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I temi scottanti nella lotta alle mafie. Non si fanno indagini patgrimoniali e si colpisce solamente il livello basso delle mafie

“MA QUESTI CHE C… VOGLIONO?”

E’ una domanda che ci siamo sentiti rivolgere in un comune di una provincia della nostra regione.

Che vogliamo?

Che la lotta alle mafie si faccia e si faccia come si deve.

Perché, diciamocelo francamente, fatte alcune eccezioni che riguardano solamente alcune aree della nostra regione, la lotta alle mafie si fa all’acqua di rose.

Con logiche e metodologie vecchie, guardando solamente all’aspetto delinquenziale comune, senza colpire minimamente i livelli economico e politico.

Se, anziché limitarsi alla narrazione delle situazioni generiche, alla narrazione della storia dei clan, alle affermazioni trite e ritrite, attingendo ai rapporti della DNA, della DIA e di quanti altri, ci dedicassimo di più all’esame di fatti specifici, comune per comune, nomi e cognomi e ci soffermassimo all’esame delle tante criticità, delle carenze, delle omissioni, delle collusioni con la politica, con i professionisti e altre cose del genere (come lodevolmente, ad esempio, fanno gli amici della Casa della Legalità e della Cultura di Genova), veramente potremmo dire di fare una cosa utile alla società ed a noi stessi.

Tolte Frosinone, dove le forze dell’ordine stanno ORA operando bene e la Capitale, che fa capitolo a sé, nelle altre province del Lazio la lotta alle mafie non si fa come si dovrebbe.

A Latina opera bene solamente la Questura, ma per il resto…

Ed allora cominciamo ad affrontare seriamente questo problema, quello del funzionamento delle forze dell’ordine.

Non capiamo, ad esempio, per quale motivo, mentre Ufficiali e Questori vengono trasferiti ogni due anni, i marescialli e gli ispettori debbono essere mantenuti nello stesso posto per decenni!!!

Possiamo trovare le persone più oneste di questo mondo, ma quando uno sta nello stesso comune per decenni crea rapporti personali, amicali e quant’altro con gente del posto che non giovano certamente ad un’azione investigativa seria.

E l’ossatura di un presidio sono proprio i marescialli e gli ispettori che, al contrario di quanto sono tenuti a fare gli Ufficiali, sono quelli che fanno le indagini.

Parliamoci chiaramente:

fatte le eccezioni sopraindicate e quelle che riguardano i corpi centrali, come DIA, SCO, GICO, ROS, SCICO ecc. , nel Lazio non si fanno indagini approfondite.

Quelle sui patrimoni, sui capitali sporchi che sono montagne, sulle collusioni con la politica, con le istituzioni e con tanti professionisti, chi le ha fatte? Chi le fa?

Debbono venire sempre da fuori provincia!

Questi sono i temi da affrontare e risolvere, se vogliamo seriamente fare azione antimafia.

Tutto il resto non serve a niente.