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Che furbo Michele Zagaria: ecco come la dette a bere a Cicciariello per convincerlo che lui con il JAMBO non aveva nulla a che fare

Che furbo Michele Zagaria: ecco come la dette a bere a Cicciariello per convincerlo che lui con il JAMBO non aveva nulla a che fare

In calce all’articolo, lo stralcio di un interrogatorio in cui Antonio Iovine racconta di una riunione, che lui stesso definisce “della cupola del clan dei Casalesi”

SAN CIPRIANO D’AVERSA – Sono giorni in cui molto tempo stiamo dedicando alla lettura approfondita dei verbali, riempiti dagli interrogatori del collaboratore di giustizia più importante della storia del clan dei Casalesi, Antonio Iovine detto o’ninn.

Un esame che ha riguardato soprattutto quelli relativi alle tangenti, imposte dal clan durante la fase della costruzione e poi durante l’esercizio imprenditoriale delle attività del polo calzaturiero di Carinaro-Teverola.

Leggendo e scrutando, ci siamo imbattuti in un passaggio di sole 3 o 4 righe in cui Antonio Iovine, nell’interrogatorio del 6 novembre 2014 racconta di un summit che definisce lui stesso “della cupola del clan”, con gli Schiavone, rappresentati al tempo, dalla massima autorità criminale allora a piede libero, cioè da Francesco Schiavone, detto Cicciariello, cugino diretto e braccio destro di Francesco Schiavone Sandokan.

In questa occasione, viene fuori di nuovo quella che è una caratteristica, che ha costantemente e saldamente accompagnato le vicende dei Casalesi i quali, oltre ad essere degli assassini sanguinari, dei criminali estorsori che hanno depredato l’economia produttiva dell’intera provincia di Caserta e non solo, costruendo un rapporto fatto di subalternità, ma purtroppo anche di connivenza con gli imprenditori e con i politici di questo territorio, sono anche dei furboni ineguagliabili.

In una riunione della cupola non si può non parlare degli affari più importanti. Al cospetto di Francesco Schiavone Cicciariello, dunque, Michele Zagaria non può non affrontare la questione dei suoi rapporti con il centro commerciale Jambo. Non era una diceria quella che segnalava Zagaria come direttamente inserito nell’affare, come socio occulto. E d’altronde, anche la famosa ordinanza del 10 dicembre del 2015, ha dimostrato questo.

In quella sede, però, Michele Zagaria, mostra un’abile attitudine da vecchio politicante e al cospetto di Cicciariello dice che il Jambo paga regolarmente la tangente al clan dei Casalesi. Per cui, al Jambo non verrebbe praticato nessun trattamento di favore.

Antonio Iovine che in quanto a furbizia non aveva nulla da invidiare a Michele Zagaria, fa notare ai giudici, però, che tra la tangente chiesta e, per qualche tempo, ottenuta dal polo calzaturiero, di circa 160 mila euro all’anno e quella versata dal Jambo, di circa 30 mila euro all’anno, esiste una differenza assolutamente non giustificata dal divario dimensionale delle due attività.

G.G.

 

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’INTERROGATORIO DI ANTONIO IOVINE, RESO IL 6 NOVEMBRE 2014

iovine

PUBBLICATO IL: 30 gennaio 2017 ALLE ORE 12:58  

 

fonte:www.casertace.net