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Sono mesi che stiamo denunciando al Capo dello Stato ed al Ministro dell’Interno il trattamento vergognoso riservato ai Testimoni di Giustizia. Questa lettera pervenutaci appunto da un Testimone di Giustizia ridotto quasi a chiedere l’elemosina è la conferma della fondatezza delle nostre accuse. Ora Capo dello Stato e Ministro dispongano un’inchiesta severa.

Nuovo colpo alla
’ndrangheta del turismo

11/04/2013

Estorsioni compiute e tentate ai danni di imprenditori della cittadina e di Pizzo. Quattro gli arrestati fra cui due esponenti del clan La Rosa. Pressioni per l’assunzione di una donna e di un economo (entrambi ai domiciliari) e la riscossione di mazzette.

Nuovo colpo alla  ’ndrangheta del turismo

La ‘ndrangheta del turismo non molla la presa. Un business gestito in buona parte dai La Rosa di Tropea con la “benedizione” dei Mancuso di Limbadi a cui sono collegati. E proprio a Tropea e Pizzo – due cittadine simbolo del turismo calabrese – si sarebbero consumati episodi di estorsione continuata e tentata estorsione ai danni di imprenditori del settore “resistenti”, tanto che qualcuno avrebbe commentato: «Non immaginano quale nido di vipere hanno svegliato». Fatti “freschi-freschi” – uno relativo all’imposizione dell’assunzione di due persone all’Hotel Rocca Nettuno di Tropea, l’altro alla richiesta di un “contributo” di 40mila euro annui per il Rocca e di una cifra superiore, ma non quantificata, per il Garden Resort di Pizzo – che, per gli inquirenti, dimostrerebbero il tentativo di Antonio (Tonino) La Rosa (alias Ciondolino) di recuperare il terreno perso. In altre parole i La Rosa (noti come i ‘Nacci), fiaccati ma non sconfitti dalle inchieste giudiziarie (Odissea, Dinasty e Peter Pan) si sarebbero riorganizzati e avrebbero continuato a perseguire i loro progetti criminosi servendosi dell’opera di “soldati” i quali, durante il periodo di detenzione del boss – cioè di Tonino La Rosa – avrebbero assunto la reggenza del gruppo. Ma una volta espiata la pena Ciondolino – che era stato scarcerato lo scorso gennaio – avrebbe cercato di “rimettere ordine” negli affari, di far quadrare i “conti” e soprattutto di fare rispettare vecchi patti con alcune strutture ricettive. Nell’arco di pochi mesi – dal finire del 2012 e sino allo scorso marzo –sui sarebbero consumati gli episodi di estorsione continuata, tentata estorsione e danneggiamento finiti al centro di un’inchiesta che – condotta dai carabinieri di Tropea con il coordinamento della Dda – si è conclusa ieri con l’emissione di quattro ordinanze di custodia cautelare, dure in carcere e altrettante ai domiciliari. Provvedimenti restrittivi emessi dal gip distrettuale Abigail Mellace su richiesta del sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Simona Rossi. In particolare in carcere è finito di nuovo Tonino La Rosa, 51 anni, sorvegliato speciale , considerato al vertice del clan degli ‘Nacci, mentre un analogo provvedimento è stato notificato nella casa circondariale di Lecce a Francesco La Rosa, 42 anni, di Tropea, fratello di Tonino e noto come ‘U Bimbo. Quest’ultimo nel mese di dicembre era rimasto coinvolto nell’operazione denominata “Peter Pan”. Il gip distrettuale ha invece disposto gli arresti domiciliari nei confronti di Gerardo Piccolo, 41 anni, disoccupato di Tropea e di Giuseppina Costa, 36 anni, impiegata di Zaccanopoli. Gli indagati, a vario titolo, sono ritenuti responsabili di concorso in più episodi di estorsione continuata, tentata e consumata, realizzati mediante l’imposizione di assunzioni di soggetti nella struttura alberghiera “Hotel Rocca Nettuno” di Tropea; concorso in più episodi di tentata estorsione continuata, attraverso richieste stagionali annuali di denaro – ovvero la mazzetta per avere garantita “sicurezza”– al proprietario e gestore delle strutture ricettive (Rocca Nettuno e Garden Resort di Pizzo, entrambi gestiti dalla società Hispania srl) e, infine, del danneggiamento dell’autovettura (una Lancia Delta) di proprietà dell’amministratore della Hispania srl. Reati aggravati dal fatto che, secondo gli inquirenti, sarebbero stati compiuti o tentativi avvalendosi dell’appartenenza a una famiglia mafiosa. Insomma un “nome una garanzia” – quello dei La Rosa – a Tropea e dintorni. Un “peso” di cui – in base a quanto emerso dalle indagini – sarebbe stata ben consapevole Giuseppina Costa per la cui conferma – come addetta a winebar al Rocca Nettuno – si sarebbe mosso Francesco La Rosa (‘U Bimbo). Nel tratteggiare la figura della donna il gip ne sottolinea l’astuzia in quanto «per ottenere, ad ogni costo, la proroga del suo contratto di lavoro, non ha esitato dapprima a determinare ed istigare e poi a rafforzare i propositi criminosi del La Rosa Francesco, con il quale intratteneva una relazione sentimentale ». ‘U Bimbo, poi, avrebbe anche sponsorizzato la riassunzione di Gerardo Piccolo, economo prima al Resort e poi passato con altro ruolo al Rocca Nettuno, facendo presente che un’eventuale diniego sarebbe dispiaciuto al fratello Tonino che, all’epoca, si trovava in carcere. A battere cassa nelle due strutture turistiche e chiedere il rispetto dei patti, sarebbe stato invece direttamente Antonio La Rosa, il quale viene ritenuto dagli inquirenti il mandante del danneggiamento dell’auto dell’amministratore della Hispania srl. I particolari dell’operazione sono stati illustrati ieri a Vibo Valentia nel corso di una conferenza stampa al Comando provinciale, dal procuratore distrettuale antimafia di Catanzaro Vincenzo Lombardo, dal ten. col. Daniele Scardecchia e dal capitano Francesco Di Pinto.