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Consip, la mega-spartizione sopravvive a pm e scandali

Il Fatto Quotidiano, Domenica 7 Aprile 2019

Consip, la mega-spartizione sopravvive a pm e scandali

L’Antitrust svela il patto tra Romeo e gli alleati sulla super gara Fm4. Oggi operano ancora e a prezzi più alti. In arrivo le multe

GIANNI BARBACETTO

Consip era una sigla misteriosa, sconosciuta ai più. Poi è arrivata l’inchiesta del pm Henry Woodcock che, a fine 2016, ha portato alla luce le manovre corruttive dell’imprenditore Alfredo Romeo, il coinvolgimento di Tiziano Renzi (per il quale i pm hanno chiesto l’a rchiviazione), padre dell’a l l ora presidente del Consiglio, e le fughe di notizie attribuite al ministro Luca Lotti e al comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette. Consip spa, la centrale acquisti della pubblica amministrazione, controllata dal ministero dell’Economia, era allora alle prese con quello che è stato definito il più grande appalto d’Europa: nome Fm4 (Facility management 4), base d’asta 2,7 miliardi, oggetto la gestione di servizi, pulizia e manutenzione degli uffici pubblici in tutta Italia. La gara inizia nel 2014. Le buste vengono aperte nel 2016. Poi parte l’indagine e tutto si blocca. La storia dell’inchiesta penale è stata raccontata dal Fatto Quotidiano. Ma che fine ha fatto, intanto, “il più grande appalto d’Europa”?

OGGI, tre anni dopo, la classifica dei vincitori è ancora “provvisoria”e l’appalto non è stato assegnato. Con due risultati, paradossali: a fare pulizie e manutenzioni negli uffici pubblici sono le aziende che avevano vinto la gara precedente, la Fm3 del 2010, che però sono le stesse indagate da Woodcock; continuano a lavorare, per di più, a prezzi più alti, perché le basi d’asta nel 2014 erano state abbassate del 30 per cento rispetto al 2010. Una sorte simile è toccata ad altre gare Consip: gli appalti Sanità del 2015, base d’as ta 1,455 miliardi, buste aperte nel 2016 ma poi non aggiudicati; la gara Musei del 2016, base d’asta 640 milioni; la gara Caserme del 2016, base d’asta 582 milioni. È in proroga anche la Fm2/2 del 2008, del valore di 520 milioni. Romeo è stato arrestato, ma la sua azienda e le imprese alleate sono di fatto premiate: continuano a incassare soldi pubblici. A ricostruire questa vicenda ci aiutano i documenti dell’Antitrust, che ha condotto un’indagine parallela a quella penale e che è ancora in corso. Il bando della Fm4 viene pubblicato il 18 marzo 2014. N el l ’aprile 2016 vengono aperte le buste delle offerte. Ma già a febbraio succede un evento inaspettato: una delle aziende partecipanti ritira l’of – ferta. È la Cns, che riunisce le piccole cooperative che fanno riferimento alla Lega coop. Perché si ritirano? Perché i vertici di Cns erano stati azzerati e i nuovi annusano accordi inconfessabili stretti dai predecessori di cui non vogliono farsi complici. Aperte le buste, viene stilata una classifica provvisoria. A vincere sono la Romeo Gestioni (che si aggiudica lavori per 609 milioni) e i suoi alleati: la Manutencoop, grande cooperativa di servizi (lavori per 532 milioni), la Manital, impresa piemontese (675 milioni) e la Cofely, colosso francese (495 milioni). Fuori gioco Dussmann, impresa di Capriate (Bergamo) controllata dai tedeschi, e la sua alleata Siram, del gruppo francese Veolia. Alla fine Dussman e Siram conquistano 4 lotti, ma solo perché Manital viene esclusa dalla gara per motivi amministrativi.

