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Difenderemo noi gli operatori del MOF di Fondi (quelli onesti, ovviamente, che sono i più)

GLI OPERATORI DEL MOF DI FONDI? ORA LI DIFENDIAMO NOI (OVVIAMENTE QUELLI “PULITI”, CHE SONO I PIU’)

Quando manca il colloquio!

L’altra mattina, davanti alle telecamere della RAI, nel colloquio, all’interno del MOF a Fondi, fra noi, l’amministratore delegato ed alcuni operatori fondani, ci si è aperto uno scenario davvero inquietante.

Noi ritenevamo che gli operatori fossero in certo modo responsabili, almeno oggettivamente, della situazione creatasi.

Responsabili non perché fossero anch’essi dei mafiosi, ma perché avrebbero taciuto.

A quanto ci hanno detto, invece, alcuni di loro e lo stesso amministratore delegato alla presenza di testimoni, non è proprio così.

Sin dal 2000 essi avrebbero avvertito chi di dovere di certe presenze sospette.

Non ci hanno specificato “chi” essi hanno avvertito, ma ci hanno fatto intendere che si trattava di responsabili delle Istituzioni. Provinciali e territoriali.

Se così è – e noi non abbiamo alcun motivo per metterlo in dubbio – il problema assume un aspetto particolare.

Le responsabilità politiche ed istituzionali sulle quali noi chiediamo al Ministro Maroni di far luce.

Noi siamo l’associazione antimafia “odiata dalla politica locale”, ci hanno definito i cronisti di “Latina Oggi”.

Bene, vogliamo esserlo ancora di più perché, di fronte ad una politica… distratta ed in parte collusa con le mafie, non vogliamo stare zitti.

Non siamo l’antimafia del bla bla, quella parolaia che parla di tutto e di niente.

Non si può giocare sulla pelle di tanta gente onesta e guadagnarci su. In voti, quanto meno.

Bisogna individuare “chi “non si è mosso come si deve e “perché” non si è mosso.

Il discorso è a 360 gradi perché noi abbiamo l’impressione che quando arrivano in provincia di Latina servitori dello Stato che vogliono fare onore al giuramento fatto –il Prefetto Frattasi, il colonnello dei carabinieri Rotondi, il Presidente del TAR Bianchi ecc. -si fa del tutto per mandarli via.

E debbono intervenire sempre da Roma e da Napoli, più spesso ancora, per scoprire ed arrestare i mafiosi.

Le operazioni sono fatte per lo più dai corpi speciali: ROS, GICO, DIA, SCO, che vengono, ovviamente, da fuori..

Un riconoscimento va fatto, per onestà intellettuale, anche alla Questura di Latina del Questore D’Angelo.

Ma perché tutto questo?

Cos’è che non va?

C’è qualche disegno dietro a tanta distrazione, a tanta inerzia?

E’ la domanda che ci inquieta da tempo.

L’altra mattina, quando gli operatori del MOF ci hanno detto quelle cose, ci si è aperto il baratro davanti a noi.

Ed abbiamo giurato di andare fino in fondo.

Qua ci sono troppe zone d’ombra:

un capitano della Guardia di Finanza che si è sparato (e finitela di dire che era depresso);

prefetti e comandanti provinciali dei carabinieri che sono stati trasferiti perché forse si sono spinti dove non dovevano;

istituzioni locali che non si muovono come dovrebbero;

esponenti politici che parlano SOLAMENTE NEI PERIODI ELETTORALI ma poi scompaiono e… disertano i luoghi di confronto…

Vogliamo andare oltre?

L’altro giorno, in altra nota, accennavamo a quanto ci è successo alla Regione Lazio in occasione di una riunione della Commissione Sicurezza sulla situazione esistente a Civitavecchia.

Quando qualcuno si è accorto che avevamo, come è costume di chi non fa chiacchiere, un dossier, non ci hanno fatto nemmeno parlare.

Ed allora il discorso è più complesso.

Noi chiediamo ufficialmente al Ministro Maroni di nominare una Commissione d’inchiesta, composta di funzionari alla Frattasi (tanto per intenderci), che accerti tutte le inefficienze, le omissioni – e le relative ragioni – di tutti i poteri dello Stato, dal 2000 ad oggi, che ci hanno portato a questa situazione.

C’è un Pedica – o chiunque altro – che se la sente di fare con noi questa battaglia?

Se sì, saremo con lui – o con loro – fino alla morte.

Se no, saremo inflessibili.