare se vi siano interferenze con l’attività giudiziaria in corso.

E mentre la vicenda va avvitandosi su se stessa e si decidono ispezioni sulle ispezioni, va avanti lo scontro politico. Con il Pd che accusa il premier di brigare per affossare la libertà di espressione e – ha infierito D’Alema – per “mettere sotto controllo tutti i mezzi di informazione”.

“Se proprio deve usare il telefono – ha ironizzato poi il segretario del Pd Pier Luigi Bersani – Berlusconi parli di qualcosa che interessa più da vicino gli italiani”. Si è inserito anche il leader Udc Casini per dire che le intercettazioni, i “conflitti di potere, l’eterna lotta tra Berlusconi e i magistrati, sono questioni che non interessano gli italiani”. Ma dal fronte Pdl si è alzato uno scudo a protezione del premier, con il ministro Claudio Scajola che ha definito “farsa” la notizia di Berlusconi indagato, e Maurizio Gasparri che ha accusato la procura di compiere illegalità: “A Trani – ha sentenziato – ci vorrebbe una impresa di pulizie”.

Oggi Berlusconi ha dato la colpa alla sinistra per aver avvelenato i pozzi “armando i giudici” e scendendo in piazza “con slogan e manifesti violenti contro di me”. E’ su questo ‘schema’ che si giocherà tutta la campagna elettorale. Con il Pdl pronto ad alzare il tiro per spiegare agli italiani quello che il premier chiama “il gioco pericoloso” della sinistra che si è alleata con le toghe per rovesciare l’esecutivo. Convinti loro che questo sia un modo anche per ‘sconfiggere’ l’astensionismo.

(Tratto da Aprile online)