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CASERTA. Ecco la conferma: il Consiglio di Stato ha ripristinato l’interdittiva antimafia anche alla Ipi. E adesso come la mettiamo ?………………

CASERTA. Ecco la conferma: il Consiglio di Stato ha ripristinato l’interdittiva antimafia anche alla Ipi. E adesso come la mettiamo ?………………

CASERTA. Ecco la conferma: il Consiglio di Stato ha ripristinato l’interdittiva antimafia anche alla Ipi. Ora la Ecocar rimane da sola. Ma è mai possibile che questa città non si ponga il problema dell’opportunità di un titolare di un servizio con queste ombre e con questi problemi?

Eppure qui non siamo a Sondrio. Qui la camorra è una questione ancora apertissima. Un sindaco e un’amministrazione comunale hanno il dovere di far di più di ciò che le eleggi gli impongono di fare. IN CALCE ALL’ARTICOLO IL LINK CON LE TREDICI PAGINE DELLE SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO

CASERTA – Noi siamo veramente animati da buoni propositi. Vogliamo aiutare Carlo Marino e la sua amministrazione a evitare errori gravi di valutazione costruendo un rapporto con i propri fornitori di beni e servizi fondato su una acritica applicazione delle leggi e di tutte le altre fonti che producono diritto comprese ovviamente le convenzioni tra comune e fornitori di beni e servizi. Poi vogliamo aiutare l’amminisitrazione comunale ad essere vigile su quegli aspetti che non hanno immediatamente a che fare con gli atti dovuti ma che attengono a quella necessaria prudenza, alla considerazione severa di quei fatti di opportunità che portano un sindaco di una città problematica come Caserta a dover essere necessariamente ancor più realistico del re, ancor più rigido del rigido legislatore, facendo valere per l’appunto non solo la lettera che discende dalle norme, ma anche quell’aspetto della buona amministrazione che ti porta ad assumere delle decisioni non contemplate nel novero degli atti dovuti, cogenti o obbligatori, ma che certo appartengono a quella tensione verso la trasparenza che si raggiunge attraverso un andare anche al di la di quello che serve, di quello che è strettamente necessario per stare al di qua del confine del lecito.

Premessa che ci serve per ritornare, a un paio d’ore di distanza dalla pubblicazione del primo articolo, sulla questione Ecocar. Così cantava una canzoncina molto nota in altri tempi: “E se prima eravano in 4 a ballare, ora siamo in 3 a ballare l’alligalli. E se prima eravamo in 3 a a ballare l’alligalli, ora siamo in 2 a ballare l’alligalli.”

E poi aggiungiamo noi l’alligalli diventa una performance individuale.

In principio si chiamava Caserta Ambiente. Era un consorzio di cui faceva parte la Ecocar, la Ipi e la Alba Paciello. Pooi l’Alba Paciello fu colpita d ainterdittiva antimafia perchè un suo dirigente ballonzolava in tutte le imprese della monnezza a partire da quelle di Grillo . Quel provvedimento fu impugnato davanti al sempre generoso tar, ci pare della Campania, che lo annullò. intanto, parallelamente, in altri comuni dov’erano presenti società della galassia dellafamiglia Deodati avveniva che, come nel caso di Nettuno, la Ipi titoalre dell’appalto per la raccolta dei rifiuti, stando in un consorzio con la Alba Paciello veniva a sua volta colpita da interdittiva da parte della prefettura di Roma per riflesso logico.

Ma il tar del Lazio sulla scorta dell’annullamento fatto dal tar della Campania annullò il provvediemnto anche ai danni di Ipi che avrebbe portato già conseguenze all’identità del consorzio titolare dell’appalto della città di Caserta.

La prefettura di Caserta, com’è noto ai lettori di questo gironale, rpesento ricorso al consiglio di stato e il consiglio di stato sbugiardando il tar, accolse l’istanza e annullò il provvedimentodirevoca del tar, ripristinando l’interdittiva antimafia per l’Alba Paciello. A quel puntoil consorzio Caserta Ambiente divent defintivamente Consorzio Ecocar Ambiente.

Di riflesso, la prefettura di Roma, alla luce di quello che era successo in Campania, presentò ricorso a sua volta contro l’annullamento ottentuto dal tar del Lazio dalla Ipi e il 22 giugno come abbiamo scritto in premessa, il consiglio di stato, avendo riprristinato l’interdittiva per l’Alba Paciello, l’ha ripristinata anche per la Ipi.

Domanda: ma se esiste un contagio, una estensione logica del virus dell’infiltrazione camorristica che si sestende da una a tutti i componenti di un consorzio, adesso, da Ipi, non dovrebbe passare anche ad Ecocar.

Forse abbiamo scritto una stronzata. Come è mai possibile, domanda che rivolgiamo al sindaco MArino che a a Caserta operi un’azienda rimasta orfana in un consorzio in cui le due consorelle, cioà Alba Paciello e Ipi sono state definitivamente colpite da interdittiva, senza che l’amminstrazione si ponga un minimo problema di opportunità, senz che l’amminsitrazioe attivi quel ragionamento da noi fatto nella priam parte di questo articolo?

Certo, esiste un contratto e la Ecocar, pur rimasta da sola, può resistere. Però,cavolo, Marino facciamole almeno rispettare la convenzione che non rispetta come dimostreremo per la centesima volta domani, ripubblicnado tutte le inconfutabili documentazioni probanti e probatorie pubblicate nella nostra lunga inchiesta giornalistica di due anni fa.

Gianluigi Guarino

 

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PUBBLICATO IL: 8 settembre 2016 ALLE ORE 20:58