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Centrali nucleari: quali mafie controlleranno i traffici di scorie radioattive?

Nucleare, Miscioscia… non pervenuti!
In riferimento alla nota “dell’ ambientalista azzurro” Miscioscia del 09/03/09 una replica di Legambiente – sez. Andria

“L’opinione degli italiani sulla questione ‘nucleare’ non è cambiata dall’87, data del referendum, e non saranno le vostre campagne mediatiche e il vostro modo di fare politica spot che ci farà cambiare idea. Sicuramente se proponete soluzioni retrograde come il nucleare, anche se di 3° generazione, non riuscirete a mascherare le lobby e gli interessi economici.

Le tanto pubblicizzate 4 centrali di terza generazione, frutto dell’accordo ENEL-EDF, sono impianti non ancora in funzione in nessuna parte del mondo, esistono solo 2 esemplari in costruzione, uno in Francia e uno in Finlandia. In quest’ultimo, il primo a iniziare, sono evidenti enormi problemi di rispetto dei tempi, che viaggiano al raddoppio dei costi (già accertati 1,5 miliardi di perdite). Un altro tema riguarda la maggior produzione di prodotti di fissione di queste centrali, che come combustibile utilizzano il Mox, una miscela di uranio e plutonio: rispetto a quelle convenzionali si producono scorie da 4 a 11 volte più pericolose.

A proposito di scorie è fondamentale ricordare che neanche le centrali di terza generazione risolvono il problema del loro smaltimento. Anzi sono ancora in cerca di dimora definitiva, le scorie prodotte dalle centrali in funzione qualche decennio fa nel nostro paese. Si tratta di scorie radioattive, quindi molto pericolose per l’ambiente e per la salute e in questi casi la quantità non conta…

L’energia elettrica proveniente da nucleare non ci costerà meno rispetto a quella proveniente da altre fonti, in quanto ci sono elevatissimi costi di costruzione (dai 3 ai 6 miliardi di euro) e di gestione degli impianti da ammortizzare, senza contare il prezzo dell’uranio che negli ultimi anni è aumentato esponenzialmente (dal 2006 al 2007 è quasi triplicato) a causa della sua scarsa reperibilità essendo anch’esso una fonte non rinnovabile.

Ma come i nostri governanti spesso fanno, anche questo problema del deficit energetico italiano è strumentalizzato ai soli fini politici.

Si lancia l’allarme, ingigantendo il problema, e si propongono alternative a cui la gente, anche volendo, non può dir di no, imponendole e spacciandole come le uniche e le più convenienti (vedi inceneritori).
Stessa strategia per le centrali nucleari, magari tra qualche tempo ci spegneranno le luci e ci diranno che l’unica alternativa possibile è il nucleare…

Ma se è un’emergenza, perché ci propongono questo?
Se la prima centrale sarà operativa nel 2020 (in Finlandia l’iter per il rilascio delle autorizzazioni è durato dal 1998 al 2002)… come faremo nel frattempo?
Soluzioni più veloci, più ecologiche, meno costose e soprattutto meno pericolose ci sono già. Basta guardare il settore energetico alternativo tedesco e vedere spaventosi investimenti e migliaia di posti di lavoro (150 mila), mentre i ricercatori italiani migrano in Germania dove la ricerca in tali settori viene incentivata.
Quindi perché non destinare qualche milione di euro per le energie alternative anziché andare come sempre in “controtendenza” con soluzioni retrograde?
Quali mafie controlleranno i traffici di scorie radioattive?
Dove le nasconderanno?

Non ci fideremo mica degli organi di controllo, visto che è recente la notizia che nei tanto a voi cari e pubblicizzati “innocui” inceneritori, da qualche parte nel Lazio dal 2003 si bruciava di tutto, dai rifiuti tossici industriali ai pneumatici ecc..
Tutte queste domande senza una razionale e soddisfacente risposta dovrebbero far pensare voi politici e gli “addormentati” cittadini italiani che forse non sanno che molti problemi vengono pubblicizzati per risolti ma in realtà non lo sono (vedi inceneritore Acerra non ancora operativo).

Fumi, discariche piene, scorie radioattive… chi pensa alla nostra salute?
A questo punto sicuramente qualcuno dirà che stiamo esagerando, vi stiamo spaventando… Ma purtroppo è la verità, si fanno investimenti che vanno in controtendenza con la modernità (riscoperta dai nostri politici nel nucleare e negli inceneritori) e si trascura la salute, da cui dovrebbe prescindere ogni scelta.

Si snobbano soluzioni semplici come le energie alternative, la raccolta differenziata porta a porta e numerose tecniche innovative per andare incontro a strumentalizzazioni politiche e interessi economici.

Infine ci rivolgiamo al Sindaco chiedendogli di prendere seriamente in considerazione la nostra proposta di rendere Andria “Comune Denuclearizzato”, per tutelare la nostra salute e il nostro territorio”.
LEGAMBIENTE ANDRIA

(tratto da www.andrialive.it)