Oltre 11 milioni di beni sottratti al cerignolano Pasquale Saracino in due anni. Il suo “impero” costruito dopo una serie di reati in giro per l’Italia
Di Redazione 11 Ottobre 2024
Era diventato ricchissimo grazie ad affari illeciti, assalti ai blindati e rapine. Tra il 2023 e il 2024, la Direzione investigativa antimafia ha fatto scacco matto a Pasquale Saracino, “pezzo da Novanta” della malavita cerignolana. L’uomo, 50 anni, detto “Lino U’ Nerg”, è ritenuto dagli inquirenti “elemento di spicco” della criminalità organizzata ofantina.
La sua carriera criminale annovera una lunga sfilza di reati: estorsione aggravata dal metodo mafioso, ricettazione, riciclaggio, rapine a portavalori e caveau e armi. Al momento è sotto inchiesta per una tentata rapina ad un portavalori sulla A4 Milano-Torino e per il colpo da oltre 4 milioni di euro a San Giovanni Teatino (Chieti) ai danni dell’istituto di vigilanza Ivri. Fu anche coinvolto, insieme al figlio, nel clamoroso assalto al caveau della Np Service al Villaggio Artigiani di Foggia nel 2014. All’epoca una banda criminale mise a ferro e fuoco la città ma il piano non andò a buon fine per il commando.
La Dia presenta il conto
Gli investigatori speciali della Dia hanno sottratto a Saracino oltre 11 milioni di euro di beni negli ultimi due anni. È stata accertata l’ampia sproporzione tra il suo patrimonio e la capacità reddituale. Nel 2023 gli vennero sottratti beni per 5,5 milioni di euro: 38 appezzamenti di terreno, 18 unità immobiliari e 6 complessi aziendali che sviluppavano complessivamente volumi d’affari annuali superiori a 3 milioni di euro, nonché diverse disponibilità finanziarie rinvenute su conti correnti e depositi a risparmio.
Nelle scorse ore, invece, la misura ha riguardato un compendio patrimoniale costituito da 6 società (tra le quali un distributore di benzina con annesso bar/tabacchi, sala slot e autonoleggio), numerose autovetture di pregio, disponibilità finanziarie anche in territorio estero, formalmente intestate a prestanomi ma riconducibili al pluripregiudicato, per un valore complessivo stimato in 6 milioni di euro. Sono noti, infine, i legami con la criminalità organizzata di Saracino, genero di Sante Cartagena condannato per associazione di tipo mafioso.