Il Corriere della Sera, Giovedì 22 Dicembre 2016
Puglia, nessuno dei 50 consiglieri si candida a Commissione Antimafia
A due mesi dalla legge approvata dopo un anno di lavori nessun partito ha designato il componente. E il presidente del Consiglio regionale scrive ai gruppi per contestare il ritardo e sollecitare la designazione a un incarico «rognoso» e a titolo gratuito
di Michelangelo Borrillodi
Per approvare la legge c’è voluto più di un anno. Ma a due mesi dal via libera alla Commissione antimafia in Puglia, nessuno dei partiti che ha votato quella legge ha designato il suo componente. A sottolineare i ritardi e a sollecitare i nove gruppi (ognuno dei quali deve indicare un consigliere) è stato il presidente del Consiglio regionale pugliese, Mario Loizzo: «Si tratta degli adempimenti preliminari indispensabili — ha osservato nella nota inviata ai partiti — per poter procedere all’auspicato insediamento dell’organismo, ai sensi del regolamento interno del Consiglio e della legge regionale istitutiva la n. 29/2016, approvata all’unanimità dall’Assemblea nella seduta del 18 ottobre 2016». «Spero che qualcosa si muova nei prossimi giorni — spiega il presidente del Consiglio regionale pugliese — perché è un peccato che non si riesca a dare concretezza a una legge innovativa.
La regione di Emiliano
Tanto più in una regione con forte presenza della criminalità organizzata (dove lo scorso 13 dicembre un’operazione antimafia eseguita dai carabinieri ha portato a 21 arresti per voto di scambio) e guidata, a livello amministrativo, dal governatore Michele Emiliano, sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari fino al 2003, anno della «discesa in campo» politica come candidato a sindaco di Bari per la coalizione di centrosinistra. La «Commissione regionale di studio e inchiesta sulla criminalità organizzata in Puglia», così come istituita dalla legge regionale, è «organo consultivo della Regione ed ha come finalità l’analisi dei fenomeni mafiosi e corruttivi, per proporre iniziative volte a rafforzare la cultura della legalità e sostenere la condanna sociale dei comportanti illeciti».
Incarico a titolo gratuito
L’approvazione della proposta di legge, che risale allo scorso ottobre, venne accolta con particolare soddisfazione dal Movimento 5 Stelle: «Il testo licenziato — sottolinearono all’epoca le consigliere regionali Rosa Barone e Grazia Di Bari — assorbe la nostra proposta insieme a quella, presentata successivamente dalla maggioranza, in merito alla prevenzione del fenomeno corruttivo, ed è stata arricchita grazie ai suggerimenti del Procuratore della Repubblica della Direzione Distrettuale Antimafia del Tribunale di Lecce, Cataldo Motta e di tutti coloro i quali sono stati auditi nel corso delle audizioni, che ringraziamo per il loro contributo». Ma dai 50 consiglieri regionali pugliesi e dai loro partiti, allo stato attuale, non è arrivata alcuna adesione. Pesa, probabilmente, la considerazione che si tratta di un’incombenza in più a titolo gratuito. E per i consiglieri, probabilmente, ricoprire il ruolo scomodo di «sceriffo antimafia» che prevede la segnalazione alla magistratura di episodi «opachi», ha un prezzo.