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IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA BONAFEDE  VERIFICHI LA  CORRETTEZZA O MENO DELLE PROCEDURE SEGUITE NELLA DOLOROSA VICENDA CHE VEDE VITTIMA FRANCA DECANDIA

Atto n. 3-00231 Pubblicato il 26 settembre 2018, nella seduta n. 40 – DRAGO , LANNUTTI , FENU , LEONE – Al Ministro della giustizia. – Premesso che, a quanto risulta agli interroganti: la signora Franca De Candia è stata vittima di una triste vicenda di usura che le ha distrutto la vita, quella di una persona onesta la cui unica colpa è stata quella di aver chiesto aiuto alle persone sbagliate. Da quel momento è iniziato il suo calvario: un susseguirsi di intimidazioni, minacce, rivolte a lei e alle figlie, in un continuo crescendo, fino alla più barbara delle aggressioni fisiche, la violenza sessuale inflitta dai suoi stessi strozzini, fatto questo che rischia di compromettere per sempre il suo equilibrio psicofisico e la vita affettiva; al culmine della disperazione, la De Candia trova la forza e il coraggio per denunciare i suoi aguzzini. Diventa paladina della lotta all’usura: ricopre il ruolo di segretario nazionale dell’Associazione nazionale vittime dell’usura (A.N.V.U), di presidente onorario, fondatrice, de “Rete per la Legalità” ed è componente del consiglio Sos Impresa; nel 2013 è la protagonista del racconto “Come fiore di ciliegio”, vincitore del primo premio al concorso letterario molisano “Faifoli Montagano”; la complessa vicenda giudiziaria conseguente alla denuncia si conclude con le pronunce definitive di condanna inflitte sia in sede civile (Tribunale di Camerino, sent. n. 150/2013) che penale (Corte di cassazione, sent. 27957/07), a carico dell’usuraia, la signora R.D.G; nel corso del giudizio civile i rilievi peritali acclarano che le minacce e le violenze, psicologiche e fisiche, subite dalla vittima, hanno comportato l’insorgere di disturbi depressivi post traumatici; un quadro clinico estremamente severo che ha portato a diversi ricoveri e due tentativi di suicidio. Oggi la De Candia ha una invalidità civile riconosciuta nella misura dell’85 per cento; a ristoro del danno patrimoniale e biologico subito, il giudice le riconosce il diritto a un risarcimento stabilito nella misura di oltre 381.000 euro; nel legittimo auspicio di poter soddisfare il diritto statuito dalla suddetta sentenza, la signora De Candia chiede e ottiene il pignoramento dei beni della debitrice, rappresentati da alcuni immobili; nel corso della conseguente esecuzione immobiliare (Tribunale di Avezzano, R.G.E. n. 1/2014) sono, tuttavia, emerse irregolarità urbanistiche, che hanno indotto il giudice dell’esecuzione a disporre la vendita dei beni della debitrice a un prezzo a base d’asta di gran lunga inferiore al loro reale valore, nonostante le incertezze sulla effettiva portata delle irregolarità urbanistiche, i pareri discordanti sulla sanabilità dei vizi e una non celata possibilità di ritorno in bonis formulata in un parere scritto dall’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale; considerato che: la vicenda si sarebbe conclusa, con piena soddisfazione di entrambe le parti, se il giudice dell’esecuzione avesse inteso accogliere l’istanza formulata dalla De Candia, che proponeva l’assegnazione del compendio immobiliare al valore massimo stabilito dalla perizia del consulente tecnico d’ufficio e non quello ampiamente svilito dalla tesi di insanabilità dei vizi urbanistici. Una decisione in tal senso orientata, conforme alla più recente e illuminata giurisprudenza, avrebbe salvaguardato persino gli interessi della parte debitrice, che avrebbe visto decurtato il suo debito di una somma assai superiore a quella che potrà conseguire per effetto di una vendita che, se non impedita, sarà verosimilmente realizzata a valori ampiamente inferiori a quelli di mercato; dopo l’udienza di comparizione delle parti fissata per il 2 ottobre 2018, il giudice dell’esecuzione potrebbe confermare l’ordinanza di vendita degli immobili al risibile prezzo di circa 20.000 euro e tale circostanza andrebbe a ledere in modo irreparabile il diritto al risarcimento materiale e morale per la signora Franca, con conseguenze imprevedibili, dati i due precedenti tentativi di suicidio, le condizioni di profonda fragilità psichica e frustrazione della vittima, si chiede di sapere: se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti; se intenda attivarsi allo scopo di accertare, nell’ambito dei propri poteri ispettivi, la sussistenza di eventuali irregolarità nell’iter della procedura giudiziale; se ritenga di verificare la corretta applicazione delle norme poste a presidio dell’interesse generale per il soddisfacimento dei diritti spettanti in seguito a un pronunciamento definitivo da parte dell’autorità giudiziaria, nell’ambito delle aste giudiziarie, arginando il dilagante fenomeno delle vendite a prezzi di gran lunga inferiori al reale valore di mercato che rendono l’appagamento della pretesa risarcitoria impossibile.