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I boss fuggono verso il Centro-Nord. Dove la mafia non deve esistere per quieto vivere

L’Espresso, Mercoledì 15 Giugno 2015

I boss fuggono verso il Centro-Nord. Dove la mafia non deve esistere per quieto vivere

di Giovanni Tizian

La sentenza della corte d’Appello di Roma, che demolisce l’impianto accusatorio della procura antimafia di Roma sulla mafia a Ostia, ha galvanizzato la Nazionale dei mafiosi.  Grazie a questo verdetto che espelle la mafia da Roma molti padrini stanno riflettendo sul da farsi. Non è la prima volta, per esempio, che un camorrista smette di esserlo, per i tribunali s’intende, fuori dal contesto regionale. Ciò che sembra un assurdità purtroppo è scritto in diversi provvedimenti.

Così se il luogotenente di un boss chiede il pizzo a Palermo, verrà accusato, e probabilmente condannato, per l’estorsione aggravata dal metodo mafioso e per associazione mafiosa. Insomma, non ha scampo. Ben diverso se il luogotenente compie un’estorsione a Ostia, Roma, Bologna, Varese. Qui- senza magistrati formati a riconoscere il fenomeno complesso qual è la mafia- rischierà al massimo una condanna per estorsione semplice: due o tre anni di galera e tornerà in libertà.

Capita l’antifona, ci dicono i ben informati,Peppino l’Orbo ha già fatto le valigie per trasferirsi a Roma. Lì, nella sua casa in Aspromonte, non gli perdonano niente. Non può nemmeno organizzare un funerale come si deve, perché la Questura gli vieta la cerimonia pubblica. Cose da pazzi! Visto l’andazzo, insomma, l’Orbo dopo aver affrontato l’argomento in famiglia ha deciso di lasciare per sempre la Calabria. L’idea in realtà lo assillava già da un po’, prima però aveva scelto il Nord Europa come meta di rifugio dai giudici che lo perseguitavano solo per il fatto di far parte di un’associazione di amici. Aveva persino pronto il biglietto per Amsterdam, dove altro che 416 bis, lì sì che si vive bene e senza teoremi di pm politicizzati che vedono la mafia ovunque. Poi, però, quando tutto sembrava perso, l’altro ieri ha comprato il giornale e, con sua grande sorpresa, ha letto di questa sentenza che cancella la parola mafia su quegli amici che stanno a Ostia. Associazione semplice, dicono i giudici. Oh, pensa Peppino, finalmente una giustizia giusta. Così corre da suo figlio che in materia di internet è un fenomeno e gli ordina di cambiare il biglietto: la destinazione ideale è Roma, altro che Amsterdam dove, tra le altre cose, si mangia pure male.

Lo stesso ha fatto Ciruzzo “o Fetente”. Letto l’articolo in cui si raccontava l’esito del processo contro i Fasciani di Ostia, è tornato indietro dalla Liguria. Stava attraversando il confine per ritirarsi in Spagna. Ma anche lui ha avuto l’illuminazione. Roma è perfetta.

C’è chi, invece, come Luigino “Marlboro” dalla Campania ha preferito trasferirsi a Bologna, dopo che alcuni giudici hanno condannato un suo collega “uomo d’onore” patentato per il reato di estorsione semplice. La corte nel suo caso non ha accolto né l’associazione mafiosa né l’aggravante di aver agevolato i clan. Così il suo amico che per i magistrati campani era il braccio destro di uno dei padrini di Gomorra, quindi camorrista doc, per quelli emiliani è un semplice delinquente.

Le motivazioni, in effetti, per trasferirsi fuori dalle regioni marchiate come tradizionalmente mafiose sono tante e tutte valide. È come se esistessero due Italie: a Sud la mafia esiste a prescindere, nel Centro Nord nella maggior parte dei casi non esiste e non dovrà esistere. Per quieto vivere e perché in certi casi conviene.