A FINE 2016 parte l’inchiesta, scoppia lo scandalo, Romeo viene arrestato e l’Antitrust avvia l’indagine. Le conclusioni dell’Authority, che il Fatto ha letto, raccontano di un accordo scientifico per spartirsi i lotti che coinvolge tutti i partecipanti, tranne Dussmann e Siram. L’Antitrust rileva una lunga serie di irregolarità, spia dei patti corruttivi sotterranei. Le associazioni temporanee d’impresa sono “sovrabbondanti”, rileva: anche le aziende che hanno i requisiti per partecipare alle gare da sole (Cns, per esempio, o Cofely) si alleano con altre con cui hanno programmato in segreto la spartizione dei 18 lotti. Le aziende de ll’accordo segreto partecipano “a scacchiera” ai diversi lotti, in modo da non sovrapporsi e farsi concorrenza. Così fanno Romeo, Manutencoop, Cns, Manital: ciascuno partecipa a uno solo dei quattro lotti a cui puntano. Romeo, che poteva puntare a un numero maggiore di lotti, rinuncia per non infrangere il patto. Lo dimostra anche una intercettazione acquisita dall’i nc h i es t a penale: “Alla fine io avevo quattro negozi”, dice il referente di Romeo in Puglia, riferendosi ai quattro lotti vinti nella gara precedente, Fm3, “m o’ ne ho tre perché ho rinunciato al negozio che tenevamo a Bari”. E poi: “Non sono interessato a dare fastidio agli altri, Manutencoop… Cns… eccetera. Perché questo è un mercato… dobbiamo camminare, dobbiamo andare avanti… Come vedete, io non vado a strafare perché non vado a partecipare a tutti i lotti”. C’è anche una prova scritta della spartizione. È il “bigliet – tino rosa”che i nuovi manager di Cns, dopo aver deciso di chiudere con i vecchi sistemi di spartizione, consegnano ai pm: riporta su un lato i nomi di tre manager (di Manutencoop, Cofely e Manital) che il 12 giugno 2017 partecipano a un incontro riservato con Cns per accordarsi sulle gare Fm4; e sul retro le tre aziende che non hanno partecipato (Romeo, Dussmann, Siram). Che il sistema fosse una ragnatela di accordi sotterranei è dimostrato anche dai subappalti “a scopo compensativo”: l’azien – da che non partecipa a una gara viene compensata con un bel subappalto. Così Cns aveva raggiunto un accordo con l’azienda Gestione Integrata per farle fare il 15% dei lavori di tutti i lotti aggiudicati. Il gruppo Sti decide perfino le quote (il 10%) da affidare a un’azien – da dentro una cordata concorrente. Le imprese, violando la riservatezza delle gare, si comunicano gli appalti a cui vogliono partecipare e si scambiano fogli excel che riportano attività e importi da spartire. C’è anche una lettera anonima trovata dall’Autorità antitrust. Ha per titolo: “Terzo messaggio al Cns del Gruppo di Amici che non vi lascerà soli”. È indirizzata a Cns e spiattella i nomi di chi “organizzava quel gran popò di cartelli” (sic), cioè chi preparava i giochetti per spartirsi gli appalti.

PARTICOLARE la storia di un lotto dei lavori Fm4, il lotto 10, lavori per 143 milioni. Era tradizionalmente un feudo di Romeo, che infatti si era già accordato con gli altri (Cns e Manutencoop) per mantenerlo. Ma gli altri lo tradiscono e nel 2014 stringono un patto parallelo con i francesi di Cofely. Tre anni dopo, il 12 giugno 2017, i manager di Cns scrivono il “bigliettino rosa”, in cui rivelano gli accordi segreti. Quando Romeo si accorge di essere stato “tradito” dagli alleati va su tutte le furie e nell’aprile 2016 fa un esposto per tentare di far saltare il banco.È una guerra sotterranea. Per un lotto, Manutencoop presenta un progetto fatto apposta per perdere. Un consulente non capisce il gioco e suggerisce correzioni (“Ci sono vari passaggi/salti logici non dimostrati nel capitolo… mancano molti dati”). Un capo di Manutencoop commenta, ironico, via email: “Vediamo cosa riescono a tirarne fuori, speriamo che capiscano la necessità di essere un po’ più smart. Viva la mamma !! !”. Insomma: siate più furbi, non avete capito che abbiamo giocato per perdere? Ora tutta la vicenda è sotto il giudizio dell’Antitrust, che il 20 aprile deciderà le multe. Intanto però i lavori del “più grande appalto d’Europa”, invece di essere affidati ai virtuosi che non hanno imbrogliato, continuano a essere fatti da Romeo e dai suoi alleati