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Salerno, dopo l’arresto dell’ex sindaco spuntano le armi della Camorra comprate sul dark web

Giuseppe Cirillo 29 Marzo 2025

Tra le armi nascoste dal clan anche quelle risalenti alla Seconda guerra mondiale, perfettamente restaurate e funzionanti

Dopo l’arresto di Franco Alfieri, l’ex sindaco di Capaccio Paestum, in provincia di Salerno, finito in manette con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso, continuano ad emergere nuovi dettagli inquietanti che sembrano confermare il volto sempre più digitale e pericolosamente moderno della criminalità organizzata. L’indagine della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) non si è limitata al solo contesto politico. Dalle intercettazioni, infatti, sono emerse dinamiche che gettano luce su un mercato parallelo e in forte espansione: quello delle armi illegali acquistate sul dark web. Secondo le ricostruzioni della DIA, coordinata dal colonnello Fabio Gargiulo, tre indagati legati all’area della Valle dell’Irno ( zona compresa tra le province di Salerno e Avellino,ndr) Domenico De Cesare, suo figlio Vincenzo Antonio Cosentino, avrebbero avuto contatti diretti con l’imprenditore Roberto Squecco, ritenuto vicino al clan Marrandino. Tutti sarebbero coinvolti nel tentativo di organizzare atti intimidatori contro Alfieri, che avrebbe promesso il mantenimento di uno stabilimento balneare in cambio di voti, in vista della sua candidatura a sindaco di Capaccio. Ma è proprio nelle conversazioni tra i tre – ha riportato “Il Mattino” – che emergono dettagli significativi, come l’acquisto di armi destinate ad attacchi e intimidazioni, effettuato attraverso i canali del dark web e pagato in criptovalute, come il bitcoin. Si parla di armi di ogni tipo, dai semplici revolver fino ai mitragliatori. Un mercato sommerso dove si può trovare di tutto, perfino sicari su commissione. “Mi hanno chiesto se si può comprare uno bravo”, ha raccontato uno degli intercettati. Il dark web è un luogo nascosto e difficilmente accessibile, dove per entrare serve “uno bravo”: un hacker capace di muoversi nei meandri oscuri della rete. E lì conviene, spiegano: “Là sopra c’è tutto, mitra ed altro”. Il quadro che emerge dalle indagini è quello di una provincia – quella salernitana – tutt’altro che marginale nei traffici di armi illegali, un business che interessa sempre più la Camorra. Secondo le intercettazioni, le armi già acquistate sono numerose e ognuna ha una sua storia. Alcune vengono nascoste sottoterra, altre portate addosso. Ci sono quelle a canna lunga, “da mostrare”, e quelle più piccole, da nascondere in un marsupio. Altre ancora sarebbero state utilizzate in omicidi su commissione negli anni ’90, come quelle riconducibili agli ordini del boss Pasquale Galasso.

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fonte:https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/254-focus/104473-salerno-dopo-l-arresto-dell-ex-sindaco-spuntano-le-armi-della-camorra-comprate-sul-dark-web.html