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Paola Villa attaccata da Bardellino

Latina Oggi, Martedì 21 Gennaio 2025

L’erede più in vista della famiglia sostiene di essere stato trattato «come gli ebrei». Ma c’è uno squilibrio di posizioni

La consigliera comunale aveva fatto un lungo intervento la scorsa settimana per la condanna del Tribunale di Latina

di G.D.M.

Il tuono (non metereologico) è arrivato all’improovviso, in uno sciocco pomeriggio di gennaio: una componente della massima assise cittadina, Paola Villa, ex sindaco di Formia, viene attaccata frontalmente da Angelo Bardellino, condannato in via definitiva per estorsione (fatti del 2004) e per violazione della sorveglianza speciale (sentenza di primo grado emessa pochi giorni fa). Tutto avviene sui social, come usa in questo tempo. Il nipote del fondatore del clan dei casalesi rivendica di essere criticato indebitamente da Villa e si dichiara un perseguitato tipo gli ebrei. La consigliera controbatte e sostiene che si sia superato il segno nel momento in cui un esponente di una famiglia dal nome altisonante nel mondo della criminalità organizzata usa questo tipo di termini verso un esponente politico, per di più in una città, qual è Formia, dove la presenza di famiglie mafiose è argomento di rilevantissima attualità. A «scatenare» questo scambio preoccupante di accuse è stato il commento che la stessa Villa ha fatto dopo la sentenza del Tribunale sulla violazione degli obblighi di sorveglianza che Angelo Bardellino dice di aver commesso per ignoranza delle regole e non con dolo. La vicenda, comunque la si guardi, ha un solo, grande, punto debole: il rischio che l’attività istituzionale, condivisibile o meno, di una rappresentante della città legittimamente eletta possa essere condizionata o entrare nel mirino di un esponente di spicco di una delle famiglie più citate in tutti i dossier sulla criminalità organizzata d’Italia. In questo momento è corrente l’indagine sull’agguato a Gustavo Bardellino, avvenuto il 15 febbraio del 2022, e che, secondo l’ipotesi più accreditata dalla dda di Napoli, è stato frutto dello scontro tra la fazione Bardellino e quella ascendente della seconda generazione Bidognetti, anch’essa saldamente presente a Formia per il tramite di Katia Bidognetti, considerata l’erede di Francesco-Ciccio. La sentenza chiave sul clan dei casalesi, come sappiamo, ha escluso il faldone sui Bardellino, ma solo in quanto «fazione perdente» rispetto a Francesco Schiavone che prese il posto di Antonio Bardellino, il quale, secondo le ultime emergenze investigative raccolte esattamente a Formia, potrebbe non essere stato ucciso nel 1988. Elementi che tengono alta l’attenzione sul fenomeno della criminalità organizzata a Formia e che, probabilmente, sono alla base degli interventi di Villa. La quale, per il ruolo che ha, dovrebbe «battersela» con suoi pari, dunque altri consiglieri comunali. Vero è che nelle intercettazioni telefoniche allegate al fascicolo «Formia Connection» Ernesto Bardellino esprimeva la sua volontà di far eleggere al consiglio comunale di Formia, il figlio Angelo. Ma ciò non è accaduto ancora e quindi non si possono mettere i due nomi sullo stesso piano.