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PER “VILLA FAZZONE” DESTINAZIONE UTILITA’ SOCIALE

Le vicende riguardanti quella che le cronache giornalistiche chiamano “villa Fazzone”, attraversano in modo esemplare gli ultimi quindici anni di storia della città di Fondi.  Gli ultimi risvolti giudiziari hanno portato ad una sentenza del Tribunale di Latina che ha decretato l’esistenza dell’abuso edilizio, passato in prescrizione, e alla confisca dell’immobile.

Si può parlare di vicenda esemplare sia per i soggetti che sono coinvolti in questa storia: la moglie del Senatore Claudio Fazzone, attualmente membro della Commissione Antimafia, e la cugina della stessa; sia per il tipo di reato commesso: l’abuso edilizio.

Il nostro Comune, lo dicevamo in un precedente comunicato, è stato uno di quelli più martoriato dal fenomeno dell’abusivismo edilizio. Un abusivismo che alcuni amministratori di centrodestra negli anni passati cercavano quasi di legittimare parlando di “abusivismo di necessità”, ma che ha riguardato, ad esempio, lo scempio indiscriminato di larga parte del fascia marittima con ville costruite sulla duna, con discesa privata direttamente in spiaggia. Fenomeno in buona parte arginato dalle Giunte di centrosinistra che diedero vita ai primi clamorosi abbattimenti.

Dopo la confisca della “villa Fazzone” di tremila metri cubi, con salotto di 130 metri quadrati, otto camere e cinque bagni grandi, cucine e garage, piscina; qualcuno si pone il problema di quale destinazione potrebbe avere un immobile di tale importanza.

In base all’attuale normativa, l’immobile potrebbe essere trasferito al patrimonio del Comune per finalità istituzionali o sociali. Il Comune potrebbe amministrare direttamente il bene o assegnarlo in concessione a titolo gratuito a comunità, ad enti, ad organizzazioni di volontariato, a cooperative sociali , o a comunità terapeutiche e centri di recupero e cura di tossicodipendenti.

Personalmente penso che questa dovrebbe essere la conclusione di questa brutta storia, impastata di arroganza privata e di abusi d’ufficio prescritti.

 

Bruno Fiore