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Un grazie di cuore ai Parlamentari del M5S, unici ad interessarsi del caso drammatico di Gennaro Ciliberto

UN GRAZIE DI CUORE AI PARLAMENTARI DEL M5S, UNICI AD INTERESSARSI DEL CASO DRAMMATICO DI GENNARO CILIBERTO, UN TESTIMONE IN FUGA ED ABBANDONATO DA QUESTO STATO PATRIGNO
L’ assoluta indipendenza dell’Associazione Caponnetto dai partiti non ci vieta di esprimere gratitudine a chi mostra con i fatti di essere sensibile alle nostre battaglie.
E’ un dovere morale al quale non intendiamo assolutamente sottrarci dicendo sempre la verità.
Nella battaglia che stiamo facendo in favore di Gennaro Ciliberto – e, per il suo tramite, a favore di tutti i Testimoni di Giustizia – ci siamo trovati al nostro fianco e ci troviamo solo i Parlamentari del M5S.
Tutti gli altri sono rimasti ciechi, muti e sordi.
I Parlamentari del M5S sono gli unici che sono andati ad esternargli la loro solidarietà mentre Gennaro per 18 giorni è stato solo, dormendo in una macchina malandata, a fare lo sciopero della fame davanti al Ministero degli Interni a Roma, insultato e provocato pure da un poliziotto in borghese della cui identità non siamo riusciti, purtroppo, a venire a conoscenza.
Altrimenti saremmo andati dal Ministro per chiedere il suo trasferimento immediato.
Come pure quei parlamentari sono stati gli unici che hanno presentato oggi un’interrogazione ai Ministri degli Interni e della Giustizia per chiedere di conoscere le cause che hanno finora impedito, – pur essendo gravemente in pericolo la sua incolumità fisica dopo che egli ha presentato denunce nelle Procure di mezza Italia – il riconoscimento a Gennaro Ciliberto dello status di Testimone di Giustizia.
Le solite lungaggini di uno Stato che non si rende conto della gravità delle condizioni in cui versa il Ciliberto e dei gravissimi pericoli che egli sta correndo da tre-quattro anni, pericoli che lo costringono a fuggire da un posto all’altro del Paese un giorno sì e l’altro pure.
Uno Stato che si serve di questi cittadini onesti e coraggiosi, ma che li scarica immediatamente dandoli in pasto alle belve mafiose.
Uno Stato patrigno che non si rende conto che, così facendo, fa il gioco delle mafie.