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. I tentacoli del clan dei casalesi sul mercato del pesce di FormiaI tentacoli del clan dei casalesi sul mercato del pesce di Formia

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La camorra casertana si è inserita nel mercato del pesce di Formia. A denunciare il nuovo business portato avanti dai Casalesi nel Golfo è un pentito, ascoltato nell’ambito dell’inchiesta che nell’agosto scorso ha portato a un nuovo arresto per Gennaro De Angelis, da anni ritenuto dagli investigatori emissario dei boss di Casal di Principe nel basso Lazio.

Gennaro De Angelis

Gennaro De Angelis

Il 71enne De Angelis, vicinissimo prima ad Antonio Bardellino, fondatore del clan dei Casalesi e storicamente legato a Formia, e poi a Francesco Schiavone detto Sandokan, dopo aver vissuto trent’anni nella città del sud pontino, si è stabilito nel cassinate. Un uomo d’affari, che gli inquirenti ritengono ricicli il denaro della camorra, impegnato soprattutto nel commercio di auto. L’estate scorsa è stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Frosinone, nell’ambito di un’inchiesta su intestazioni fittizie di beni, portata avanti dall’Antimafia di Napoli. L’indagine è poi passata per competenza alla Dda di Roma e per il presunto emissario dei Casalesi è stato disposto prima il carcere e poi i domiciliari.

Secondo gli inquirenti, le intestazioni fittizie sarebbero state fatte per evitare misure di prevenzione e agevolare il clan, su disposizioni di Nicola Schiavone, nipote del boss Sandokan. Ipotesi che la difesa del 71enne ha negato ma che, almeno sul fronte dell’ordinanza di custodia cautelare, hanno retto prima al vaglio del Tribunale del Riesame e poi della Cassazione. Fondamentali le dichiarazioni su De Angelis e i suoi rapporti coi Casalesi fatte dai pentiti.

Attilio Pellegrino

Attilio Pellegrino

E  proprio un collaboratore di giustizia ha parlato del business legato al mercato del pesce di Formia. Attilio Pellegrino, ex braccio destro di Michele Zagaria, boss che a lungo ha dettato legge nello stesso sud pontino, recandosi in provincia di Latina anche a commettere omicidi, il 27 maggio 2014, ha dichiarato agli inquirenti che De Angelis era “in grado di condizionare mercati commerciali in cui non era stati mai apertamente inserito, come quello del pesce nella zona di Formia”.

Ma non è questo l’unico nuovo scenario che l’inchiesta su De Angelis apre per quanto riguarda Formia. Un altro collaboratore di giustizia, Giuliano Pirozzi, pentito del clan Mallardo, ha infatti sostenuto che il 71enne riciclava denaro per conto dei Casalesi e di averlo saputo da “Taglialatela Ferdinando, affiliato al suo stesso gruppo, che si era trasferito a Formia a fine 2010”.