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Il problema drammatico della aste giudiziarie. Chi sta acquistando le aziende agricole e commerciali in crisi ed all’asta???

Non è più tempo di continuare a trastullarci battibeccando fra noi e le forze dell’ordine e la magistratura pontine sul tema “facciamo/non fate le indagini patrimoniali”

In questi giorni siamo venuti a contatto con una realtà inquietante che vede famiglie laboriose private nelle loro abitazioni perfino della luce elettrica perché l’ENEL ha staccato l’erogazione della corrente.

Famiglie nell’agro pontino che hanno vergogna di denunciare lo stato in cui sono state costrette a vivere da uno Stato patrigno.

Famiglie che vivono nei capannoni dopo che alle aste giudiziarie hanno perso l’abitazione, l’azienda agricola o commerciale e lo stesso diritto alla vita.

Senza che quello Stato patrigno si preoccupi minimamente di andare a vedere perché e come stanno succedendo queste cose.

Una vergogna che sta facendo centinaia, per non dire migliaia, di vittime innocenti.

Vittime rappresentate da persone che hanno speso una vita a sgobbare nei campi e negli esercizi messi sù con il sangue loro e dei loro genitori.

Migliaia di aziende sono fallite o stanno per fallire, andando all’asta e, poi, acquistate non si capisce bene da chi.

Cassintegrati con centinaia di migliaia di euri nelle tasche?

Medici con larghissime disponibilità economiche?

Persone che a prima vista sembrano dei poveri cristi e, comunque, non in grado apparentemente di disporre di centinaia di migliaia di euri.

Sull’unghia.

Prestanome di qualcun altro?

Vallo a sapere!

Nessuno indaga, nessuno si preoccupa di vedere chi eventualmente possa esserci dietro.

In provincia di Latina, a quattro passi da Roma e da Napoli, al centro del Paese ed alle porte della Capitale.

La vecchia affermazione di Giovanni Falcone:

seguite la strada dei soldi e troverete la mafia.

Qua nessuno segue niente.

Ci dispiace continuare ad accusare, ma questo è lo stato delle cose.

Abbiamo chiesto un incontro con il Procuratore Capo Pignatone, Capo della DDA di Roma, per pregarlo di voler disporre un’indagine rigorosa in provincia di Latina –ma la questione, ci dicono, riguarda anche l’agro romano – finalizzata a capire chi c’è “dietro”, da dove vengono tutti questi soldi.

Nel frattempo, però, egli, se deciderà di aderire al nostro invito, disponga il sequestro degli atti relativi alle aste giudiziarie dando, così tempo, a questi poveri disgraziati di far fronte gradatamente alle incombenze nei confronti degli Enti.

Aspettiamo una risposta, che speriamo venga presto..

Noi nutriamo sentimenti di stima nei confronti del Questore Intini, ma francamente non abbiamo capito lo spostamento ad altra mansione dell’unica persona –l’ispettore Marongiu- esperta nella Questura di Latina in materia di indagini patrimoniali.

Non sappiamo, poi, se il Colonnello Kalenda, con tutta la sua buona volontà e la voglia di lavorare e di far lavorare, sia riuscito ad oggi a mettere in moto una macchina che finora è apparsa alquanto obsoleta e lenta, quella appunto dell’investigazione sui patrimoni mafiosi, le cosiddette indagini patrimoniali

Ma se la Guardia di Finanza e la Questura non danno priorità al tema del contrasto ai patrimoni sporchi, agli investimenti in odor di mafia, chi altro farà queste benedette indagini???.